Lun. Mar 24th, 2025

“Il Vangelo secondo Maria”: riscrittura femminista di una figura sacra

Il film diretto da Paolo Zucca, rielabora la figura di Maria di Nazareth, proponendo una prospettiva innovativa e femminista sulla sua storia.


Riflessi di Cinema

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Riflessi di Cinema esplora i film italiani che hanno lasciato il segno, oltrepassando la prima visione. Un viaggio tra opere di qualità, con risvolti sociali e culturali, premiate e apprezzate dalla critica. Ogni pellicola è un riflesso della nostra società, da riscoprire con uno sguardo attento e curioso


Il Vangelo secondo Maria, diretto da Paolo Zucca e uscito nel 2024, è una trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Barbara Alberti, pubblicato per la prima volta nel 1979.

L’autrice è una scrittrice e giornalista italiana nota per il suo approccio audace alla letteratura e per il suo impegno nella scrittura femminista. Nata nel 1943, Alberti ha una carriera ricca di opere che affrontano temi sociali e culturali rilevanti. Questo romanzo, che ha mantenuto la sua attualità nel corso degli anni, reinventa la storia di Maria di Nazareth, presentandola sopratutto come una giovane donna in cerca di libertà, conoscenza e autodeterminazione.

Il film è stato presentato fuori concorso al Torino Film Festival, ottenendo riscontri positivi dalla critica per la sua reinterpretazione audace della figura di Maria e per il messaggio femminista che trasmette. Nonostante non abbia ricevuto premi, ha suscitato un notevole interesse tra il pubblico. La scelta di ambientare la storia in una Sardegna ricca di storia e cultura, utilizzando tra l’altro i suggestivi paesaggi del complesso nuragico di Tamuli, nel territorio di Macomer, e di avvalersi di attori come Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann ha conferito un tocco distintivo alla produzione, considerata una risposta necessaria ai temi sociali contemporanei

Dopo aver rifiutato un giovane e ricco pretendente in un matrimonio combinato dalle famiglie, Maria viene promessa all’anziano Giuseppe, venduta per poche pecore dal padre. Considerata troppo ribelle per un’unione vantaggiosa, Maria trova in Giuseppe non solo un marito, ma anche un compagno e un maestro. La loro relazione è diversa: lui non cerca di domarla o dominarla, ma le trasmette conoscenze proibite alle donne, come la lingua greca e la lettura della meridiana. Insieme coltivano il suo desiderio di esplorare il mondo e realizzare i suoi sogni, come quello di visitare la biblioteca di Alessandria in Egitto. Tuttavia, quando l’angelo annuncia la sua gravidanza divina, Maria vive l’evento come un’altra imposizione maschile sul suo destino. A quel punto, si ribella anche a Dio, rifugiandosi nell’amore umano e consapevole di Giuseppe, che rappresenta per lei la libertà e la possibilità di scelta che le erano state negate. Nel film Il Vangelo secondo Maria, c’è un momento cruciale in cui Maria rassicura Giuseppe dicendogli che sarà un buon “padre putativo”. Questa frase sottolinea il legame profondo tra Maria e Giuseppe, riconoscendo in lui una figura paterna per Gesù, sebbene non biologica. Giuseppe è presentato come una figura illuminata ed emancipata, un mentore e una guida che Giuseppe accetta con affetto e comprensione il suo ruolo nella vita di Maria, affrontando con coraggio e attenzione la complessità della gravidanza divina. Egli mantiene un profondo riconoscimento per lei come donna libera e autonoma, sottolineando che la loro relazione non è un’unione di costrizione, ma piuttosto il risultato di un autentico legame affettivo e di una connessione profonda. Questa dinamica evidenzia come entrambi scelgano di unirsi, celebrando la libertà reciproca e la considerazione che caratterizzano il loro amore.

Il Vangelo secondo Maria affronta temi fondamentali come la libertà, l’autodeterminazione e la ricerca della conoscenza, evidenziando le lotte delle donne contro le imposizioni sociali e religiose. Una delle frasi chiave del film, pronunciata da Maria, è: “La conoscenza non è un peccato, è un dovere.” In questo contesto, Maria invita Dio a eliminare la colpa legata al peccato originale, e quindi il peccato stesso, che deriva dall’episodio di Eva e il frutto dell’albero della conoscenza. Queste affermazioni diventano un potente manifesto di emancipazione, sottolineando il desiderio di Maria di sfuggire ai vincoli imposti dalla sua condizione di donna in un contesto patriarcale.

La rappresentazione di Maria da parte di Zucca offre uno spunto di riflessione sulla condizione femminile contemporanea. In un’epoca in cui le battaglie per l’uguaglianza di genere sono più attuali che mai, il film presenta una giovane donna che rifiuta di essere relegata a un ruolo passivo e obbediente. La sua ribellione contro un destino predeterminato non è solo un atto di sfida, ma un’affermazione della propria identità e dei propri desideri.

Ambientare la storia in un contesto storico e culturale ricco come quello dei nuraghi sardi non è casuale. I siti nuragici rappresentano un legame profondo con il passato, richiamando alla memoria le tradizioni e le storie di un popolo che ha sempre cercato di affermare la propria identità. In questo scenario, Maria emerge non solo come figura biblica, ma anche come simbolo di una lotta universale per la libertà e la dignità femminile.

Il Vangelo secondo Maria non si limita a riscrivere una storia religiosa, ma offre una prospettiva completamente nuova su una figura storicamente venerata e manipolata. Nel film, Maria racconta un sogno angosciante, scena ambientata nella splendida cornice del Bastione di  Saint Remy, a Cagliari, in cui viene portata in processione mentre si trasforma in una statua. Questo timore rappresenta la sua paura di essere ricordata come un simbolo da venerare, piuttosto che come una donna reale, con sentimenti e desideri propri..

La figura dell’arcangelo Gabriele, portatore dell’annunciazione, viene rappresentata nel film in modo inusuale. Le sue ali, visibilmente posticce, insieme alla sua freddezza burocratica, riflettono un approccio critico nei confronti della tradizione religiosa.

Attraverso una narrazione che si concentra sulla giovinezza e le aspirazioni di Maria, il film invita gli spettatori a riflettere su questioni di grande rilevanza sociale. La Madonna, rappresentata come una giovane donna assetata di conoscenza e libertà, diventa un esempio di resilienza e determinazione.

Con la sua narrazione audace e i suoi personaggi complessi, il film di Zucca stimola una riflessione profonda sulla condizione delle donne, rendendo la figura del vangelo un simbolo di speranza e di lotta per l’uguaglianza, in un’epoca in cui il desiderio di conoscenza e libertà continua a essere un obiettivo fondamentale per molte.

Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine


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