La cultura al sud è davvero a rischio
Claudio Gubitosi, direttore del Giffoni film festival: “il sud merita rispetto”
Di Paolo De Leo
Dopo 53 anni di storia, il festival internazionale del cinema per ragazzi sta rischiando una forte battuta d’arresto. Questo si evince da un post sui social del direttore e creatore del Giffoni film festival, festival che ogni anno vede migliaia di ragazzi da tutto il mondo emozionarsi e vivere ogni anno del Giffoni film Festival come se fosse il primo e sempre stupiti dalla magia che l’evento riesce a creare sia nei cuori dei grandi che nei cuori dei più piccini un’esperienza nuova e magica, anche nell’evolversi giornaliero del festival stesso. Quello del 2024 dovrebbe essere la cinquantaquattresima edizione, che ha causa di questo governo rischia di non avvenire e quindi di spegnere la magia nei cuori dei grandi e dei piccini che ci lavorano, perché li un giurato è un perno dell’organizzazione quindi fa parte dei tanti che ci lavorano. Il festival da anche la possibilità di scambio culturale, essendo un festival internazionale al quale partecipano ragazzi di 47 paesi. Questo è quello che scrive il direttore Claudio Gubitosi: “GIFFONI RISCHIA IL BLOCCO”
“Carissime amiche ed amici, con 54 anni di onorata storia e tra le più belle avventure creative del mondo, quest’anno rischiamo seriamente di annullare o compromettere le nostre attività. Abbiamo condiviso tanti successi, ci siamo parlati tutti i giorni, ogni domenica mi seguite con affetto e attenzione e per questo vi ringrazio infinitamente. Non avrei mai voluto dirvi quello che sto per comunicarvi. A volte in questi anni e anche recentemente nelle relazioni locali, ho mantenuto freddezza, perseveranza, e ho cercato di gestire tutto senza mai lasciarvi un’ombra di dubbio. Oggi la situazione è diversa, vi spiego: i Fondi di Coesione del Governo italiano e del Ministero che fa capo al Ministro Fitto non sono stati ancora assegnati alle Regioni del Sud e i finanziamenti per la cultura e per le attività produttive della Cultura come Giffoni fanno parte di questa linea finanziaria. Siamo ormai a febbraio e non ci è dato di sapere quanto e quando la Regione Campania potrà disporre di queste risorse per poterle poi assegnare alle varie realtà della Campania. La programmazione, la scelta dei progetti, gli investimenti e gli impegni si prendono tra novembre e gennaio di ogni anno. La complessità di Giffoni obbliga questa tempistica. Una delle più grandi aziende culturali del mondo, unica nel suo genere, che ha portato benefici economici e sociali in un’area che era priva certamente di tutto questo, si trova in una situazione di sbandamento e di pericolose criticità. Il Sud merita rispetto, abbiamo lavorato tutti per anni affinché la nostra creatività e il nostro sapere potessero portare benefici ai cittadini, lavoro per i giovani, benessere e felicità. Nel contempo abbiamo dimostrato le grandi potenzialità culturali del Sud e della Campania. Come avete visto in questo momento di stallo tra il Governo nazionale e quello regionale sono intervenuto in modo forte e chiaro e la mia voce è stata ripresa da tantissimi quotidiani nazionali e locali, siti d’informazione ed agenzie di stampa. Sono stato l’unico a metterci la faccia tra gli operatori culturali del Sud. Confido nella vostra comprensione. Vi mobilito, facciamo sentire la nostra voce, azzeriamo le conflittualità e i partitismi nel bene comune. Vi invito a commentare qui le vostre reazioni, il vostro appoggio, l’amore che portate per la mia modesta persona, per il mio team, per Giffoni e per il Festival. I vostri commenti e condivisioni saranno utili per uscire fuori da questa palude. Siamo cittadini italiani e la nostra voce va ascoltata.
Vi voglio bene, vostro Claudio”.
La prossima edizione si svolgerà regolarmente ma questa è praticamente la fotografia di come lo Stato italiano ci voglia ignoranti.
Paolo De Leo