Dom. Mag 5th, 2024

MERCATO S. SEVERINO. TRA “POLITICA” E SOLIDARIETA’.

Aprile, tempo di primavera. Dal latino “aperire” – ossia “introdurre la buona stagione”. Difatti, sarebbe stato il secondo mese dell’anno; considerato che le calende si rinnovavano a marzo (mese sacro al dio Marte). Oppure dall’etrusco “apru”, “spuma marina”. Come Afrodite o Venere, nata appunto dalla schiuma del mare.

Eppure, questo aprile 2020 è triste per la presenza del famigerato Covid – 19!

È triste, nonostante le belle giornate in Campania (Salerno, Valle Irno e Mercato S. Severino), per la scomparsa di tanti contagiati – giovani e anziani, gente agiata e meno abbienti. Invisibili e persone note (tra cui lo scrittore cileno Sepulveda). Tra i nonnini, 7 mila e più vittime “sparse” per l’intero territorio nazionale, recluse nelle “confortanti” case di riposo. Roba da cultura dello scarto! Sebbene i vecchietti svolgano una funzione “sociale” in quanto con le loro pensioni sopperiscono alla crisi di lavoro e alla mancanza di occupazione che tanto tormenta le moderne famiglie.

Ed ecco, per la cronaca, alcuni aggiornamenti in merito a questa emergenza (che dura ormai da tanto, troppo) a S. Severino – centro (definito) “capofila” della Valle dell’Irno. Al centro di traffici e commerci, sue naturali inclinazioni, grazie alla posizione geografica molto favorevole – che negli anni ne ha tracciato virtù e caratteristiche di economie prettamente mercantili. Allo snodo di strade consolari – e non – come le romane Porfinia, Popilia, eccetera.

I bollettini emanati dall’amministrazione Somma sono incoraggianti e, pare, in fase di stallo – di attesa; il primo cittadino (Antonio Somma) fa sapere – ufficialmente – che sabato 18 aprile scorso, alle ore 19 emerge quanto segue: lungo il territorio comunale si contano zero nuovi contagi; 10 sono i cittadini contagiati dall’inizio della conclamazione dell’epidemia; sei persone sono attualmente positive (tre in ospedale e tre pazienti in isolamento domiciliare) – mentre i deceduti sono quattro. Undici le quarantene attuali; ben 73 dal manifestarsi ufficiale dell’evento pandemico.

La questione sul tappeto, in questi ultimi giorni, riguarda la sanificazione operata e/o da operarsi al presidio ospedaliero “Gaetano Fucito” – frazione Curteri. La querelle, comunque garbata e “ragionata”, vede “protagonista” (se così possiamo affermare) il cardiologo e consigliere comunale Carmine Landi che si sta attivando affinché il presidio sia messo maggiormente in sicurezza; anche dopo i numerosi interventi, appunto, di sanificazione che hanno visto interessato proprio l’ospedale.

Non troppi giorni fa, ancora un’ulteriore notizia su un paziente infetto (con il Coronavirus); pare fosse ricoverato nel reparto di Chirurgia. Era stato sottoposto al tampone, risultato – in un primo momento – negativo. Landi si indigna perché sembra che casi simili si verifichino fin troppe volte, nell’ospedale. A suo avviso “Occorre ripetere i tamponi al personale sanitario e parasanitario, che viene a contatto con i contagiati”. Landi invoca, dalle colonne di alcuni quotidiani locali: “Indagini ispettive sulla sicurezza degli stessi tamponi”. Non è l’unica criticità ravvisata dallo stimato professionista, che da tempo lotta con forza e coerenza affinché il presidio di Curteri (frazione sanseverinese) torni ben presto ai “fasti” (se è consentito dire) degli anni ’80 e ’90. Quando era al massimo del suo “fulgore”. Tra le battaglie di Landi per l’ospedale sanseverinese, la rete per l’infarto e il potenziamento del reparto di Cardiologia; il medico ha detto la sua anche per quanto concerne il Pronto Soccorso.

Sulla questione “sanificazione” è intervenuto anche il sindaco Somma che ha sollecitato numerose volte i sindaci di altre zone attorno S. Severino, comuni afferenti all’ospedale di cui sopra (distretto 67), e soprattutto, i vertici sanitari responsabili delle azioni amministrative per il presidio. Fa sapere il primo cittadino che in queste ultime ore è giunta una risposta alla missiva inoltrata – in data 16 aprile scorso – appunto da lui e dai colleghi sindaci, per “fare chiarezza” sulle problematiche sollevate da Landi o da altre figure istituzionali e non. “Si è passati da 203 a 288 tamponi, incrementando il controllo del contagio da Covid-19 di 85 ulteriori tamponi, per capire l’entità dei potenziali contagi in merito al paziente infetto e ad altri utenti in Chirurgia – esprime Somma. Si attende l’esito di una trentina di tamponi, oltre duecento hanno già “dato” un loro “responso” (scientifico). Comunque, la profilassi dovrà essere ripetuta tra una settimana – come da protocollo. Il sindaco, quindi, rassicura la popolazione, interessandosi in prima persona all’evoluzione del “fenomeno” Coronavirus lungo il territorio cittadino.

Tra altre iniziative per far sentire la vicinanza dell’amministrazione ai Sanseverinesi, ecco l’idea – condivisa anche dagli altri sindaci della Valle Irno – di manifestazioni di interesse di vario genere, tra cui, ma non soltanto, la possibilità di elargire appositi buoni spesa ai meno abbienti; alle categorie più umili e bisognose. Il Comune accanto a chi soffre (e sono parecchie persone, attualmente, visto l’indirizzo finanziario ed economico della momentanea situazione di precarietà legata al virus), ma non vicino a sciacalli e “furbetti” che non necessitano di tali misure compensative. Si rendono partecipi al corretto conferimento dei bonus gli uomini della Guardia di Finanza per effettuare controlli severi e decisi, mirati soprattutto ad approfittatori di ogni risma e sorta. Saranno gli agenti a verificare la veridicità delle dichiarazioni, sui moduli fatti pervenire dagli eventuali interessati. Una goccia di solidarietà nell’oceano vasto dell’incertezza di questo momento!

Di crisi, etimologicamente, ma anche di catarsi, palingenesi, riscatto, rinnovamento, purificazione. Tutto è passato dal pranzo di Pasqua alle forti, simboliche immagini (anche manzoniane) dei periodi di peste del ‘600 e – ancora prima – del 1300. Durante le epidemie della cosiddetta “black plague” (proprio la peste), i medici dell’antichità indossavano maschere a lungo “becco”; ciò per non infettarsi o contaminarsi. Per evitare questo, in fondo alla maschera apponevano una soluzione con cloroformio. Già nei periodi antichi della storia i medici erano riveriti e rispettati. Ricordiamo che la Schola Medica Salernitana – con la ginecologa e “medichessa” Trotula de Ruggiero – è stata con Bologna la prima università del mondo occidentale.

Anche adesso, i dottori sono i nostri “eroi”. Ma non solo loro: per il loro lavoro dovrebbero essere considerati “eroi” anche gli addetti alle pulizie, i giornalisti e, perfino, i necrofori. Ma anche coloro – e sono moltissimi – che si prodigano per servizi di beneficenza: dai responsabili del Banco Alimentare ai volontari di “Rete Solidale Campania” – attiva realtà anche del Salernitano tesa ad eliminare le “differenze” (anche, sostanzialmente, in termini di pregiudizi) verso i differentemente abili o comunque nei confronti di fasce sociali umili e maggiormente bisognose. Persone che, nelle molteplici difficoltà di un’esistenza spesso ai margini (anziani, carcerati, immigrati o anche “semplici” disoccupati, persino tra i professionisti), ricevono aiuto concreto (operativamente) da “Rete Solidale” – per l’appunto. Il sodalizio – retto da Carmen Guarino e dal marito Antonello Di Cerbo – si occupa di vari settori.

In questo momento storico “particolare” e surreale, tra le iniziative promosse annoveriamo (ultimamente) “Social market”, con la “Giornata del pane”. Tutto constava nella distribuzione gratuita (il 15 aprile) di pane e prodotti da forno in tre “postazioni” dislocate a Salerno, per famiglie (già censite, peraltro) con poche possibilità. Sempre “Rete Solidale” ha promosso, infine, la consegna e distribuzione di mascherine e vaschette contenitive alla Mensa di S. Francesco – Salerno: punto di ristoro, nonché centro di aggregazione inter-familiare sorto nel 1994, in via D’Avossa – traversa di via Carmine. Circa 150 pasti caldi giornalieri sono preparati in questo centro. Gli avventori consumano primo, secondo, contorno e frutta.

Perché sono persone con maggiore dignità di tante altre, e dunque vanno supportate al meglio – non con poco!

Anna Maria Noia

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