
Franco Battiato-Illustrazione di Nicolò Pizzorno
Battiato, poeta per tutti
“Un poeta mette in ordine con dolcezza le nostre idee aspre e confuse. Franco Battiato era un poeta” (Beppe Servegnini)
Faccio una premessa e pongo un quesito, confidando non tanto e non solo sulla benevolenza degli interlocutori, che riguaridano una realtà incontrovertibile: quanti opinionisti, anche i più responsabili possibile, hanno incontrato in presa diretta Franco Battiato?
Di Mario Sconamila
Quanti conoscono la carriera e la storia di questo ‘paese’ dai quali Battiato ha tratto ispirazione per la scrittura delle sue liriche? Ecco un punto fondamentale: le sue composizioni non possono essere definite “canzoni”, che evocano temi in stretta relazione con quella “spiritualità” che i cantanti di oggi, con tutto il rispetto, siano o meno influencer, possono solo sognare di possedere? Non è cosa per il loro cosiddetto intelletto, ammesso e non concesso ritengano di esserne portatori.
Il “Corriere della Sera” ha dedicato ampio spazio alla scomparsa di Battiato, si è spinto ad indire fra i lettori un sondaggio sul brano preferito.
Io ho votato “Centro di gravità permanente” poiché in quell’ode metafisica scorgo la ricerca, ahimè vana se ci pensiamo bene, di un’esplorazione e di una ricerca di collocazione nello spazio e nella civiltà di cui siamo parte.
La Fisica ha fatto capolino nella psiche di Battiato: straordinaria, a questo proposito, anche la comparsa inebriante di un ulteriore fenomeno fisico, l’eco, intercalato alla perfezione, quasi si dilatasse verso l’infinito, nell’altra sua lirica “Cuccurucucù”.
Cosa possiamo aggiungere noi inguaribili estimatori della sua musica unita allo spirito ed all’indeterminatezza della vita? Credo che Battiato abbia sfondato questa intrinseca porta sbarrata di concepire il perché noi ogni mattina ci svegliamo dopo un lungo sonno, ed affrontiamo una realtà sensoriale e visiva; e ne abbia rilevata l’assurdità di accettarla senza poter reagire.
Mario Sconamila