Ven. Apr 19th, 2024

Il 25 Aprile: “Festa della Liberazione”

Commemorare il 25 Aprile non è uno stanco rituale. E’ un atto dovuto per chi ha cuore i valori della libertà e della democrazia

Di Pina Esposito

Si dovrebbe sempre chinare il capo per onorare la memoria di quanti, sotto diverse bandiere, donne ed uomini di ogni fascia sociale, compirono il sacrificio della vita personale per la liberazione del nostro popolo dal nazifascismo.

Il movimento di lotta fu plurimo. Non appartenne ad un solo schieramento; diversi fronti, vari schieramenti ideologici, dettero il contributo per delineare un futuro diverso da quello dei cieli neri della insopportabile dittatura del Duce. In vari Paesi europei si sollevò il grido di ribellione contro l’aberrante regime nazista, ma mai come in Italia, i partigiani non furono di un solo colore politico.

E questo bisogna ricordarlo, per evitare che ci siano dispute tribali o conflitti che hanno indotto, negli anni, incredibile a dirsi,a scontri di piazza o a tentativi di delegittimazione,o peggio ancora,in certi municipi,a non affiggere nemmeno un manifesto in ricordo ed in onore di questa data,scelta per designare la rinascita di un popolo.

Noi eredi di quel tempo, godiamo il frutto della democrazia, fondata sulla Costituzione e sulla Repubblica, ma siamo eredi dalla memoria breve e spesso fallace.

In questo giorno, pur consapevoli della fragilità delle istituzioni,degli errori ed orrori consumati nel tempo,con corruzione e mala politica,dovremmo ritrovare la forza e la voglia,di onorare il nostro tricolore,rinfocolando i valori fondanti  che rendono un popolo,non un’accozzaglia di gente,quanto individui uniti intorno al nucleo concettuale della democrazia e di ciò che da essa deriva.

Vero è che la pandemia ha ulteriormente minato le fondamenta degli organismi amministrativi e politici, acuendo risse e disorientamento, sfiducia, indebolendo il senso civico, ma vero è che anche attraverso il “credo” in precisi e forti valori, che si possono ritrovare le misure per  operati diversi e  per  pensieri orientati con forza verso  il bene comune.

Oggi, celebrando il 25 Aprile, più che mai dovremmo esaltarne il significato implicito, per rendere maggiormente esplicito l’eredità di un passato “nobile”.

Bandirei ogni altro ragionamento in questa giornata. Mi soffermerei piuttosto su quanti, nel nostro tempo,vivono ancora  sotto scacco,deprivati della dignità umana,incarcerati,torturati,condannati alla morte.

Costretti a vivere in regimi fintamente democratici, mascherati da elezioni libere, ma effetto di manipolazioni,dove il popolo sa di non essere libero,ma gli si vuol far credere che lo sia.

Mi soffermerei sulle tante dittature diffuse in diversi continenti della Terra e bacerei ogni tomba o fossa comune scavata, dove è stata scaraventata gente che ha messo in atto tentativi di opposizione a regimi criminali e duri.

Il nostro 25 Aprile, dunque sia un giorno per onorare i nostri morti, ma anche il giorno per ricordarci che quello che non apprezziamo abbastanza da noi, è ad oggi, una luce oscurata e fievole, traballante ed in pericolo per una massa enorme di individui in fuga verso un destino diverso o che hanno ancora il coraggio di combattere e di immolare la propria vita per la libertà.

Pina Esposito

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