Dom. Mar 16th, 2025

Butterfly Effect: battiti d’ala e uragani

“Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”

di Corto Maltese

L’effetto farfalla o dipendenza sensibile alle condizioni iniziali, presente nella teoria del caos. L’idea è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.

Sono state queste “piccole” variazioni che ci hanno portato a questo, sono stati questi “battiti d’ali” che hanno portato il “tornado” che sta spazzando via le nostre, illusorie, certezze.

Sono stati i tagli alla sanità, all’istruzione, sono state le scelte scellerate operate sul mondo del lavoro.

E’ stata una visone sbagliata del mondo, che ha portato a puntare su un tipo di economia basata sull’effimero, il superfluo: la movida, i “locali” eletti a unico punto di ritrovo, generando un surplus di aperture, complice una legge sul commercio ancor più scellerata e con scarsa visone del “poi”. Salvo “poi” accorgerci che il “superfluo”, il non “produttivo” in una qualsiasi fase emergenziale, sono i primi a essere sacrificabili.

Un battito d’ali che ha generato scompensi e ingiustizie nel mondo del lavoro, perché fra i tanti (almeno spero) onesti che manifestano il loro sconforto e le loro paure, ci sono anche i ristoratori che fanno lavorare il loro personale 15 ore al giorno, in piena stagione senza riposo settimanale, spesso un pugno di euro (40/50), assicurandolo per sole quattro ore.

Fra quelli che rilasciano interviste sui “doverosi” e “dovuti” aiuti dello stato c’è molto probabilmente anche il proprietario della trattoria il cui caposala, nella prima fase della Pandemia, che lavora con lui in pratica tutto l’anno, ha avuto difficoltà persino a farsi accogliere la richiesta di aiuti statali come “stagionale” e tanti altri come lui, in caso di chiusura, anche ora avranno il medesimo problema.

Sono quei lavoratori, “costretti” dal “bisogno” di lavoro, da tutelare prima, e ancor più, di chi versa lacrime di coccodrillo mettendo la disperazione per “i suoi” dipendenti come motivo per non chiudere, non capendo che di fronte al collasso di un sistema sanitario, nessuna economia è in grado di reggere, ed è più rapido riprendersi economicamente quando le persone non sono morte a causa di quella stessa economia che non si voleva fermare….battiti d’ala.

E’ notizia di oggi quella delle vessazioni ai danni dei lavoratori dei cantieri di diporto di lusso di La Spezia.

Pericoloso battito d’ali è stato far credere alla nuove generazioni che tutto gli fosse dovuto, che qualunque loro fallimento fosse colpa di chi li aveva preceduti. Li abbiamo cresciuti facendogli credere che la vita fosse un video gioco, che l’importante era avere in tasca i soldi per l’aperitivo.

E hanno confuso l’essere con l’apparire. La mancanza di sculaccioni e dei NO famigliari ha fatto sì che non fossero in grado di affrontare le sberle e le negazioni della vita, rendendoli ancor più fragili e deboli.

Qualcuno gli ha detto che gli è stato rubato il futuro, anziché insegnarli che il futuro si costruisce con le proprie mani, come hanno fatto le generazioni prima della loro, ricostruendo dalle macerie di più guerre, perché anche questa è una guerra, perdipiù combattuta contro un nemico subdolo e invisibile.
E loro non hanno capito che a un aperitivo si può rinunciare senza danni…mentre ogni vita è preziosa e ogni minuito in più che si vive è di valore inestimabile.

Un battito d’ali, ogni volta che veniva infranta una delle tre semplici norme: mascherina, distanziamento, igiene. Un battito d’ali quando la parole “libertà” e “dittatura” entravano a contatto don il loro esatto contrario: “negazionismo”, sino a essere usate per giustificarlo, svuotandosi dei loro veri significati. “Libertà!”, si sente gridare nelle manifestazioni durante le quali si danneggiano cose e persone, dimentichi del fatto che “essere liberi” significa “poter fare tutto ciò che non danneggia gli altri”.

Intanto che si perde tempo, per scegliere con quale colore “segnare” una regione, inseguiamo un virus che potevamo sconfiggere, o almeno limitare i suoi danni, solo anticipandolo, mettendocisi davanti …perché ora che davanti c’è lui è veloce, troppo più veloce di noi.

E ora come ogni marinaio che si rispetti riprendo il mare, navigando attraverso le umane debolezze, cercando di capire, perdendomi tra le onde della vita, incapace ancora, dopo tanti anni di avventure, di comprendere,

Come, ad esempio, gli interessi di società che hanno sede in paradisi fiscali possano venire prima della salute dei cittadini di una intera regione e non solo.

Sto cercando di farmi una ragione di come , ad un certo punto della vita di un uomo, questo possa essere considerato “non indispensabile al sistema produttivo del paese”. Nei mie viaggi ho visitato paesi dove il “vecchio” era “sacro” e la “memoria” bene fondamentale della comunità…paesi che voi chiamate “sottosviluppati”.

Intanto che la mia nave salpa osservo l’orizzonte, neri nubi annunciano l’uragano che i battiti d’ali hanno provocato.

Ma mentre mi accingo a compiere un nuovo viaggio, cercando, almeno per il momento, di allontanarmi dalla distruzione, mi giunge notizia che negli Stati Uniti D’America un’altra farfalla ha battuto le ali, facendo cadere uno che si credeva “immortale”, questa volta l’uragano che ne nascerà potrebbe non essere così male per l’uomo e… metto la prua al vento.



Vostro Corto Maltese

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