Mer. Feb 19th, 2025

Sanità in crisi: quando le cure diventano un lusso

La mancanza di investimenti e le disuguaglianze nell’accesso alle cure pongono interrogativi urgenti sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale in Italia


La confusione che regna sulla cifra definitiva da destinare alla sanità nella nuova Legge di Bilancio 2024 riflette un malessere più profondo. La mancanza di chiarezza sugli investimenti necessari per rafforzare il nostro sistema sanitario solleva interrogativi su quale sarà il reale impatto delle prossime misure, specialmente in un contesto dove sempre più cittadini rinunciano a curarisi, ma forse sarebbe più esatto dire “sono costretti a non curarsi”, a causa di costi elevati e lunghi tempi di attesa.

In ogni caso,secondo quanto emerge, gran parte dei fondi previsti per la sanità sarà destinata al rinnovo dei contratti, fermi da anni, del personale sanitario, lasciando scoperti settori vitali come la prevenzione, l’abbattimento delle liste d’attesa e l’assistenza territoriale​.

La prevenzione, in particolare, è ormai una delle grandi assenti: la spesa è diminuita del 13% nel 2023 rispetto all’anno precedente, nonostante sia universalmente riconosciuto che investire nella prevenzione rappresenti un risparmio enorme per il sistema sanitario nel lungo termine.

Il 7° Rapporto della Fondazione GIMBE, un ente di ricerca indipendente che si dedica all’analisi e alla promozione della salute pubblica in Italia, è stato recentemente presentato e fornisce un’analisi drammatica dello stato attuale della sanità pubblica nel nostro Paese. I dati emersi non lasciano spazio a dubbi: il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è in grave crisi, e questa situazione non è più sostenibile. Mentre l’Italia si trova a fronteggiare l’emergenza sanitaria, le disuguaglianze regionali e il pesante fardello economico sulle famiglie continuano a crescere, rendendo le cure un lusso sempre più inaccessibile.

La crisi del personale, accentuata dalla pandemia e da scelte politiche discutibili, ha portato a un vero e proprio esodo di medici e infermieri. La carenza di personale sanitario sta influenzando non solo la qualità delle cure, ma anche la motivazione dei professionisti, costretti a lavorare in condizioni sempre più difficili. Inoltre, il dato allarmante di quasi 4,5 milioni di persone che hanno rinunciato a cure mediche nel 2023, di cui 2,5 milioni, costretti per motivi economici, sottolinea una realtà inaccettabile: il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, è sempre più compromesso.

La situazione è aggravata da un definanziamento cronico del sistema sanitario, con un gap di spesa di 52,4 miliardi di euro rispetto alla media europea. La scelta di considerare la spesa sanitaria come un costo da ridurre anziché un investimento da potenziare ha avuto conseguenze devastanti. L’aumento della spesa a carico delle famiglie, che ha raggiunto un +10,3% nel 2023, evidenzia come il SSN stia perdendo la sua funzione di rete di protezione sociale. La spesa out-of-pocket, ossia “a carico dell’utente” è diventata una realtà per molti, trasformando l’accesso alle cure in una questione di disponibilità economica piuttosto che di diritto universale.

È essenziale un impegno collettivo per ripensare la sanità pubblica italiana. La Fondazione GIMBE ha lanciato un appello per un patto politico e sociale che coinvolga tutti gli attori del sistema sanitario, affinché le istituzioni riconoscano la sanità come una priorità. È fondamentale adottare misure concrete per rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e garantire che il diritto alla salute sia accessibile, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione.

La salute è un bene comune, e la sua tutela deve essere una responsabilità condivisa. È tempo di realizzare un cambiamento radicale, in cui l’accesso alle cure non sia più considerato un lusso, ma un diritto per tutti. Il futuro della sanità italiana dipende dalla volontà di affrontare con determinazione le sfide attuali, assicurando a ogni cittadino la possibilità di ricevere le cure necessarie senza discriminazioni economiche o territoriali.

Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine

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