Genova. La Rete Genovese denuncia progetti urbani controversi e chiede maggiore coinvolgimento dei cittadini
Il comunicato dopo l’intervento a ‘Le politiche energetiche dell’Unione Europea e l’applicazione pratica sul territorio’
REDAZIONE LIGURIA
Venerdì 1 marzo, durante l’evento “Le politiche energetiche dell’Unione Europea e l’applicazione pratica sul territorio” tenutosi ai Magazzini del Cotone al Porto Antico, La Rete Genovese ha espresso profonda insoddisfazione riguardo ai progetti implementati dall’amministrazione locale. In un comunicato diramato nella serata dello stesso giorno è stata sottolineata la mancanza di un reale coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni, definendo i progetti “faraonici” e “” senza una consultazione adeguata.
In merito ai progetti urbanistici, la Rete Genovese afferma: “progetti calati dall’alto da questa amministrazione, sostenendo ancora una volta che sono imposti senza alcun percorso partecipativo e condivisione con i cittadini.” Si evidenzia inoltre una forte preoccupazione per l’impatto ambientale e sulla salute pubblica dei progetti proposti. Secondo il comunicato, tali progetti potrebbero produrre “milioni di tonnellate di CO2” e avere un impatto significativo, come riscontrato nella situazione attuale della Val Pocevera.
Il comunicato solleva inoltre dubbi riguardo ai progetti specifici menzionati. Riguardo allo Skymetro, si afferma che la prevista installazione di circa 250 piloni potrebbe deturpare irrimediabilmente la Val Bisagno, definendo tale impatto una “valanga di cemento”. Viene contestato anche l’utilità di un secondo tempio crematorio, definito un progetto che si vuole realizzare esclusivamente per fini economici, a discapito della salute dei cittadini.
Tra le critiche sollevate, vi è anche il progetto della funivia, considerato “assurdo” e pensato esclusivamente per i crocieristi, senza alcun beneficio per il quartiere del Lagaccio. Il comunicato sottolinea anche l’elevata presenza di inquinamento atmosferico dovuta alla vicinanza del porto e dei cantieri navali ai centri abitati, e critica l’assenza di una politica del verde adeguata che sacrifica continuamente gli alberi a favore del cemento.
L’assessore Campora, presente all’evento, è stato oggetto di critiche riguardo alla sua difesa dei progetti dell’amministrazione, sostenendo che fossero già inclusi nel programma elettorale. Tuttavia, la Rete Genovese sottolinea che ciò contraddice le promesse del sindaco Bucci di essere “il sindaco di tutti”, compresi coloro che non lo avevano votato, e che i fondi utilizzati per questi progetti sono pubblici, quindi appartenenti a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro preferenza politica.
La Rete Genovese chiede trasparenza e coinvolgimento: “L’assessore oggi ha detto che ci consegneranno una città diversa ma ciò non vuol dire che sarà una città migliore.” La visione della Rete Genovese è per una città “finalmente vivibile”, basata sul rispetto dell’ambiente, della vita e della salute dei cittadini, e richiede un modello democratico e partecipato di gestione del territorio.
Infine, si chiude con un appello per una gestione più responsabile e inclusiva.
“La Rete Genovese vuole invece una città finalmente vivibile, nel rispetto dell’ambiente, della vita e della salute dei cittadini, realizzata attraverso un modello democratico e partecipato di gestione del territorio.”
La Rete Genovese solleva gravi critiche nei confronti della gestione urbana di Genova, evidenziando lacune nelle politiche e nei progetti attuati dall’amministrazione locale. È evidente la necessità di un maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni che riguardano il futuro della città, al fine di garantire una crescita sostenibile e rispettosa dell’ambiente e della salute pubblica.
Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine