Alberto Angela e Napoli, la tv che vorremmo
Nella serata più importante dell’anno la Rai ci ricorda cosa significa servizio pubblico, e lo fa nel migliori dei modi, illuminando Napoli e raccontandocela attraverso Alberto Angela
E’ la Tv che vorremmo sempre, quella che la Rai ci ha proposto la sera del 25 dicembre: Cultura, bellezza e una Napoli vista sotto una luce diversa, non più “Gomorra” ma “scrigno” di alcune delle più belle meraviglie italiane.
di Antonello Rivano
Mi stavo chiedendo, nei giorni scorsi, perchè la maggior parte delle fiction di ultima produzione fossero ambientate a Napoli.
Napoli è una città che ho conosciuto tanti anni fa, per motivi di lavoro, e se è vero che ne ho potuto vedere problemi e difetti ho anche potuto apprezzare la sua “nobiltà”.
Ecco, Napoli è una città “nobile”, con un cuore grande, a volte immenso.
Ma la risposta al perché dell’ambientazione delle fiction non è questa.
Sono per la maggior parte “sceneggiati” (cosi si chiamavano un tempo) in cui la fa da padrone il crimine, in tutte le sue molteplici sfumature:
Napoli allora come stereotipo di “malavita”. La cosa più errata che si possa fare per un problema sociale è spettacolarizzarlo.
Ma la sera di Natale “Mamma Rai” ci ha fatto un regalo inaspettato, attraverso forse il volto e la voce più consoni a consegnarcelo.
Quattro milioni di spettatori, tantissimi reduci da cene di vigila e pranzi di festa, erano li, come me, incantati dalla storia e dalla bellezza di una città finalmente illuminata dalla luce giusta, vista da una prospettiva che le ha reso giustizia.
La Rai, la vera Rai è quella della sera di questo Natale, quella che, con Alberto Angela, ci ha guidato alla scoperta di Napoli e dei suoi tesori.
La vera Rai, per la quale vale la pena pagare il canone , è quella che ci mostra le meraviglie d’Italia, che educa e ci arricchisce.
E’ figlia di quella Rai che ha contribuito in maniera fondamentale all’alfabetizzazione degli italiani e forse anche all’unità di una nazione che era tale solo sulla carta, con un Nord e un Sud fortemente divisi, soprattutto sul piano culturale.
Allora ci piacerebbe vedere più spesso una televisione che non teme di parlare alla testa invece che alla pancia e al voyeurismo delle persone.
Una televisione, in particolare quella pubblica, che non ceda al volere degli inserzionisti pubblicitari, ai cliché commerciali, agli stereotipi e alle etichette.
Vorremmo che gli “Angela”, padre e figlio, non fossero gli unici depositari del buon modo di fare divulgazione, ma che facessero scuola, tendenza, perché hanno dimostrato che la gente ama il loro modo di proporre la conoscenza.
Credo che le parole di Alberto Angela, sulla trasmissione natalizia, dicano molto sul come si dovrebbe fare informazione:
“Con la puntata di stanotte abbiamo provato ad illuminare Napoli con la luce che merita, anche grazie alla magia che questa serata speciale è in grado di trasmettere.
Spesso, infatti, le cronache tendono a concentrarsi sulle ombre, che non intendiamo ignorare, che vanno individuate e combattute. Ma Napoli non è solo questo. Napoli è soprattutto luce.”
Da segnalare anche la trasmissione che ha fatto seguito a quella di prima serata: lo speciale dedicato a Enrico Caruso, condotto da Maurisa Laurito.
Un altro modo per ricordarci che anche nella musica Napoli è luce. Contradicendo Edoardo Bennato… non “Sono solo Canzonette”
Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine
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