Ven. Mar 21st, 2025

La varia umanità e la bolla del nulla

C’ è gente che si sbrodola nel nulla e che del nulla fa la sua bolla.

di Pina Esposito

C’è chi della sua bolla, moderna monade, se ne serve come scudo, reputando gli altri meno che zero, accendendo ceri solo   per illuminare il suo altare.

C’è un’umanità varia ed, in verità, c’è sempre stata, offrendo sin dai tempi antichi, le peculiarità diverse delle tante sfumature dei vizi e delle virtù degli uomini.

Dante, con irripetibile maestria, nel suo poema ci spacchetta in rime nelle sue terzine, il bello e il brutto dell’animo.

Fra cerchi e gironi nelle cantiche dell’inferno e del purgatorio, scorgiamo i dannati e le loro pene, in sintonia di un’etica che a quei tempi conciliava il vivere terreno con quello dell’oltre cielo.

Solo al riveder le stelle, la luce eccelsa del Bene, si placa l’affanno e il dolor si piega, cedendo il posto ai Beati ed al coro celestiale che effonde ed espande suoni dolci e melodiosi.

Non più fiamme, rumori stridenti. Non più parole costruite da duri ed oscuri e striduli fonemi. Solo parole nutrite d’incanto e che danno sempre respiro agli occhi e al cuore.

Il rapido accenno al sommo Poeta mi è venuto spontaneo come libera associazione mentale, nel momento in cui mi volevo soffermare sulle attitudini e sulla forma mentis che possiamo esplorare, nel dire e nel fare, della gente nei giorni attuali.

Nei giorni dell’Italia divisa in fasce di colori diversi, nei giorni delle polemiche che non si placano e dei lutti che ancora, purtroppo, scontiamo.

Ebbene, lontani assai dalla prima fase, quella in cui ci siamo sentiti una comunità forte e solidale, oggi registriamo un sentire molto diverso, dove un connubio esplosivo di percezioni ed emozioni personali, produce a mio parere, un’accentuazione dei difetti e dei pregi umani.

Perciò, nell’attacco iniziale parlavo della gente ed ho iniziato da quelle persone che vivono, quasi esclusivamente, nella nullità della loro essenza.

Gli spocchiosi. Gente di cui vorremmo fare volentieri a meno.

Attualmente, alcuni di loro, li sentiamo spesso divagare sulle fluttuanti vacuità del loro “sapere”; li troviamo su ogni rete, a dispensare consigli, alimentando ansia, incubi e paure. Sono certi famosi specialisti di diverse branche della scienza, che non danno certezze, anzi si smentiscono fra loro.

Per carità! Non sono tutti uguali. Ne abbiamo di eccellenti. Essi consentono progressi notevoli ed arricchiscono, con contributi di rilievo i settori della ricerca medica e scientifica. E raramente vanno in televisione.

Non mancano di farsi notare, in questi mesti mesi, molti incapaci: gente che gestisce il potere, mentre si prodiga per la nostra salvezza e la nostra salute, impartendo dispacci castranti e molte volte fuorvianti.

Spesso sparano cose di cui dovrebbero provar vergogna; invece che fanno? Cercano di correre al riparo con smentite parziali o totali. Pensano che noi, quella roba lì, fatta di parole goffe e menzognere, la riusciamo ad ingoiare!

 Tali incapaci sono anche assai litigiosi e sembrano non trovare mai pace.

 Se si va fra la gente comune, nell’osservatorio di queste ore, trovi di tutto. Partiamo dagli umili che sudano di fatica e mangiano pane fatto di onesta farina. Li trovi in ogni settore e, per me, non fa differenza se parli di un bravo dottore o di un salumiere o di un infermiere.

 Continuando, in questo rapido excursus della “flora umana”, ti rovi pure chi tira a campare e lo fa, senza vergogna, sulla pelle degli altri, da disonesti incalliti, adesso ancora di più incattiviti.

 Poi abbiamo i più disgraziati, sono i senza lavoro; ancora di più lo sono quelli senza alcuna dimora.

Trovo, invece, fra i garantiti, gli stipendiati, atteggiamenti spesso discordanti.

Reagiscono, rispetto ai problemi di tante categorie di lavoratori autonomi, attualmente in grande disagio, con indifferenza e non curanza.

 A tale proposito, infatti, ne ho sentite di cotte e di crude. Pensieri egoisti o, nei migliori dei casi, finte compassioni; solo rare volte parole di vera comprensione.

Che dire, invece, dei furbi che lucrano sullo Stato? Di quelli che approfittano dell’emergenza per ricavare introiti non dovuti?

Gentaglia; penso basti come classificazione.

Mi duole dirlo, ma questo periodo è così amaro che non riesco ad intravedere quella bella moltitudine che issava cartelloni con quei piacevoli e beneauguranti arcobaleni dei mesi addietro.

Qualcosa in me si è incrinato. Le onde del mio ottimismo del cuore e della ragione, si perdono nell’eco che produce strani e confusi rumori.

Percepisco uno smarrimento che mi porta in bilico, oscillando fra poche speranze e varie paure.

Tuttavia mi tengo in vita, animata dal sapere che il bene non può e né deve essere smarrito.

Non per colpa di questo miserabile virus che sta sferzando il mondo intero.

Allora, pur sapendo che l’incerto è la parola che ci tocca declinare ancora per il futuro, voglio gettare la mia ancora soltanto fra gli animi belli.

Voglio sostare laddove c’è gente capace di gesti e pensieri solidi, generosi e fortemente azzurri, come mille cieli sereni.

Mani tese - la varia umanità

L’io non è niente se non si fa “noi”. Senza il senso degli altri, nel bene comune, non siamo nessuno.

Una postilla a questo scritto la reputo necessaria, come supporto del mio ragionare.

Queste riflessioni, lo confesso, mi sono venute pochi minuti dopo aver ascoltato un ammalato di Covid-19, uno dei tanti afflitti in queste ore dal nemico invisibile, che piuttosto di cedere al normale timore, incitava chi lo ascoltava con parole di commoventi e sane.

Parole proiettate al di là del suo io. Allungate verso il “NOI”.

Ecco, dunque, la categoria dello spirito a cui far capo e da cui trarre esempi di vita proficua, lontani dal nulla, lontani dalle malattie dell’animo umano. 

Pina Esposito

    
Foto di copertina Foundry Co da Pixabay

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