
Multedo di Pegli. La Deposizione di Cristo dalla Croce: Secoli di tradizione e fede a Monte Oliveto
Un Rito che Unisce la Storia della Comunità di Multedo alla Memoria della Passione di Cristo
Il Venerdì Santo del 18 aprile 2025 segnerà ancora una volta una solenne commemorazione della Deposizione di Cristo dalla Croce nella Chiesa di Monte Oliveto, a Multedo di Pegli. Questa tradizione, che risale al 1616, continua a rappresentare un pilastro spirituale e culturale per la comunità locale, mantenendo viva una devozione che attraversa secoli di storia. Ma oltre alla sua ricca storia religiosa, la cerimonia è anche un’importante manifestazione della memoria collettiva di una comunità che trova nella fede cristiana il suo nucleo identitario.
Le Radici Storiche della Cerimonia
La cerimonia della Deposizione non è solo un rituale che ricorda la Passione di Cristo, ma è anche un gesto di connessione tra la fede religiosa e le tradizioni locali, che vengono alimentate da un forte senso di identità comunitaria. Fin dalla sua istituzione nel 1616, il rito ha avuto come cuore la Chiesa di Monte Oliveto, un luogo che ha rappresentato il centro spirituale della comunità di Multedo. La sua posizione geografica, a cavallo tra il mare e l’entroterra, simboleggia perfettamente il legame tra il sacro e la vita quotidiana della gente, come una sorta di ponte tra il divino e l’umano.

Nel corso dei secoli, la cerimonia si è evoluta ma non ha mai perso il suo significato primario: comunicare la sofferenza e la speranza attraverso il ricordo della morte e della sepoltura di Gesù Cristo. Sebbene l’aspetto liturgico abbia mantenuto la sua centralità, la comunità di Multedo ha vissuto questo evento non solo come una pratica religiosa, ma anche come un momento che riunisce famiglie, giovani, anziani, e bambini, trasmettendo il valore della comunità ecclesiale a ogni nuova generazione.

La Riforma Liturgica e il Nuovo Ordinamento della Cerimonia
Nel 1955, le riforme liturgiche della Chiesa cattolica modificarono alcuni aspetti delle celebrazioni pasquali, incluso il Venerdì Santo. La nuova organizzazione della celebrazione, con l’orario spostato al pomeriggio, ha messo in risalto l’aspetto della commemorazione e della meditazione sulla morte di Cristo, piuttosto che il dramma fisico e visivo della crocifissione stessa. Tuttavia, a Monte Oliveto, questo cambiamento non ha alterato la struttura fondamentale della cerimonia, che ha continuato a seguire il racconto evangelico della passione di Gesù, mettendo in scena simbolicamente la Deposizione e la sua sepoltura.

Questo passaggio, simbolicamente, ha rappresentato anche il trasferimento dell’evento dal piano fisico a quello spirituale, in quanto la rinnovata celebrazione ha avuto un effetto più profondo sulla meditazione interiore dei partecipanti, anziché solo sulla visione di una scena drammatica e scenografica. La centralità della rappresentazione della sofferenza di Cristo ha stimolato una riflessione più intima, non solo sul sacrificio di Cristo, ma anche sulla sofferenza umana e sul mistero della morte e risurrezione.
Il Ruolo delle Confraternite e il Supporto della Comunità
Un aspetto fondamentale della cerimonia è stato il coinvolgimento della Confraternita dei Santi Nazario e Celso, che ha avuto un ruolo fondamentale nel mantenere viva la tradizione e nel garantire che la celebrazione non venisse mai meno, anche nei periodi di crisi. Le confraternite, con la loro devozione e il loro lavoro instancabile, sono sempre state il cuore pulsante di molte tradizioni religiose italiane, e quella di Multedo non fa eccezione. La loro azione ha permesso che l’evento si mantenesse immutato nel tempo, ma anche che si evolvesse per adattarsi ai mutamenti sociali e religiosi.

Nel corso degli anni, la collaborazione tra chiesa e comunità è stata essenziale per l’organizzazione della cerimonia. Non è stato raro vedere i fedeli impegnati in vari ruoli, dal trasporto del Cristo morto a quello di accompagnatori nella processione. Questo spirito di comunione e di condivisione ha avuto un valore eccezionale, portando i membri della comunità di tutte le età a partecipare a questo rito di passaggio che simboleggia la morte, ma anche la speranza di una vita nuova.

La Pala di Pier Francesco Sacchi: Un Simbolo Artistico di Profonda Fede
Un elemento che conferisce un valore aggiunto alla cerimonia è la presenza della pala di Pier Francesco Sacchi, che nel 1527 dipinse la scena della Deposizione. Questo capolavoro, che rappresenta l’incontro tra la fede e l’arte, è stato esposto nella chiesa di Monte Oliveto fino al 1946, quando fu portato in restauro. La pala ha sempre avuto un impatto straordinario sui fedeli, non solo come opera artistica di grande valore, ma anche come simbolo visivo della Passione di Cristo.
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Anche se la pala non è più visibile nella sua posizione originale, essa continua a essere ricordata nei cuori di chi ha vissuto la sua presenza per tanti anni. In qualche modo, la sua immagine continua a permeare la cerimonia, poiché l’iconografia che essa ha trasmesso è ancora viva nella memoria collettiva di chi partecipa al rito. Questo legame tra l’arte e la liturgia ha reso la Deposizione un’esperienza viscerale per i partecipanti, che trovavano in essa un momento di riflessione profonda sulla morte di Cristo e sul suo sacrificio per l’umanità.
Un Legame Tra Passato e Futuro
L’anno 2025 non è solo un nuovo capitolo della storia di una cerimonia, ma anche un’occasione per celebrare la memoria storica della comunità di Multedo, che continua a tramandare ai giovani il valore della fede e della tradizione. Le nuove generazioni sono invitate a partecipare a questa cerimonia non solo come osservatori passivi, ma come protagonisti di una tradizione che unisce passato e futuro, storia e spiritualità.

In questo contesto, la cerimonia del Venerdì Santo del 2025 non sarà solo un rito religioso, ma anche un atto di coesione sociale che trasmette alle future generazioni il valore della comunità, dell’appartenenza e della speranza cristiana. La cerimonia della Deposizione di Cristo dalla Croce a Monte Oliveto continua a essere un evento che va oltre il semplice ricordo della morte di Gesù, diventando un atto che rievoca la sofferenza universale dell’essere umano e l’attesa di una rinascita spirituale che è al cuore del messaggio cristiano.
Fonti storiche e immagine della pala con didascalia : Avviso sacro Parrocchia di Multedo Marzo 2016 con testo a cura di Silvio Zavattoni. Per approfondimenti vedi nel volume Centro Universitario Ponente, Pegi nomen a fontibus Pegli, Multedo e S. Carlo, arte e storia delle Chiese, Genova, Erga Ed. 2010, pp. 28-81 il capitolo di S. Zavattoni, La Chiesa di Santa Maria e dei Santi Nazario e Celso di Monte Oliveto e l’Oratorio dei Santi Nazario e Celso a Multedo di Pegli)
Antonello Rivano