Napule è … Chiesa dei Girolamini
Un luogo mistico, ricco di stratificazioni architettoniche e sovrapposizioni stilistiche…
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Napule è …
Napoli è una città cosmopolita, poliedrica e contraddittoria, mai uguale a se stessa! Puoi visitarla anche mille volte, ma nasconde sempre qualche angolo sconosciuto.
Chiesa dei Girolamini
Nicoletta Lamberti
Con gli amici del gruppo “Vagabondi spensierati” guidati da Giuseppe Magno, Fabiola Romano e dalla guida esperta di HOTC, Heart Of The City, Francesca, lo scorso sabato abbiamo visitato la Chiesa dei Girolamini, facente parte dell’omonimo Complesso Monumentale, nel Largo dei Girolamini lungo l’affollatissima Via dei Tribunali.
Già nel 1561 a Roma Filippo Neri costituì una comunità di sacerdoti, i c.d. Oratoriani o Filippini, ai quali nel 1575 il Papa Gregorio XIII affidò la Chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma. Nel 1586, anche al fine di diffondere i principi della Congregazione dell’Oratorio, arrivano a Napoli gli stretti collaboratori di San Filippo Neri, gli oratoriani Talpa, Ancina, Borla e Tarugi.
Un luogo mistico, ricco di stratificazioni architettoniche e sovrapposizioni stilistiche, riaperto agli inizi di marzo 2024, e travagliato da oscure e turbolente vicende giudiziarie, in particolare, riguardanti la Biblioteca – riordinata da Giambattista Vico – contenente migliaia di capolavori, tra cui anche opere di Benedetto Croce.
I padri oratoriani qui a Napoli fondarono la casa napoletana dei padri Filippini e si dedicarono alla formazione di un’altra Biblioteca, nota come Biblioteca dei Girolamini, nome derivante dalla loro Chiesa di provenienza di San Girolamo della Carità di Roma.
Grazie a loro nacque il Complesso conventuale dei Girolamini/Gerolomini – di oltre 12000 mq su 7 livelli a cui sono annessi una Biblioteca, una Quadreria, due chiostri e due oratori: dell’Assunta e della Congregazione dei Dottori.
La facciata della Chiesa – dedicata alla Natività di Maria e tutti I Santi – è settecentesca, realizzata da Dioniso Lazzari nel 1780, su disegni di Ferdinando Fuga; ha due campanili uguali con davanti le statue di Pietro e Paolo, iniziate da Cosimo Fanzago e ultimate da Giuseppe Sanmartino; al centro vi sono le tavole della legge di Mosè ed Aronne. In alto svetta la Madonna della Vallicella del Sanmartino.
L’interno della Chiesa è invece di architettura seicentesca e barocca ricca di decorazioni in oro, stucchi e marmi per i quali fu definita “La Domus Area.”
Il bellissimo soffitto ligneo dorato a cassettoni fu gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943.
Sulla controfacciata della Chiesa si nota un affresco di grandi dimensioni di Luca Giordano del 1684 che rappresenta “La Cacciata dei Mercanti dal Tempio” .
Nell’abside della Chiesa vediamo un dipinto dedicato alla Madonna della Vallicella e Santi realizzato probabilmente da Luigi Rodriguez.
L’attuale altare è ottocentesco, invece l’originale seicentesco di Dionisio Lazzari fu trasferito in passato nella chiesa di Sant’Agata a Sant’Agata sui Due Golfi, vicino Sorrento.
Ai lati dell’Altare vi sono due Angeli Reggifiaccola in marmo di Carrara scolpiti da Giuseppe Sanmartino del 1787 che dopo 34 anni sono rientrati dal Museo di Capodimonte dove erano stati collocati dal 1979.
Ai lati dell’abside ci sono due cappelle: a sinistra quella intitolata a San Filippo Neri ed a destra quella dedicata all’Immacolata.
Nei transetti osserviamo due cappelloni dedicati uno alla Natività, le cui statue sono opera dello scultore Pietro Bernini, ed uno ai Santi Martiri.
Al di sopra delle porte di accesso ai due campanili nei dipinti sono rappresentate “La Morte di Ozia” e “La Cacciata di Eliodoro dal tempio” di Ludovico Mazzanti.
Le cappelle laterali sono undici ed hanno tutte lo stesso schema e cioè una tela centrale dedicata al Santo e due tele piccole laterali. Le cappelle a sinistra sono sei, tra cui San Pantaleone, Madonna della Neve, San Carlo Borromeo, ricca di lapdalazzuli, dipinta da Luca Giordano, quella di Sant’Agnese, con all’interno un dipinto di San Nicola da Bari; in alcune vi somo dipinti di Luca Giordano.
Le cappelle al lato destro sono cinque, tutte decorate quasi omogeneamente da artisti di estrazione toscana, emiliana e napoletana, tra cui alcune decorate da Guido Reni e Pietro da Cortona.
A Napoli i turisti cercano affannosamente di visitare la Cappella Sansevero per poter ammirare “Il Cristo Velato” del Sanmartino (che io ho visitato con mio figlio molti anni fa quando non era scoppiato il boom dei turisti a Napoli), ma anche qui in questa meravigliosa Chiesa hanno l’opportunità di ammirare numerose sculture del Sanmartino, tra cui i due meravigliosi angeli di marmo reggifiaccola.
Prima di lasciare questa splendida chiesa sul lato sinistro della Chiesa sul il pavimento lastricato in marmo non dimentichiamo di leggere la lapide dedicata a Giambattista Vico, seppellito in questa chiesa per sua volontà.
Venite a vederli!
Fonti: Wikipedia http://www.bibliotecadeigirolamini.beniculturali.it/
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Nicoletta Lamberti
Vice Coordinatore nazionale Polis SA magazine – Coordinatrice Redazioni