
Alessandro Forlani: Il buio, i colori e la verità del vivere
Un romanzo di finzione, una storia reale: Alessandro Forlani racconta la disabilità senza retorica, con ironia e profondità
[di Sara Piccardo]

Oggi voglio parlarvi di un romanzo. Si intitola Il buio e altri colori, lo ha scritto il giornalista Rai Alessandro Forlani ed è stato pubblicato dall’editore Manni nel 2024.
Perché parlare di un romanzo all’interno di una rubrica che fino a questo momento si è occupata di storie di persone realmente esistenti? La domanda è lecita. Il buio e altri colori è sì un romanzo, con un protagonista di fantasia, ma quella che è contenuta in queste pagine è una vicenda che ha molti punti di contatto con la vita dell’autore, giornalista radiofonico ipovedente proprio come il suo personaggio (o alter ego?). Chi lo segue sui social da un po’, infatti, non può non aver ritrovato, leggendolo, un buon numero di episodi e di osservazioni condivise da Forlani nel corso degli anni.
Ma veniamo al dunque. L’autore racconta in queste pagine la storia di Michele Achilli, giornalista di 46 anni, che nel giro di pochi mesi perde la vista a causa della retinite pigmentosa e deve perciò reimparare a gestire ogni ambito della propria vita: il lavoro, gli spostamenti, i rapporti interpersonali, ma anche le cose più quotidiane e apparentemente insignificanti, come la ricerca di un gommino di protezione degli auricolari caduto sul pavimento di casa.
Non è un percorso lineare, quello di Michele. Ci sono avanzamenti e arretramenti: momenti buoni e momenti no si alternano fino alla fine del romanzo. Si può dire che la sua nuova vita è una successione ininterrotta di scoperte, alcune gradevoli, altre molto meno. Innanzitutto, la scoperta dei sensi che la vista ha tenuto in secondo piano. Michele, che pure vive a Roma da molti anni, si rende conto di non conoscere, se non in minima parte, gli odori della sua città. Dovendo imparare a muoversi senza fare affidamento sugli occhi, inizia a identificare i luoghi anche grazie all’olfatto: il fetore dei cassonetti, il profumo di una siepe, l’odore pungente del cloro diventano punti di riferimento.

La stessa cosa vale per i suoni, sentiti mille volte ma mai veramente ascoltati fino al momento in cui non ha potuto prescinderne. Clangori, stridii, sferragliamenti diventano così una mappa uditiva per interpretare l’ambiente circostante, in primis l’onnipresente — e imprevedibile — metropolitana della Capitale.
Ci sono anche altre scoperte, nella vita di Achilli. Sono quelle che prima ho definito meno gradevoli. La principale, e più difficile da metabolizzare, riguarda gli atteggiamenti delle persone che entrano in contatto con lui. C’è chi gli si rivolge come farebbe con un bambino, chi gli dà del tu pur senza conoscerlo, chi lo ignora del tutto parlando con la persona che lo accompagna, chi sillaba le parole immaginando abbia difficoltà a capire i concetti più basilari, chi attacca bottone parlando di nonni, zii, sorelle non vedenti a lui del tutto sconosciuti. Stupidaggini, in apparenza, ma quando diventano una colonna sonora della tua vita, non puoi non farci caso.
Infine, c’è Asia, la compagna di viaggio fedele ma non certo irreprensibile, che sarà la bussola di Michele nella sua nuova vita. Asia è un cane guida, un golden retriever per la precisione, che ama mangiare e rotolarsi nella spazzatura, capace di avvertire Michele dei pericoli e, allo stesso tempo, di scappare attratta dal panino al prosciutto di un senzatetto.
Ecco, questo è secondo me ciò che rende unico il libro di Alessandro Forlani: non c’è idealizzazione. Non viene idealizzata la disabilità visiva, non viene idealizzato il protagonista (al contrario, Michele ha un bel campionario di difetti e se li riconosce tutti), neanche il cane guida viene messo su un piedistallo, come spesso succede.
Il buio e altri colori vi farà passare dal riso alla commozione, dall’arrabbiatura alla meraviglia. A Michele Achilli vorrete bene e lo detesterete nel giro di poche pagine, proprio per il fatto che non è un “santino”, ma un essere umano complesso e sfaccettato, con le sue insicurezze, le sue idiosincrasie, i suoi entusiasmi, i suoi puntigli.
Dopo essersi dimostrato negli anni scorsi un ottimo saggista, Alessandro Forlani ci ha sorpreso piacevolmente anche con la sua verve narrativa.
Penso sia superfluo dirvi che Il buio e altri colori ve lo consiglio caldamente!
Sara Piccardo