
Non conoscevo Seid
La politica tutta si sta catapultando sulla morte di Seid, ma nessuno si escluda dal rimorso che deve costringersi a sentire
Non conoscevo Seid e quindi non ho un suo ricordo di lui, diretto, di pelle. Ma non importa questo, era un ragazzo della mia città, ma poteva vivere in un qualsiasi altro posto tanto non sarebbe cambiato nulla, e la sua vicenda non mi ha sorpreso e chi fa finta di esserlo è un’ipocrita.
Di Mimmo Oliva
E’ un processo “naturale” quello che sta avvenendo, negli ultimi trenta anni, in misura crescente, abbiamo prodotto ignoranza e pregiudizi, viltà e politica becera. Dovevamo produrre cultura e abbiamo perso, tutti, ho perso anche io che ho tentato invano ma ho trovato di fronte muri invalicabili.
Stanno fallendo tutti coloro che in questi giorni stanno facendo parteggiando per il suicidio “razzista” o per altri motivi, le solite divisioni italiane sono un tema che non dovrebbe averne. Una domanda: cambia qualcosa che abbia scritto quelle righe tre anni fa e non un minuto prima di uccidersi? E se sì, mi spiegate cosa cambia? Astenersi dal rispondere sfaccendati e ignoranti di ogni sorta, ne abbiamo le tasche piene, ci siamo scocciati, vogliamo una politica seria e accettabile che affronti il problema e si dia quale priorità lo ius soli. Salviamoci, tutti.
La politica tutta si sta catapultando sulla morte di Seid, ma nessuno si escluda dal rimorso che deve costringersi a sentire. Saremo pronti a scusare chiunque faccia ciò che deve: rendere italiani coloro che lo sono, perché nati in questo nostro martoriato Paese, subito.
La mia città, Nocera Inferiore, non è razzista. Ha una storia troppo grande, di solidarietà, di emancipazione, di grandi uomini e di grandi donne, che chi non ha “marcato” quei marciapiedi non può immaginare. E però anche qui vivono gli imbecilli, e quelli li dobbiamo combattere tutti, nessuno escluso.
Mimmo Oliva
Direttore editoriale Polis SA Edizioni
Un peso che ci restera’
sulla coscienza per tutta la vita.
D’ accordo sul riconoscimento dello jus soli e di fare crescere una maturità culturale che si porti addosso il concetto di uguaglianza per tutto il genere umano.