Ven. Mag 3rd, 2024

San Severino (SA).Progetto “Pronto intervento sociale”

Venerdì 9 giugno scorso si è tenuto un convegno inerente al progetto

Alla presenza di una folta delegazione di operatori nel sociale, venerdì 9 giugno scorso si è tenuto un convegno inerente al progetto “Pronto intervento sociale”. Ospitato presso il Comune di Mercato San Severino, facente parte del consorzio “Valle dell’Irno” – ambito “S 6”. Vari gli items, la cui realizzazione sarebbe prevista dal progetto: il “Pronto intervento sociale” andrà a coinvolgere, ad esempio, la modalità di distribuzione per i beni primari; lo stanziamento di budget destinati al “benessere”; l’accoglienza abitativa temporanea; la cura degli ambienti domestici; i trasporti straordinari (per differentemente abili); l’accompagnamento psicologico e sociale per soggetti fragili. E così via. Il dibattito ha visto gli interventi del sindaco di Mercato San Severino, Antonio Somma, e di Gianfranco Valiante – primo cittadino della limitrofa Baronissi, nonché presidente del cda dell’azienda “Valle Irno – S 6” – per gli indirizzi di saluto istituzionale; di Carmine De Blasio, direttore generale dell’azienda stessa; di don Antonio Romano, vicario episcopale per la Carità – lo Sviluppo sostenibile e la Giustizia sociale (diocesi di Salerno-Campagna-Acerno); di Lucia Fortini, assessore regionale alle politiche sociali. Erano, inoltre, in sala: il vicesindaco Enza Cavaliere – con deleghe alle Politiche Culturali e alle Attività Produttive; l’assessore Assunta Alfano – per le Politiche Scolastiche e per il Terzo Settore; Franco Gismondi, sindaco della vicina Calvanico; Giorgio Marchese – primo cittadino di Siano; Teresa D’Auria (assessore alle Politiche Sociali nell’amministrazione di Fisciano); il consigliere comunale di San Severino Luigi Ingenito. Ed altri. Occorre ricordare che il consorzio “S 6”, cui appartiene (per l’appunto) l’amministrazione di Mercato San Severino, comprende anche gli enti di Bracigliano; Siano; Baronissi; Fisciano e Calvanico. Ha sede in Baronissi, in via Aldo Moro. Il progetto di cui al convegno intende essere un’innovativa offerta di servizi, dedicati alle categorie più deboli e/o “disagiate”. Le quali possono usufruire di un apposito numero “verde”, corrispondente all’800 88 33 34. Di concreto, ci saranno – a breve – nuove assunzioni di personale preposto ai cosiddetti e noti “piani di zona”. Per il benessere delle fasce maggiormente sofferenti. Almeno nelle intenzioni espresse – molto entusiasticamente – dai relatori, nell’ambito dell’happening. Il tutto, mirante ad alleviare, se non proprio ad azzerare, il “disagio” espresso da molte, troppe persone. Che – da adesso in poi – non dovranno esitare o titubare nel rapportarsi con gli operatori sociali; con gli esperti assistenti.

Tante belle parole, cui sicuramente – almeno si spera – dovranno seguire atti e fatti concreti e visibili; realizzabili. Dal sindaco Antonio Somma, a capo della collettività di San Severino, l’auspicio di poter assumere nuove risorse umane per intercettare il fabbisogno e l’emergenza nel territorio. I punti “caldi” sono – a detta del sindaco Somma: “la fornitura di beni di prima necessità” e “l’inserimento nel mondo del lavoro”. Necessario, per questo e per tanto altro, il “fare rete”. Proprio tramite le professionalità da impiegare nei piani di zona, affinché il pool di esperti sia davvero attivo in campi similari. Per Valiante, tanto è stato fatto, anche in collaborazione con l’assessore Fortini: “per fortuna la Regione Campania c’è” – sono state le parole di tale ospite. Che ha poi discusso sull’importante concetto di “giustizia sociale”, che segue l’ulteriore concetto di “sviluppo sostenibile”. Fra le realtà già esistenti, Valiante “rivendica” (a cura del consorzio) le strutture di casa/albergo e di “casa della comunità” – quest’ultima con assistenti psicologi, non soltanto per malati gravi bensì per anziani e – addirittura – per ragazzi bullizzati. Per De Blasio “Il sociale è un processo continuativo, sempre in evoluzione – ha esordito. Anche lui ha puntato sulle nuove assunzioni, all’interno dell’azienda “S 6”. Promettendo, al contempo, di intervenire sul “fenomeno povertà” (come lo ha denominato) provando a debellarlo non solo a livello economico. Ma distinguendo, in primis, tra “povertà transitoria” (o “momentanea”) e “povertà assoluta”. La differenza è fondamentale, secondo De Blasio, altrimenti non si può intervenire al meglio. “Urgentemente e immediatamente”. Supportati (e poi supportando) dal Banco Alimentare. In aula, era tra gli astanti anche il responsabile del Banco stesso: Roberto Tuorto. Molto di quanto è stato dichiarato, durante il briefing, si concretizzerà grazie (anche) ai fondi stanziati dal Pnrr – conosciuto come “Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Per lo meno, le attese son queste. Il progetto “Pronto intervento sociale” mira ad implementare l’attenzione verso i deboli, “lavorando insieme al terzo settore” – promettono gli illustri intervenuti. Oltre al “Banco Alimentare”, i relatori hanno parlato anche di cooperazione con la Caritas e con il mondo del volontariato. Ramificato, capillarizzato sul territorio.

Secondo i discorsi degli esponenti del terzo settore, i cittadini bisognosi non devono vergognarsi di rivolgersi agli operatori locali. Tuttavia, dichiara don Antonio Romano nel suo intervento: “Il vero povero è quello che non chiede mai. È orgoglioso e dignitoso, a modo suo”. Quindi è possibile che molti indigenti “assoluti” non siano “censiti” nelle zone territoriali. Anche perché – sostiene il sacerdote, che ha affermato di ricoprire il ruolo di vicario per la Carità da soli tre anni (mentre è prete dal 2003) – i tipi di povertà sono molteplici. Non si parla spesso, infatti, di “povertà psichica”. Che, tuttavia, attanaglia – per il presbitero – circa l’80% della popolazione dei clochard e/o di altri individui (“soggetti”) a rischio emarginazione. Ed esclusione. Un altro aspetto della povertà, della miseria, stigmatizzato da don Romano è la presenza, nei centri cittadini, di “falsi poveri”, ossia di persone che “pretendono” sussidi incessantemente. Magari spettanti maggiormente ad altri. Infine, ha tratto le conclusioni l’assessore Fortini. Che si è complimentata con i sindaci del consorzio “S 6”, per il lavoro egregio svolto in questi anni. Ha parlato di “territori dove le politiche sociali funzionano”. Esistono, comunque, altre aree in cui “le politiche assistenziali non funzionano”. “Non è una questione di soldi o di strutture che mancano – ha asserito Lucia Fortini – ma della preparazione degli operatori”. E della “discrezionalità” richiesta dagli enti economici locali, per erogare servizi e sussidi anche economici. Accanto al termine “discrezionalità”, l’assessore regionale ha accostato quelli di “speranza”; di “solidarietà” e di “solitudine”. A chiosa del suo discorso, ecco che la Fortini ha puntualizzato di potere o volere “eliminare o ridurre le politiche interventiste” a favore delle “politiche fisiologiche”. Detto in altri termini, occorre prevenire le criticità dei comprensori, non “curare” o agire solo quando l’emergenza è conclamata.

Dopo l’assessore Fortini, è terminato tale incontro – incentrato sul Welfare e sulle politiche del Benessere. V’è stato un intervento da parte di un esponente del pubblico; ha detto la sua un padre di famiglia “caregiver”. Che segue una ragazza con diversi handicap, necessitante di cure; attenzioni; sussidi. L’avventore ha lanciato (a modo proprio) un suo “grido di dolore” (metaforico) sulle condizioni dei portatori di disabilità. Che, senz’altro, vanno ricevuti, dagli organi competenti, ed ascoltati – con garbo e umanità. Ed è proprio ciò che il consorzio – mediante questa progettualità e altre proposte simili – già attua e si propone di effettuare, sempre al meglio. Proprio perché i disagi e le emergenze comprensoriali sono in aumento. E, come si sa, la soglia di povertà – anche quella “non assoluta” – si abbassa vertiginosamente. Retaggio della pandemia da Covid 19, e non soltanto. La gente, comunque, ha necessità di risposte urgenti; immediate; cogenti. Lo chiedano pure ai tanti assistiti di associazioni volontaristiche come la già citata Caritas. Operante, attiva, alacre anche a San Severino e dintorni. I piani di zona non possono non cooperare con le onlus più inserite addentro “meccanismi” (diciamo così) familiari e contestuali! Sono queste le cose che devono emergere da briefing similari! Ben vengano, quindi, tali attività da irrogare nel tessuto sociale!



Anna Maria Noia

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