Mer. Ott 15th, 2025

L’Oratorio di San Martino a Pegli: un patrimonio d’arte da riscoprire

Un gioiello artistico, dalle origini medievali, nel cuore del ponente genovese

TESORI D’ITALIA

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L’Oratorio di San Martino a Pegli

di Lorenzo Bisio, storico dell’arte

Nel cuore di Pegli, quartiere del ponente genovese, sorge un edificio che dall’esterno potrebbe sembrare modesto e privo di particolari attrattive. In realtà, l’oratorio di San Martino, appartenente all’Arciconfraternita di San Martino, custodisce un patrimonio artistico e storico di grande rilievo, capace di raccontare secoli di devozione e di trasformazioni del territorio.

Un edificio dalle origini medievali

La nascita dell’oratorio risale alla seconda metà del XIII secolo, quando venne edificato su una preesistente costruzione privata oggi scomparsa. Collocato poco sotto la chiesa parrocchiale di San Martino, l’edificio ha subito numerosi interventi nel corso dei secoli, dettati sia dalle esigenze liturgiche sia dall’evoluzione del gusto artistico, come riportato nel volume “L’oratorio di San Martino di Pegli dalle origini ai nostri giorni” del sacerdote Guglielmo Salvi (1965).

Le opere d’arte e le decorazioni

Già nel Settecento il pittore e scrittore Carlo Giuseppe Ratti menzionava l’oratorio nel libro “Descrizione delle pitture, scolture e architetture…”, elogiando anche i lavori del padre Giovanni Agostino Ratti. All’altare maggiore spicca infatti una tela del 1730 circa, attribuita a quest’ultimo, che raffigura San Martino a cavallo tra i santi Giovanni Battista e Benedetto.

Proseguendo lungo la parete sinistra si incontrano scene di grande suggestione: San Martino che resuscita un morto, dello stesso Ratti, la Flagellazione di Antonio Maria Pittaluga (1713), la Cattura di Gesù (1714) e Gesù nell’Orto, di Giovanni Battista Chiappe, suo primo dipinto istoriato secondo le cronache settecentesche.

Sulla destra dell’altare principale sono esposti altri capolavori: San Martino che bacia un lebbroso, Gesù mostrato al popolo da Pilato, l’Innalzamento sulla croce e la Lavanda dei piedi. Degno di nota anche il crocifisso ligneo, probabilmente della scuola del Maragliano e un affresco con la Madonna, la Maddalena e San Giovanni che dialoga con la scultura lignea.

L’altare laterale destro ospita una tela dedicata a Santa Lucia, mentre sul fondo campeggia il grande dipinto di Gesù che pranza nella casa di Simone il lebbroso, con la Maddalena nell’atto di lavargli i piedi.

La volta, affrescata da Giovanni Agostino Ratti intorno al 1755, rappresenta gli episodi salienti della vita del santo titolare: dall’incontro di Gesù con i discepoli a Emmaus all’Ascensione e alla Resurrezione.

Un luogo da riscoprire

L’oratorio custodisce anche arredi, statue e crocifissi non sempre menzionati nelle guide, ma visitabili gratuitamente grazie all’impegno della confraternita.

L’accesso è possibile la domenica e nei giorni festivi, dalle 10 alle 13, con la Messa alle ore 12. Per gruppi o visite è consigliata la prenotazione al numero 010 696 7494.

Lorenso Bisio

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