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non uno di più non uno di meno

Femminicidio: educare l’uomo maltrattante al rispetto ed alla non violenza.

Isernia. Il report della conferenza “Non uno di più, non uno di meno. La Violenza sulle donne è una questione maschile!” organizzato dalla Cooperativa sociale “La Terza I” tenutasi venerdi 21 ottobre 2021

La Cooperativa sociale “La Terza I”, in collaborazione con l’associazione “Kamaeira, ad Isernia avvia uno studio sul recupero psicologico dell’uomo violento e in un incontro presso il Grand Hotel Europa fa il punto sugli interventi da attuare per arginare il fenomeno dilagante del femminicidio

di Silvia De Cristofaro

La violenza definita “di genere” è una violenza perpetrata dagli uomini contro le donne “in quanto” donne che siano esse madri, figlie, mogli o compagne o conoscenti, amiche. Ed è una sofferenza inflitta alle vittime di questi abusi che proviene da una consapevolezza ben definita dell’uomo “maltrattante”. Che, in una condizione di frustrazione, agisce il più delle volte premeditatamente con l’intenzione di far del male fisico o psicologico. Il fenomeno è tristemente assai diffuso e fronteggiarlo significa avviare un’analisi sulle ragioni che spingono l’uomo ad assalire l’altro sesso e comprendere quindi le origini che generano questo comportamento.

E’ il proposito emerso durante la conferenza a carattere informativo e di formazione organizzata ad Isernia dalla cooperativa La Terza I in collaborazione con l’istituto di formazione Ipazia e l’associazione culturale Kamaeira: nell’introduzione della responsabile, la pedagogista Stefania Di Dio, è stato evidenziato come sia fondamentale, nell’ambito di una giusta prevenzione di questa piaga sociale, la capacità di leggere ed individuare in tempo  i segnali del maltrattante, capire in anticipo le motivazioni della violenza, prevedere l’atto di violenza studiando il comportamento dell’individuo maltrattante e gestire per quanto possibile le fragilità che determinano l’atteggiamento oppressivo nei confronti della donna. Se si ha intenzione di cercare di abbattere questo fenomeno sempre più dilagante (ogni due-tre giorni si registrano femminicidi da parte di uomini che poi confessano di aver amato la propria vittima) bisogna agire e non perdersi in chiacchiere- come ha specificato la dottoressa Di Dio.

Una delle soluzioni più giuste sarebbe quella di instituire uno sportello di ascolto per uomini maltrattanti. Se l’uomo violento capisce che può rivolgersi a specialisti per gestire queste sue emozioni negative, l’angoscia, la rabbia covata e riprendersi il controllo di se stesso, potrebbe già essere un passo avanti per prevenire l’atto di violenza. Anche l’intervento del sostituto commissario della questura di Isernia, Attilia Lepore, ha fatto emergere la necessità di intervenire con seri provvedimenti che diminuiscano i casi di maltrattamento del genere femminile a cui si assiste senza purtroppo spesso arrivare in tempo. La Questura– ha ribadito la dottoressa Lepore- è sempre attiva nell’accogliere denunce di violenza supportando le famiglie e aiutando le donne che subiscono minacce e violenze.

L’incontro- come ha spiegato Melina Loffredo, presidente dell’associazione Kamaeira di Isernia- è basato su un nostro format che consiste nell’abbinare a questi eventi  manifestazioni artistiche che riprendano il tema affrontato: danza,  narrazione teatrale,  poesia, cinema,  pittura, scultura sono protagoniste assieme alle relazioni degli esperti che sono presenti proprio perché l’arte è uno strumento spesso più diretto ed efficace della comunicazione.

La kermesse culturale ha infatti previsto l’esibizione di una rumba sulle note del brano “Vasame” danzato dalla ballerina Stella Petrarca della scuola “Time to Dance” di Isernia e l’esposizione di opere dell’avvocato e gallerista isernino Gennaro Petrecca che ha denunciato, attraverso un’illustrazione critica ed attenta sui dipinti esposti, la violenza sulle donne definendola sopraffazione della dignità, dell’essere umano e codardia dell’uomo che cerca una gratificazione ma che al rifiuto risponde vergognosamente con la disperazione di un atto malvagio.

E’ stato possibile, dunque, ammirare tra le tele esposte (e studiarne e capirne il significato) la riproduzione di dipinti come “Lo stupro” del pittore francese Edgar Degas e “Qualche piccola coltellata e non di più” della pittrice messicana Frida Kahlo e di Artemisia Gentileschi, pittrice italiana di scuola caravaggesca vittima di uno stupro che influenzò il suo iter artistico.

L’intervento del dottor Stefano Ciccone dell’associazione “Maschile Plurale”, docente di Sociologia presso l’Università Tor vergata di Roma, ha evidenziato quanto sia essenziale un’educazione al rispetto del genere femminile insegnato in famiglia perché la violenza è spesso frutto di una scarsa cultura del diverso, inteso in questi casi, del sesso opposto. Il rancore e la frustrazione maschile si trasforma in una forza del potere dell’uomo maltrattante che usa il più delle volte il ricatto per sottomettere e controllare in maniera ossessiva la donna scelta come vittima.

L’insegnante Rosanna Ramacciato è intervenuta relazionando sull’educare alla non violenza anche nei contesti scolastici. All’incontro sono intervenuti Filomena Calenda, assessore regionale alle Politiche sociali del Molise che invoca una maggiore sensibilizzazione contro la violenza ed il maschilismo, il capitano dei Carabinieri Severino Vera e il capitano della Finanza Aldo Cucciniello entrambi della sezione del capoluogo pentro. 

Toccanti il “Dialogo allo specchio” della professoressa Marilena Cristinzio con Gianluca Baccaro e la scrittrice Greta Rodan e la testimonianza di uomini maltrattanti narrate dalla voce dello scrittore Andrea Cacciavillani: le figure emerse da queste performance teatrali raffigurano uomini condannati al carcere, assassini, che riflettono sulla propria disperazione. Che chiedono un perdono che difficilmente arriverà.

  

Silvia De Cristofaro
Vicecoordinatore Nazionale di redazione/Coordinatrice Centro Italia

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