
Orizzonti letterari – Speciale Natale 2024
Due poesie e un racconto per un Natale che va oltre luci e regali, diventando soprattutto un momento di riflessione
Orizzonti Letterari è una rubrica dedicata alla scoperta e all’esplorazione della narrativa e della poesia. Attraverso racconti e versi, offre, oltre agli autori di Polis SA MAgazine, anche ai lettori uno spazio aperto alla creatività e alla riflessione, dove le parole si intrecciano per evocare emozioni e ispirare nuove prospettive
In questo numero:
- POESIA: Bambini – di Nioletta Lamberti
Essere filo d’erba – di Danila Olivieri - NARRATIVA – Un cielo tutto per me – di Antonello Rivano
- DALLA REDAZIONE: Auguri della redazione
Modalità di partecipazione
Poesia
“La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve” Mario Ruoppolo (Massimo Troisi) in Il postino
Bambini
Bambini sporchi e affamati
Abbandonati su luridi giacigli
Figli di Dio anche loro
Sospirando e mugolando
Chiedono un tozzo di pane.
Piccole anime innocenti
Chiedono un sorso d’acqua,
Anche loro hanno diritto alla vita.
Mamme disperate, consapevoli
Della precoce fine dei loro figli.
L’ultima e unica speranza
L’aiuto di un Dio Onnipotente.
Nicoletta Lamberti (©Tutti i diritti riservati)
Essere filo d’erba
Tramontana nera, bianca di neve,
ma nasce tra le cime curve di cielo,
un gelo rosato d’ali di nubi.
E la stalla solitaria spersa nella bufera
è vicina con il suo caldo fiato
che sa di amore, sacrificio e fatica.
Potersi fare vento tempestoso,
narrare tutta la storia d’una vita
e cancellare con una raffica
i semi malvagi allignati
nella terra buona del contadino.
Essere tanti fili d’ erba e farsi fieno.
Danila Olivieri (©Tutti i diritti riservati)
Narrativa
“Va’ là fuori, trova una storia che ami e poi raccontala” Ron Howard
Un cielo tutto per me
Cammino piano, quasi per non perdere un solo istante di questa sera. Ogni passo è una carezza al tempo che scivola via, un ricordo che si aggrappa alla mia memoria. Tra i vicoli silenziosi, tra le case addormentate, il mondo sembra essersi fermato. Le persone perbene sono già a casa, raccolte nella loro famiglia.
Mi immagino cosa accade dietro quelle finestre illuminate: il calore di una stufa accesa, una tavola apparecchiata con cura, un piatto di cibo fumante. I volti di chi si ama che si cercano, le mani che si sfiorano. Forse, in questo preciso istante, stanno scambiandosi doni. Pacchetti confezionati con cura, piccoli o grandi che siano, pieni di pensieri e affetto. Me li figuro mentre sorridono, mentre si ringraziano con abbracci e carezze.
L’odore acre dei camini si mescola con quello del buon cibo che entra nelle narici, un nutrimento per il corpo e per l’anima. E’ tardi, ma io non mi faccio fretta, non voglio disturbare questo silenzio che è tanto più dolce quando non ha bisogno di parole. Le finestre chiuse non trattengono le risa, che arrivano lo stesso, nell’aria fresca della sera. Mi fermo un istante, sorrido a quelle voci lontane. È una gioia che non mi appartiene, ma che accetto con gratitudine, perché oggi, almeno per un attimo, il mio cuore è colmo di felicità.
Il passo si fa più lento, più leggero, mentre mi avvicino a casa, o meglio, a quel posto che da tempo considero mio. Sotto il ponte c’è il mio angolo: una coperta calda, che alcuni volontari mi hanno dato qualche settimana fa, avvolta in una busta plastica per proteggerla dalla pioggia. Un sacco di stoffa, che racchiude gli abiti che ho potuto ricevere grazie a chi ha pensato a me. Una piccola scatola di cibo, portata dalla mensa di uno dei centri di assistenza che, giorno dopo giorno, mi tende la mano. Non ho molto, ma ogni cosa che mi è stata donata ha il suo valore. Mi ricorda che, nonostante tutto, non sono invisibile, e che qualcuno si preoccupa.
Alzo lo sguardo: non ho mai visto tante stelle tutte insieme. Eppure sembrano tutte lì per me, a ricordarmi che anche nella semplicità del mio mondo, c’è qualcosa di meraviglioso.
Lontano, in un angolo sconosciuto della città, un pianto di neonato giunge alle mie orecchie, un suono che mi ricorda cosa sia davvero questa notte. Ed ecco, nel silenzio che segue, capisco: questo cielo, queste stelle, sono il mio regalo di Natale. Un dono silenzioso, che mi ricorda che, a volte, la bellezza della vita si trova nei momenti più semplici, nei passi che facciamo senza fretta, nelle cose che accogliamo con il cuore aperto. E sorrido, perché, in questa notte stellata, anche io appartengo al miracolo di esistere.
Antonello Rivano (©Tutti i diritti riservati)
AUGURI

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