A “L’Isola dei Libri” Ciro Auremma ha portato una storia struggente e bellissima
Sabato 31 luglio a L’Isola dei libri, la kermesse letteraria che si tiene a Carloforte-Isola di San Pietro (SU) è stata la volta di Ciro Auremma e del suo nuovo libro,: “Il vento ci porterà” (Piemme, 2021)
Ciro Auremma non è nuovo della rassegna letteraria carlofortina, e per una sorta di cabala è stato ospite tutte le volte, questa è la terza, il 31 luglio. Per gli altri appuntamenti si trattava di Noir, per questo siamo invece di fronte al tipico romanzo di ampio respiro, anche se parlare di “tipicità” quando si parla di Auremma, è senz’altro un eufenismo.
di Antonello Rivano
Conversando con la scrittrice carlofortina Maria Simeone, l’autore ha raccontato una Sardegna lontana, ma non troppo, alternando la narrazione dei personaggi di fantasia, presenti nel romanzo, con quella di persone reali che tali personaggi hanno in parte ispirato.
Come abitudine delle serate de L’Isola dei libri si è registrato un pubblico numeroso e attento, dimostrazione che l’interesse per la buona letteratura non è stato intaccato, anzi probabilmente è avvenuto il contrario, dal difficile momento che stiamo da tempo attraversando.
Bellissima la storia, ricca di simbolismi, dove per poter essere liberi si deve volare lontano e per farlo bisogna recidere le propile radici. Si parla molro di libertà in questo libro. come aferma lòo stesso autore <<ho dovuto partire dal tassello più basso: la libertà individuale. Per parlare di quella che da tutti questi tasselli è composta. La nostra libertà non “finisce dove comincia quella degli altri” da quella degli altri, la nostra libertà “sostiene quella degli altri” Se crolla anche uno solo di questi tasselli…tutti gli altri, tutta la struttura “libertà” rischia di crollare>>
L’autore
Ha fatto parte, insieme tra gli altri a Francesco Abate e Renato Troffa, del Collettivo Sabot fondato da Massimo Carlotto. Con il Collettivo ha pubblicato: nel 2008 il caso editoriale “Perdas de Fogu” (edizioni e/o), vincitore del premio letterario Nori Ecologista “Jean-Claude Izzo”; nel 2014 per Rizzoli il romanzo “Padre Nostro”, secondo classificato nel 2015 al Premio Nebbia Gialla di Suzzara.
Insieme a Renato Troffa ha pubblicato i romanzi: “Sette giorni di maestrale”, inserito all’interno del trittico “Donne a perdere” (edizioni e/o, 2010) e finalista al IV Premio del Festival Mediterraneo del Giallo e del Noir; “Piove deserto” (DeA Planeta, 2019).
Suoi racconti sono comparsi su riviste e periodici.
Lavora in qualità di lettore e editor, e insegna tecniche narrative alla Scuola Baskerville. Per Book Advisor cura la rubrica di libri e scrittura “Niente trucchi da quattro soldi”.
Il libro
Tre volte sono morta, Elia, e in qualche modo ci sei sempre stato tu.
Anne Marie è solo una bambina di quattro anni il giorno in cui, sfuggita alla sorveglianza dei propri cari per pochi istanti, viene aggredita da un cane e salvata da un bambino poco più grande di lei. Da quel momento, la vita di Anne Marie non è più la stessa. L’apprensione negli occhi dei genitori di fronte al più piccolo passo, ogni anelito di libertà sedato sul nascere, nel ricordo di quel giorno infausto. Cresce timorosa Anne Marie, insicura e indecisa, perché è impossibile conoscere sé stessi se la strada che dobbiamo percorrere viene sempre tracciata da qualcun altro.
Il giorno in cui incontra nuovamente Elia, però, alla messa della vigilia di Natale del 1933, qualcosa la scuote nel profondo. Quel ragazzo così diverso, il sorriso sghembo a indicarne l’arroganza e una stella sulla mano sinistra per ricordare il giorno in cui l’ha salvata, le entra nel cuore e nella pelle. Ma per lei, figlia di un imprenditore antifascista e di una nobildonna francese, l’amore per quel giovane venuto dal niente, incortecciato nella camicia nera e nel fez e figlio del podestà di Nuoro che col Duce ha fatto la propria fortuna, non è neppure pensabile.
La scelta tra il sangue del nome che porta e quello che incendia la sua anima di ragazza è la più difficile della sua vita. Morirà e rinascerà altre due volte Anne Marie, sarà costretta ad andare lontano e a recidere le proprie radici, prima di poter prendere in mano il proprio destino.
Ciro Auriemma ci accompagna in una storia struggente e bellissima che richiama l’eternità di tutti gli sfortunati amanti della letteratura, ma ci pone anche di fronte alla difficile formazione e affermazione di una donna in un momento storico in cui la scelta di un ideale definiva l’identità delle persone.«
Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine
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