Lun. Mar 24th, 2025

Giuseppe Gracceva: L’eroe partigiano che salvò Pertini e Saragat

La vita straordinaria di Giuseppe Gracceva, comandante delle Brigate Matteotti, tra azioni eroiche, politica e disillusioni, raccontata nel libro di Massimiliano Amato presentato a Nocera inferiore (SA)

Giovedì 5 settembre, presso la biblioteca comunale di Nocera Inferiore, si è tenuta la presentazione del libro Gracceva – L’avventurosa vita del partigiano che salvò Pertini e Saragat scritto dal giornalista Massimiliano Amato, pubblicato da Arcadia Edizioni, nella collana di studi storici della Fondazione Pietro Nenni.

La serata è stata coordinata dalla giornalista Patrizia Sereno e ha visto i saluti del Sindaco Paolo De Maio, seguiti dagli interventi di Lino Picca, Presidente Anpi – Nocera Pagani, Giuseppina Esposito, presidente della Pro Loco di Nocera Inferiore, e Alfonso Oliva, Presidente IGO.

Il filo conduttore dell’incontro è stata la scoperta della figura di Giuseppe Gracceva, un partigiano conosciuto da pochi ma che ha avuto un ruolo fondamentale nella liberazione di Roma e, indirettamente, nel futuro del nostro Paese. Ognuno dei presenti ha sottolineato le straordinarie capacità organizzative, militari e strategiche di Gracceva, che coordinò azioni di guerriglia e sabotaggio contro i tedeschi e i fascisti, pagando con l’arresto, il ferimento e la tortura. Divenne una leggenda, tanto da essere nominato comandante delle Brigate Matteotti per Roma e il Lazio, con il soprannome di “Maresciallo rosso”.

Gracceva viene ricordato soprattutto come l’ideatore e artefice della fuga dei futuri Presidenti della Repubblica, Sandro Pertini e Giuseppe Saragat, dal carcere di Regina Coeli. Questo collegamento con il futuro è stato definito come un’azione degna di un film hollywoodiano: entrambi riuscirono a fuggire dalla prigione senza spargimenti di sangue, sfuggendo all’inevitabile fucilazione.

A Gracceva è stata riconosciuta la capacità di compiere una scelta antifascista già a soli 16 anni, mantenuta per tutta la vita nonostante le delusioni patite durante gli anni di militanza. La sua vita lo portò a cambiare partito, passando da quello comunista a quello socialista, in disaccordo con le modalità di proseguimento della liberazione della capitale.

Tra i suoi compagni di lotta vi furono Pertini, Vassalli, Nenni, Togliatti, Gramsci e i principali esponenti comunisti e socialisti dell’epoca, con i quali mantenne contatti anche negli anni successivi. Liberata Roma, Gracceva divenne uno dei fondatori dell’ANPI, raccogliendo testimonianze sui partigiani impegnati nella resistenza in tutta Italia. Successivamente fu eletto in Parlamento, ma comprese di essere un uomo d’azione più che un politico. Pur ricandidato dal Partito Socialista, non fu rieletto. A ciò si aggiunse la delusione per la mancata concessione della medaglia d’oro al valor civile, ricevendo invece quella d’argento. Decise allora di ritirarsi dai ruoli pubblici.

Reinventò la propria vita trasferendosi a Salerno, dove lavorò per l’ENI-AGID di Enrico Mattei, incarico che lasciò in contrasto con il successore dell’ente. Infine, tornò a Roma, dove morì nel settembre del 1978. Il Presidente Pertini fece celebrare solenni funerali con il picchetto d’onore, riconoscendogli in morte ciò che in vita gli era stato negato. A Gracceva venne successivamente intitolata una strada a Roma.

L’autore Massimiliano Amato ha raccontato la storia della liberazione di Roma immergendosi per due anni nell’archivio di un protagonista assoluto come Giuseppe Gracceva. Attraverso una descrizione vivida degli uomini e degli eventi che si sono svolti nelle strade romane, Amato è riuscito a trasmettere al lettore la capacità di immaginare e visualizzare ciò che accadde, una sensazione condivisa da tutti i presenti.

Redazione

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