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Diario di una vittima della droga. 8

“Mi rivolgo ai giovani che mi leggono per dir loro che – anche se pensate di sapere voi della droga e delle devastanti conseguenze – non sapete NULLA!..”
(Camilla Roberto)

Diario di una vittima della droga   

Diario di Camilla Roberto, madre di Antonio Metad Eid Sayed, un ragazzo vittima della droga nel 2010.

Rubrica a cura di Nicoletta Lamberti


La mia lotta contro la droga è iniziata nel 2010, mentre tornavo dalla comunità con il mio Antonio e un nostro amico, dopo un colloquio. Ricordo esattamente il momento in cui dissi: ‘Ho deciso di lottare contro la droga’. Antonio si girò, eravamo in macchina, e mi dedicò un sorriso che non dimenticherò mai. Disse al nostro amico: ‘Hai sentito? E chi la ferma? Ha già deciso tutto!’. Da quel momento lotto, e il mio diario nasce per parlare a chi non vuole ascoltare la verità!”
Camilla Roberto

Antonio con la madre Camilla

 

31/01/2020

Dal diario di una Vittima della droga: IO

“Mi rivolgo ai giovani che mi leggono per dir loro che – anche se pensate di sapere voi della droga e delle devastanti conseguenze – non sapete NULLA! Intanto e questo lo ripeto sempre, ci sono stati casi di giovani che sono morti al primo spinello, vi ribadisco che nessuna droga fa bene e tutte fanno danni al nostro organismo creando non solo dipendenza, ma danni spesso letali: impotenza, sterilità e tanto altro ancora perché il corpo cede e le difese immunitarie calano. Con questo voglio dire che se non si muore stecchiti si vive da malati, diventando non solo un peso economico per la società, ma dei relitti che vagano alla ricerca di qualcosa che avevano e si sono fumati ….

E tutto questo per una madre voi non avete la più pallida idea di quanto dolore provochi!

Ecco ragazzi io vorrei avere della vita di mio figlio un video per farvi vedere il prima, il durante e il dopo, un ragazzo che neppure fumava, trascinato – come fanno con tutti – nella trappola che nonostante avesse scelto di vivere quella maledetta sera qualcuno o qualcosa lo ha UCCISO!

Abbiamo una vita soltanto e se pensiamo a chi per un giorno ancora lotta a denti stretti tra mille sofferenze sembra veramente assurdo che voi giovani vi possiate fare tanto male. No, voi non ne siete consapevoli ed è questo che mi impone la lotta. Devo assolutamente dirvi le cose come stanno anche se poi sta a voi scegliere se vivere o morire!

Ci sono mille cose per gioire della vita e nessuna per drogarsi. Nessun problema non ha soluzione solo la morte distrugge e voi avete il dovere di vivere e di vivere anche per lui.

La sua vita è stata sacrificata per esservi di aiuto e monito e per favore riflettete su quanto ho scritto.

Il prossimo a finire dritto nella bara puoi essere proprio tu e allora dici BASTA, chiedi aiuto o se sei un fortunato a non essere ancora nella rete rifletti, scassa pure qualcosa, dai a calci a qualcuno, urla MA RAGAZZO TUTTO E’ LECITO TRANNE DROGARSI!

LA VITA E’ BELLA E VA VISSUTA!

Chest’è!”



19/02/2020

Dal diario di una VITTIMA DELLA DROGA: IO

“Buongiorno a chi mi legge. Le riflessioni del mattino sono l’elaborazione di quelle notturne, fatte durante il  sonno, che sonno non è quando la droga ti ha ucciso un figlio di 24 anni! Il mondo è indifferente non solo al mio dolore, ma anche alla realtà che vede lo spaccio della droga, il business più conveniente di chi ha capitali. E sono loro che lucrano sulla pelle dei nostri figli, soldi inzuppati di lacrime e di sangue in una totale indifferenza della Società. Ma perché non agiscono? Semplice perché non gli conviene perdere soldi che fruttano alla grande con la BESTIA!

Un panorama sconcertante, statistiche che ci vedono ai primi posti nel consumo…..e chi si droga?

Tanti, troppi ed è un incubo che arriva e ti toglie tutto perché per una madre è come morire e sei praticamente spettatrice di un disagio che cresce, ti porta a conoscere il carcere anche, se ti va bene, o vedi la morte chiudere per sempre gli occhi di quel figlio a cui hai dato la vita!

E tu rimani amputata distrutta a far cosa? … Io sono rimasta a lottare, Ragazzo, a dirti che la droga non da ma toglie E può toglierti anche la vita!

Chest’e’”



19/02/2020

Dal diario di UNA VITTIMA DELLA DROGA:IO

“Questa mattina ho partecipato alla Conferenza Stampa tenutasi alla Provincia dove ho avuto modo di conoscere le attività avviate con i Protocolli d’Intesa per intervenire sulla violenza di genere. Ho ascoltato con estrema attenzione e sicuramente condivido ogni cosa, ma quando hanno chiesto chi aveva domande io ho alzato la mano. Ho espresso il mio personale parere e cioè in sintesi che bisogna intervenire in supporto a chi riceve violenza, ma ritengo che la cosa più importante da fare è capire perché accadono queste cose e bisogna fare un lavoro di Prevenzione partendo dall’educazione dei ragazzi nelle scuole.

Questi giovani devono essere educati a saper ascoltare, a saper parlare, a saper condividere e soprattutto ad avviare relazioni che siano amicali, familiari o personali “SANE”. Dobbiamo insomma “LAVORARE ” su di loro per avere future generazioni preparate a gestire al meglio la vita. Mancano ai nostri figli centri di aggregazione, manca la condivisione e le sane competizioni. Sempre più legati a uno schermo che li trasporta in un mondo virtuale, isolati e chiusi a ogni emozione e siccome ogni disagio conduce sempre alla droga…..ecco che lei dà quel benessere subdolo che diventa dipendenza e che trascina nel baratro. Cosa voglio dire?

Faccio un esempio che può far capire: parliamo del diabete, ottima iniziativa i centri antidiabete dove i pazienti sono seguiti da medici specialisti. Ma scusate non sarebbe più utile informare le persone di come condurre una vita sana? Investire in prevenzione significa avere meno diabetici da curare che a loro volta insegnano ai figli uno stile sano di vita e, quindi, anche un beneficio economico per la comunità perché i malati sono a carico di tutti.

E ritornando sul tema della dipendenza da droghe lavoriamo in sinergia nelle scuole perché ormai sono in crescita i giovani che fanno uso di droga e alcol e domani diventeranno persone devianti, aggressive destinate ad ammalarsi o a finire in carcere o a una prematura morte!!! Ed i bulli? Un bullo è quasi sempre un bambino abusato che da vittima si trasforma in carnefice in una catena che non finisce più’. E’ un sogno una società migliore? No, nonostante le scarse risorse unendo energie e competenze si possono fare grandi passi avanti.

Grazie Iolanda Ippolito di avermi dato la possibilità di essere presente per arricchire le mie conoscenze e consentirmi di lottare sempre meglio affinché nessuna madre possa vivere il mio dolore, una sofferenza senza fine che ben conosco.

E voglio aggiungere che la mia lotta è rivolta ai giovani e che non concedo la mia testimonianza per ricevere o meglio elemosinare nessun tipo di aiuto, Io non ho bisogno di nulla, tantomeno di pietà, ed invito le persone a riflettere su ciò che dico, sono fortunate a sentirne parlare, io non avuto aiuto da nessuno e quello che so l’ho imparato vivendo questa esperienza dolorosa di veder morire a soli 24 anni mio figlio.Tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa per i giovani, il futuro è nelle loro mani.

Chest’è!”



15/04/2020

Dal diario di una VITTIMA DELLA DROGA:IO

Le mie giornate hanno un denominatore costante ed è mio figlio Antonio, quella parte di me che ho perso, ed anche se io ho suo fratello, chi come me vive questa sofferenza sa quanto sia difficile esistere ancora perché vivere è un ricordo lontano.

La DROGA, la maledetta DROGA non vi da nulla ragazzi e toglie solo pezzi alla vostra esistenza, vi rende bestie, non avete né emozioni, nè logica.Vivere per drogarsi è squallido, è inutile, è dannoso e se vi dico che i miei figli neppure fumavano voglio farvi capire che si parte dalla sigaretta che poi diventa spinello e poi passare oltre è tanto facile! Alle 6:11 io parlo di questo? Io a pensare a come farvi capire cosa è la dipendenza, aiutarvi a non morire o rendere un inferno la vostra vita e della vostra famiglia ci penso giorno e notte. Entrare in carcere per una madre non è una bella cosa o’ cor’ s’spezz e pensate poi cosa significa per una madre vedere la morte e chiudere gli occhi a suo figlio a causa sempre della droga a 24 anni. Io ho vissuto tutto questo sulla mia pelle e sono incredula di essere qui a raccontarlo perché tutto questo t’accir!!

Non esiste pace per me, non posso superare questo dolore, ma posso aiutarvi a capire che vi state UCCIDENDO e in questo periodo che siamo costretti a una vita di rinunce non pensate che la droga sia la soluzione ragazzi. Parlate, chiedete aiuto a chi vi vuol bene, la mamma, il papà, i fratelli, uno zio …..chi volete ….ma parlate …..e sarà meno difficile non sbagliare più se avete già conosciuto a’ munnezz!

Ieri sera in uno di quei momenti di buio totale quando il dolore è talmente forte da non riuscire neppure a respirare ho avuto uno scambio non di parole, ma di “energia” con una cara amica la quale mi ha aiutato molto con quello che mi ha scritto mettendo in evidenza aspetti della mia lotta che io, annullata dalla sofferenza, sto mettendo a tacere, e non devo, non mi posso permettere perché come mi ha detto lei se io salvo un solo ragazzo ho già vinto e non devo mollare!

Dietro tutto questo? “Semp’ iss’ o’ figl’ miii” …. lui trova sempre il modo di aiutarmi e anche ieri è arrivato per farmi reagire!

No, io non mi fermerò e urlerò con tutte le mie forze: NO ALLA DROGA SI ALLA VITA!

Io porterò la mia testimonianza ovunque sarò capace di arrivare, scriverò quel libro…….

Chest’è!”

Pagine del diario di Camilla Roberto già pubblicate su Polis SA Magazine

Nicoletta Lamberti
Vice Coordinatore nazionale Polis SA magazine Coordinatrice Redazioni

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