Gio. Apr 25th, 2024
Michelina Napoli poetessa

LA POESIA DI MICHELINA NAPOLI E IL 25 APRILE. LA LIBERAZIONE VISSUTA DA NONNI E BAMBINI

In occasione della festività della “Liberazione” – il 25 aprile – potrebbe essere utile apprendere una “lezione” di vita e di… “sacrificio” dalla poetessa e scrittrice Michelina Napoli. Classe 1960, di origini sanseverinesi, ma residente da tempo in quel di Cassano d’Adda. Una donna volitiva e determinata, precisa. Ma anche dolce e impregnata di femminilità e pazienza.

Il nostro (primo) incontro con Michelina è “accaduto” nel 2016, “galeotta” (complice) un’intervista per il quotidiano “La città di Salerno”. Da allora abbiamo avuto il piacere e l’onore – ma soprattutto il privilegio – di godere della sua amicizia; un’anima bella, una persona bella (e non solo “bella persona”) che ama i bambini – in particolare delle scuole primarie (dove ha insegnato per molti anni).

La sua ultima opera, la lirica illustrata “Radici d’Amore” (2019), è rivolta appunto ai bambini – ma non solo. Si tratta di una poesia breve e semplice – però sortisce effetti impensabili – “narrata” tramite illustrazioni (a cura di Ornella Feroldi) che dischiude idealmente ai ragazzini di oggi orizzonti di riflessione. L’autrice ha inteso presentare tale sua pubblicazione anche a Salerno. In più di un’occasione: a fine agosto e ad ottobre scorsi. Ma perché tale lirica può essere assunta a simbolo “generazionale” in vista della “Liberazione”? Per diversi motivi, per ragioni differenti e particolarmente cogenti: in primis, si basa su una visione della Poesia che sia “utile”, profetica, razionale e catartica. Che sia orientata all’impegno civico. Recenti studi psicologici, opportunamente ripresi dalla poetessa e dagli esperti di Neuroscienze – infatti – hanno dimostrato l’importante azione della Poesia (dal greco: “poiein” – nascita) sullo sviluppo cerebrale degli scolari, in particolare sui “neuroni a specchio”. Che sono – per così dire – maggiormente o meno “accentuati” o attivati nel caso di disturbi mentali quali autismo e sindrome di Asperger (il cosiddetto “autismo ad alto funzionamento”). In secondo luogo, la lirica – pur nella sua semplicità – pone in tavola il rapporto tra i bambini e i nonni. Gli anziani che hanno combattuto durante i due conflitti mondiali del XX secolo: il “secolo breve”. Gli anziani – e non “i vecchi” – che tanto hanno dato, come contributo di energie e saggezza (sapienza), al mondo odierno; alla società “liquida”. Gli anziani, attualmente, emarginati dalla società che pure hanno contribuito a costruire e realizzare. Confinati nelle “case di riposo”, litote od eufemismo per “ospizi” – a volte (non spesso, per fortuna) veri e propri lager che offuscano la loro senile dignità.

Proprio per recuperare un rapporto che non sia solo “virtuale” tra nuovissime e antiche generazioni (tra nonni e nipoti), ecco che Michelina – accompagnata dalle immagini – intraprende un viaggio tra emozioni e valori altissimi. Di grande valenza sociale e, ovviamente, educativa. Improntando tutto alle sensazioni più pure e patriottiche. Non mancano, nella poesia “Radici d’Amore” – libello leggero e tenue, fresco, ansante, squisitamente sensibile – riferimenti alle guerre e alle loro brutalità. Pur nella poesia dell’infanzia. I bambini sono caratterizzati da un apprendimento impressivo, che li colpisce e che stimola in loro una scatenata fantasia: la voglia di sapere; la curiosità. Appunto per questo, deve essere coltivato in loro l’amore per l’età senile. Raccontando – i nonni più avanti con l’età – le terribili esperienze delle guerre; affinché rimanga nei giovani virgulti, che si librano verso l’adolescenza, il monito a escludere la violenza e le violenze dalla loro esistenza. Nel poema si parla di fucili, certo, ma anche di semi. Semi di speranza, ovviamente in maniera allegorica e metaforica. Biblica, quasi (il riferimento è al seme che, piantato, muore per poi risorgere e far continuare il ciclo/i cicli della natura e della vita “terrestre” o “terrena”).

Quindi, in occasione di questo 25 aprile 2020 – in compagnia del Coronavirus o Covid-19 che dir si voglia; in momenti bui, incerti, sospesi, surreali come questi – possiamo far riferimento alla Poesia come “salvezza” dell’animo e della mente. Attuando una comparazione “parallela” tra la guerra combattuta con armi e bombe e la “battaglia” (senza esclusione di colpi) contro questo piccolo virus – un vermiciattolo, un “cosino” piccolo. Ma pericoloso. Devastante.

Per questo, e concludiamo, occorre attenzione verso le strofe umili e accorate di Michelina (Napoli). Per ritrovare un passato inquieto in un presente o in un futuro più giusto ed equo. Senza la “voce” delle armi. Con la presenza degli anziani tra noi; senza aderire alla… “cultura dello scarto” che li vuole inutili, quasi un peso per la “modernità”. Perché è dai loro sacrifici che è nato (e rinasce) il “mondo nuovo”. Con i piccoli che diventano protagonisti – piantine a divenir querce.

Michelina Napoli ha siglato anche altre opere. Capolavori? Ai posteri (i bambini) l’ardua sentenza manzoniana. Tra i suoi scritti – da valida educatrice, appassionata di didattica: “Tappeti di cielo” (2016); “Quel ramoscello” (2000); “Immagine compiuta” (1996).

“Radici d’Amore” ha girato, si può dire, tutta l’Italia – ricevendo unanimi consensi e incoraggiamenti a continuare a raccontare i moti dell’anima. La nostra amica ci ha mandato un video in cui un’insegnante (una maestra) di Torino recita gli stupendi versi della Napoli. In un mondo che sembra senza speranza, dunque, largo a persone (e personalità) come Michelina e come tutti gli altri docenti che, con passione e abnegazione (il senso del sacrificio – parola volutamente ripetuta in questo elaborato) rendono la vita dei piccoli (ma non soltanto) un eterno 25 aprile. Da studiare “dal vivo” e/o sui libri di storia.

Già, la Storia. Questa maestra di vita che non insegna abbastanza, altrimenti perché tanti “corsi e ricorsi” si ripetono immutabilmente? Viva il 25 aprile, viva la Liberazione… “partigiana”! Anche se tra tante, sofferte, violenze – tra uno “schieramento” e l’altro. Ma questo è un altro fatto.

Anna Maria Noia

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