Dom. Mar 16th, 2025

M – Il Figlio del Secolo: La storia di Mussolini tra realtà e narrazione

Dal romanzo di Scurati alla serie di Joe Wright: un’analisi critica tra politica, storia e spettacolo


“TV e Dintorni” è una rubrica che esplora i programmi televisivi più influenti, includendo quelli che hanno avuto un impatto culturale e sociale significativo. Esamineremo anche i programmi che generano le maggiori interazioni sui social media, riflettendo su come la TV e il web influiscano nel plasmare la cultura, le opinioni pubbliche e le dinamiche sociali

M- Il Figlio del Secolo

“M – Il Figlio del Secolo” ha suscitato dibattiti sin dalle prime puntate. La serie, tratta dal romanzo di Antonio Scurati e diretta da Joe Wright, è andata in onda su Sky e NOW dal 10 gennaio e si è conclusa la scorsa settimana. Con Luca Marinelli nei panni di Mussolini, ripercorre gli anni cruciali dell’ascesa del fascismo in Italia, dalla fondazione dei Fasci di Combattimento nel 1919 fino al discorso del 1925, successivo all’omicidio di Matteotti.

Il romanzo di Scurati: un esperimento tra storia e narrativa

Il romanzo di Antonio Scurati, M – Il Figlio del Secolo, non è un semplice racconto della vita di Benito Mussolini. Pubblicato nel 2018 e vincitore del Premio Strega nel 2019, il libro è un’opera che mescola storia e fiction in modo innovativo, proponendo un affresco potente e disincantato della politica italiana degli anni ’20. Scurati ha scelto di scrivere il romanzo come un “documentario romanzato”, utilizzando fonti storiche, discorsi e scritti dell’epoca, per ricostruire le tappe principali della carriera di Mussolini. La narrazione non si concentra su un’analisi psicologica del personaggio, ma lo esplora attraverso le sue parole, i suoi gesti e le sue azioni, restituendo così un ritratto denso di realtà, ma anche senza una vera e propria condanna morale.

Il libro di Antonio Scurati, Premio Strega 2019

Scurati adotta uno stile narrativo che impone al lettore una riflessione critica sulle dinamiche politiche e sociali che hanno reso possibile l’ascesa del fascismo. Le voci che emergono nel romanzo sono spesso quelle di personaggi che, come il Duce, si inseriscono nella storia attraverso una lotta incessante per il potere, spingendo il lettore a riflettere su come il fascismo abbia sedotto una parte importante della popolazione italiana. Con M – Il Figlio del Secolo, Scurati invita a un’analisi rigorosa, ma senza giudizi facili, lasciando al lettore la libertà di formarsi un’opinione personale.

Dal libro alla serie: fedeltà e differenze

La serie televisiva, pur mantenendo il cuore del romanzo, introduce inevitabili adattamenti necessari per il formato audiovisivo. Diretta dal britannico Joe Wright, noto per il suo lavoro in film come Anna Karenina e Cecilia, la serie si distingue per una messa in scena visivamente potente, con una fotografia scura e uno stile cinematografico che conferisce alla narrazione un’intensità drammatica unica. La serie non segue la stessa struttura del libro, ma si concentra maggiormente sulla figura di Mussolini, enfatizzando il suo potere di persuasione e la sua trasformazione da leader politico a figura simbolica del fascismo.

La locandina della serie Sky

L’interpretazione di Luca Marinelli è uno degli elementi più apprezzati della serie. L’attore, che ha già conquistato il pubblico per la sua abilità di rendere complessi i suoi personaggi, riesce a dare vita a un Mussolini tanto magnetico quanto inquietante. Nella serie, il Duce non è solo un politico spietato, ma anche un uomo capace di sedurre e manipolare le masse, rendendolo, paradossalmente, una figura più sfaccettata rispetto alla sua rappresentazione nel romanzo, dove appare spesso come un’entità quasi mitologica.

Luca Marinelli-A destra nelle vesti di Mussolini

Nonostante i cambiamenti, la serie rispetta il rigore storico del romanzo. Tuttavia, il formato televisivo impone una semplificazione del contesto e una maggiore enfasi sul conflitto emotivo e personale, sacrificando talvolta la dimensione più analitica e documentaristica dell’opera di Scurati. Alcuni personaggi secondari e dettagli storici sono meno approfonditi rispetto al libro, ma la serie compensa con una narrazione visiva che rende coinvolgente e spettacolare la trama.

Le polemiche sui social: tra plausi e critiche

Come prevedibile, la serie ha suscitato una serie di polemiche sui social. Alcuni spettatori hanno lodato la qualità della produzione e l’intensità dell’interpretazione di Marinelli, sostenendo che la serie riesca a restituire in maniera efficace la brutalità dell’ascesa del fascismo senza indulgere in retoriche eccessive. Tuttavia, non sono mancate le critiche: c’è chi ha accusato la serie di umanizzare troppo Mussolini, quasi rendendolo una figura comprensibile, se non addirittura affascinante, per il pubblico. Questa rappresentazione ha suscitato preoccupazioni riguardo a un possibile abbassamento della soglia di allerta nei confronti di figure storiche come il Duce.

Mussolini in una foto d’epoca e interpretato da Marinelli nella serie Sky

Inoltre, alcuni spettatori hanno accusato la serie di avere una prospettiva troppo orientata a sinistra, contestando il modo in cui vengono rappresentate le dinamiche politiche dell’epoca. Le polemiche si sono intensificate soprattutto sulle piattaforme social, in particolare su Facebook, dove molti utenti hanno criticato alcune scene, ritenendole eccessivamente caricaturali e incapaci di restituire con la necessaria serietà il contesto storico dell’epoca

Il trasformismo di Mussolini e le colpe del silenzio

Una delle caratteristiche più inquietanti di Mussolini, come emerge dalla serie e dal libro, è il suo trasformismo. Il Duce ha mostrato una straordinaria capacità di adattare le sue posizioni politiche, modificando alleanze e ideologie in base alla situazione e ai suoi interessi personali. Questa flessibilità opportunistica è stata fondamentale per l’ascesa del fascismo, ma anche per la sua durata: Mussolini è riuscito a conquistare e mantenere il potere, passando da un repubblicano socialista a un leader autoritario e militarista, manovrando con abilità tra le diverse fazioni politiche e le potenze internazionali. In un monologo della serie televisiva M afferma:
Io sono come le bestie: sento il tempo che viene.
E non importa come, il mio tempo è arrivato.
Cosa importa se sono diventato l’uomo che odiavo da ragazzo.
Io sono una bestia coerente.
Ho tradito tutti. Tradisco anche me stesso.

Una scena della serie TV Sky: M-Il figlio del Secolo

Ma la responsabilità non ricade solo su Mussolini. Un’intera classe politica, istituzionale e culturale ha contribuito all’ascesa del regime, omettendo di opporsi o addirittura sostenendo il fascismo, finendo per legittimarlo e dargli forza. La monarchia, il Vaticano, il Parlamento, i settori industriali, la classe militare, e perfino alcune frange del movimento socialista e del Partito Popolare Italiano, sono stati complici, nel silenzio o nella collaborazione. Se la figura di Mussolini è stata certamente centrale, l’ascesa del fascismo non è mai stata una sua solitaria realizzazione, ma piuttosto il frutto di una sinergia tra poteri che non solo non lo hanno ostacolato, ma in molti casi lo hanno favorito, cercando di trarre vantaggio dal regime in espansione.

Un racconto necessario

M – Il Figlio del Secolo è un’opera ambiziosa che ha saputo incuriosire e provocare. Il romanzo di Scurati ha il merito di aver restituito, con rigorosa analisi storica, la figura di Mussolini e l’ascesa del fascismo, invitando a una riflessione profonda sulle dinamiche del potere. La serie, pur nella sua necessaria semplificazione, riesce a trasmettere l’intensità della storia e a suscitare domande difficili su quella parte del nostro passato.

Che si apprezzi o meno, la serie e il libro hanno il merito di aver riportato al centro del dibattito quel passato della storia italiana che non può essere ignorato. Comprendere quel passato, quel passato che ha portato alla nascita di un regime totalitario e alla soppressione della libertà, non significa giustificarlo o condannarlo, ma fare in modo che non si ripeta mai più.

REDAZIONE CULTURA

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