
Chiedo rispetto per tutti gli operatori sanitari
Lettera in redazione: “non siamo eroi ma pretendiamo rispetto per un lavoro che stiamo svolgendo fra mille difficoltà“
Riceviamo e pubblichiamo
“Spett.le redazione, vi invio questo mio sfogo per amore di giustizia.
Sinora, pur non trovandomi d’accordo con le idee strampalate di negazionisti ed affini, pur toccando con mano il Covid ogni maledetto giorno, non mi sono permessa, fino ad oggi, di esprimere condanne o intervenire in maniera diretta sui vari post che girano sui social, perché trovo che il rispetto per l’altrui pensiero è la regola prima del vivere civile.
Tuttavia oggi, purtroppo, mi tocca chiarire una situazione che, come operatore sanitario, mi tocca personalmente. Ho visto, pubblicato su FB, un post che in tanti hanno condiviso, e altrettanti commentato, e mi urge chiarire fatti che chi non è del settore non può sapere.
Il video in questione era girato in un P.S, una astanteria, si vedevano dei pazienti su barelle e degli operatori bardati di tutto punto in atteggiamento “ludico”. Questi ultimi venivano additati come operatori sanitari che stavano ‘giocando’ invece di assistere i malati, insinuando il dubbio che non facessero il loro dovere.

Innanzitutto i pazienti, come si può vedere nel video, sono tutti vestiti e su una barella, questo significa che non stiamo parlando di ricoverati in un reparto, ma persone ancora in attesa di una visita e di un’eventuale diagnosi. Si ne deduce che il personale in servizio se ne stia prendendo cura nei tempi e nei modi che, chi non lavora in un pronto soccorso, non conosce e non può permettersi di giudicare, alla luce della mostruosa richiesta di aiuto a cui siamo sottoposti da una marea infinita di pazienti. Anzi va già bene, visto le enormi difficoltà in mezzo alle quali operiamo, che queste persone siano sistemate in maniera dignitosa, in attesa di una diagnosi che, comunque, avranno, siano essi negazionisti, terrapiattisti o altro.
Detto questo ,per quanto riguarda il personale che è stato crocefisso , perché sorpreso a gironzolare inutilmente:
- non é personale dell’ ospedale (qualunque esso sia) , ma volontari (o militari) che attendono gli venga restituita la barella , per poter tornare a fare il loro dovere ;
- I soccorritori non possono occuparsi dei pazienti che sono al momento in attesa di una diagnosi e stanno cercando in qualche modo di passare il tempo per non pensare alle tute asfissianti e claustrofobiche nelle quali sono imprigionati da ore. Esperienza, quella della tuta e degli altri DPI, che io faccio da tempo e vorrei far provare a quelli che hanno condiviso il video.
Al tale proposito, lo dico con cognizione di causa, chi ha girato il video non aveva davvero bisogno di trovarsi ad intasare un Pronto soccorso, perché se stai così male da andare in un Pronto, non hai voglia di girare filmati. Il mondo è pieno di pressapochisti ma noi, “poveri scemi”, in scienza e coscienza, siamo tenuti a curare anche loro. Questo perché sembrava doveroso chiarire una situazione che é ovvia, ma, forse, non per tutti. Di fatto sembra non si voglia accettare una situazione; non è negandola che potrà cambiare.
Non provo neppure a dire, a chi pubblica cose del genere, di venire con me a fare un giro dove lavoro, così da vedere quante persone stanno con una maschera o un casco, per poter respirare, nella migliore delle situazioni. No! Chiedo rispetto, per me e per tutta quella categoria di persone che come me, da un anno, combatte contro il nemico peggiore e più subdolo che esista: l’ignoranza.
Sono oramai tanti, troppi, i post di questo tipo. Tanti, troppi, i commenti di gente che ha declassato i “Supereroi” della prima ondata a nullafacenti e rubastipendio.
E’ vero, non siamo eroi, ma persone che stanno cercando di svolgere il loro lavoro nel miglior modo possibile. Non vogliamo medaglie o attestati di riconoscimento, ma neppure che venga negato il nostro impegno e le difficoltà in cui operiamo. Soprattutto non vogliamo più essere oggetto di commenti ridicoli”.
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