Gio. Set 12th, 2024

Analisi di una lotta popolare nell’agro nocerino: luci e ombre

A Nocera Inferiore presentato il libro “A un semplice cenno del capo“, edito da Polis SA Edizioni , scritto da Ubaldo Baldi, con prefazione di Lorenzo Guarnaccia.

Mentre le incertezze avanzano, facile gioco può essere la resa. Resa che non giova da nessun punto di vista: se ci si lascia andare, si resta prigionieri dei propri limiti e si soccombe a quelli che la società ci detta.

Se questo valeva nei decenni passati, ancora di più ha valore oggi, condizionati come siamo dal Covid-19 che non ci lascia tregua.

E proprio per non farci bloccare dai meccanismi dell’impotenza e della paura, dopo il tempo sospeso, dopo il tempo dello smarrimento, del vuoto colmo di angoscia, abbiamo deciso la ripartenza.

Lo abbiamo fatto qualche giorno fa (il 9 Ottobre), con il rispetto delle direttive anticovid, nonostante l’avanzata implacabile del virus e nonostante il primato che vede la nostra Regione, la Campania, in testa alla classifica nazionale per il numeri dei contagiati. Mi riferisco alla presentazione del libro “A un semplice cenno del capo”, edito da Polis SA, scritto da Ubaldo Baldi, con prefazione di Lorenzo Guarnaccia.

L’evento è stato promosso dalla Pro Loco “Nocera di tutti”, in collaborazione con la Mondadori Boostore di Nocera Inferiore.

agro nocerino .logo pro loco Nocera Inferiore

Il desiderio della ripresa delle attività è stato sorretto dalla convinzione che fosse giusto rimettersi in marcia, partendo da un libro interessante, che pur trattando una stori vecchia, consente di confrontarsi con il presente, in funzione del quale trarre spunti riflessivi per un futuro diverso nell’agro nocerino-sarnese.

Il libro descrive le lotte operaie collegate alle industrie conserviere delle nostre terre.

Come Pro loco, siamo più che convinti che la promozione dei beni immateriali, sia un segno forte di amore per il proprio territorio.
Promuovere anche e soprattutto la conoscenza, focalizzando l’attenzione su aspetti salienti della città in cui si vive, riteniamo che sia la cifra ispiratrice delle azioni e delle finalità della nostra associazione.

I libri contengono un valore aggiunto; fanno bene all’economia e permettono alla cultura di circolare e servono a non azzerare la memoria dei fatti accaduti.

Nel libro l’autore entra pienamente nei fatti, si congiunge ‘empaticamente ‘ con gli avvenimenti narrati realizzando un testo oggettivo che ha il sapore della coralità. In questo libro, uomini e donne sono protagonisti della storia.

In quest’ottica, realizzare un evento, nonostante l’inquietudine per la ripresa dei contagi, vuole rimarcare la dichiarata ed esplicita voglia di socialità condivisa, ritenuta insieme alla conoscenza, elementi fondanti dell’essere umano.

Agro nocerino libreria

Chiariti gli intenti della Pro Loco, tuffiamoci ora nelle pagine del libro, per evidenziarne il tema.

Si tratta della ricostruzione storica del periodo della grande diffusione industriale alimentare e conserviera avvenuta nel nostro territorio a partire dal dopoguerra fino al declino, che iniziò ad evidenziarsi verso la metà degli anni settanta del secolo scorso.

In particolare, si prende in considerazione la “Gambardella”, una delle tante industrie presenti a Nocera Inferiore, la tragica e dolente “Nofi” di Domenico Rea, che visse però anche anni di lustro, per lo sviluppo economico derivante dalla fervida industrializzazione, tanto da essere denominata la “capitale” dell’agro nocerino-sarnese. Un riconoscimento, ormai, quasi del tutto tramontato.

 Un libro, dunque, di cronaca dell’epoca, di fatti ed accadimenti consegnati successivamente alla storia.

Una documentazione attinta dall’ archivio della fondazione Galante Oliva, importante sindacalista della CGIL e uomo di punta della Camera del lavoro di Nocera Inferiore, protagonista indiscusso delle vicende rielaborate nel libro.

 Lo ha fatto, con competenza e pazienza certosina, Ubaldo Baldi, che di professione fa il medico e, per passione, lo storico delle lotte operaie e non solo.

 La crisi della “Gambardella” è considerata l’emblema della crisi industriale di quel periodo e si inquadra nel contesto di una crisi più ampia e generale che riguarda in particolare il Meridione e il resto del Paese.

Molte le cause che concorrono al triste epilogo della dismissione industriale, di cui larghe tracce permangono ancora nel tessuto urbano della nostra città, con ciminiere che si innalzano mute verso il cielo, fra palazzi o centri commerciali. Archeologia industriale nel tessuto purulento di una città alla ricerca di una nuova identità.

Esemplificando, rispetto alla crisi di cui stiamo parlando, fra le concause lontane da citare rientra la crisi petrolifera, derivante dalla guerra del Kippur (combattuta fra il 6 e il 25 ottobre del 1973, tra Egitto, Siria ed Israele) che determinò un brusco aumento del prezzo del greggio e dei suoi derivati, in Occidente ed anche, ovviamente in Italia, con relativi aumenti del costo del lavoro e calo della produttività in molti settori.

 Invece, fra le cause più prossime, con ricadute negative sul nostro territorio, la crisi va individuata nell’incapacità dei nostri conservieri di fronteggiare la concorrenza; la loro mancanza di strategie, affiancata alla carenza nella modernizzazione della meccanizzazione, che costui il mix deleterio che determinò la decadenza del settore.

 Inoltre, i nuovi ibridi che si imponevano sul mercato a discapito del “San Marzano”, favorirono aziende localizzate altrove.

Ad esempio la Cirio (e molte altre) che rientrarono nel circuito GDO …. (Grande Distribuzione Organizzata), sfruttando il premio CEE, consolidarono il loro dominio, supportate dalle banche nazionali.

Iniziano a delinearsi anche i deplorevoli meccanismi di corruzione che coinvolsero burocrati, faccendieri e capitani di industrie. Che vissero di questi contributi, dirottati anche in altre tasche fameliche. L’ombra del malaffare fece ammalare l’economia sana.

Le aziende nocerine, a questo punto, non ressero più e non si risollevarono nemmeno con i tentativi escogitati dalla SO.GE.PA (azienda partecipata dell’EFIM-IMI), diretta versare contributi di liquidità immediata, in cambio di merce stoccata presso depositi, sotto il suo controllo

Una delle “vittime”fu, appunto la “Gambardella”: seicento famiglie sul lastrico, una bomba sociale che scoppiò nel cuore della città.

Subentrò con forza il sindacato, scendendo in campo per la tutela dei posti di lavoro, forte anche per il numero notevole di tesserati, iscritti alla CGIL.

Quegli anni, infatti, portarono all’emancipazione economica, alla consapevolezza dei diritti, alle lotte in nome della lesione dei principi fondamentali dell’etica del lavoro, alle battaglie per il riconoscimento di un salario adeguato e a quelle per condizioni igieniche da migliorare.

Tutti elementi che costituivano un patrimonio valoriale del Sindacato, che divenne l’attrattore naturale per moltissimi lavoratori.

Da sinistra a destra: Lorenzo Guarnaccia Ubaldo Baldi, Pina Esposito, Alfonso Oliva

Quindi la battaglia che si infiammò, generò sì lacrime e sangue, ma riuscì a calamitare categorie sociali diverse; anche i politici e gli amministratori locali divennero parte del processo, riuscendo a realizzare una sana e lodevole contaminazione, mai vista prima in azione. 

La vicenda della “Gambardella”, fra alterne vicende durò a lungo. Tuttavia l’epilogo fu amaro.

 Dunque, nello sforzo di tenerla in vita, per evitare il licenziamento, scesero in campo più soggetti istituzionali: lo stesso Sindaco dell’epoca, l’avvocato Barbarulo ed alcuni parlamentari locali del PCI e del PSI, che cooperarono con i sindacati.

Ruolo principe, come già detto, fu quello di Galante Oliva che dovette affrontare rischi e pericoli, subendo minacce e sventando, addirittura, un tentativo di rapimento.

Tuttavia niente e nessuno fermò il suo impegno. A lui, oltre il merito del passato, va quello di un patrimonio di principi, ma anche di atti e di documenti lasciati in eredità alla sua famiglia ed alla nostra comunità.

Pertanto, la presentazione del libro, per noi della Pro Loco, è stato anche un tributo ad un uomo che ha segnato un epoca e che, a distanza di anni, grazie alle mille “carte” conservate, permette di mantenere in vita la memoria della nostra comunità.

Adesso, siamo alla ricerca di nuove possibilità, di altre prospettive, per definire i contorni di un territorio dall’incerto destino. L’attuale ‘liquidità’ sociale torbida e sfuggente, l’ambiguità di un’economia che arranca e che vuole trarre linfa solo dalla movida, non ci piace. Auspichiamo tempi fecondi, al di là del Covid, al di là degli alibi e dei sussidi, al di là delle asimmetrie fra le diverse realtà italiane.

Auspichiamo un futuro diverso e per questo faremo la nostra parte.

La Presidente della Pro Loco “Nocera di tutti” Pina Esposito

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