Nato nel 1900, nel 1919 si trasferisce con la famiglia a Salerno dalla frazione Curteri di Mercato San Severino dove era nato . Studente di ingegneria aderisce al Socialismo e l’anno dopo nel maggio del 1920, si svolge una grande e festosa manifestazione per la posa della prima pietra della Casa del Popolo a Fratte. Luigi Cacciatore, ventenne studente di ingegneria e dirigente della cooperativa edilizia “Sempre Avanti” e segretario degli edili fa recintare l’area ponendo all’ingresso una grande insegna con lo stemma dei Soviet e la scritta “proprietà degli operai tessili”.
Nel 1922 entra a far parte della segreteria della Camera del Lavoro di Salerno e assieme a Nicola Fiore partecipa alle lotte degli operai tessili della MCM nel 1922. Dopo aver diretto il sindacato degli edili, nel 1923 assunse la direzione regionale della FIOT . Anche nel 1924 nel salernitano si hanno agitazioni e scioperi pur di fronte ad un attacco padronale e fascista ancora più duro , specialmente contro le categorie che hanno un passato più marcato di organizzazione e di lotta: ferrovieri, tranvieri, tessili, edili, ecc. Nel luglio 1924 viene ricostituita la Lega tessile; in agosto gli operai nel corso di una assemblea nello stabilimento di Fratte pur alla presenza di autorità statali e fasciste e ai padroni, rivendicano il loro distacco dalle Corporazioni fasciste e la restituzione della Casa del Popolo. Sarà l’ultimo sciopero dei tessili dell’Italia meridionale .
Di fronte all’ormai incalzante imporsi della dittatura, Luigi Cacciatore assunse un ruolo di prima fila nella direzione politica del fronte antifascista. Egli entrò, in qualità di responsabile della Federazione Socialista Unitaria, nel Comitato delle Opposizioni e la sua azione politica è testimoniata, oltre che dagli articoli scritti per “Il Lavoro” (che era il giornale della Federazione Socialista Unitaria), dall’intensa partecipazione alle iniziative politiche contro il nascente regime. queste va segnalata la presenza a nome del Partito Socialista Unitario all’assemblea delle opposizioni che si svolse a Salerno nell’aula magna del Liceo Tasso il 7 agosto 1924. Dopo il definitivo consolidamento del potere dittatoriale, Luigi Cacciatore insieme al fratello più giovane Francesco, che era segretario della Federazione Giovanile socialista venne sottoposto alle famigerate misure di sorveglianza.
Luigi Cacciatore Il 30 aprile 1925 venne arrestato, mentre con altri antifascisti (Cecchino Cacciatore, Nicola Fiore, Panfilo Longo, Gaetano De Chiara, Vincenzo Perrone ed altri) distribuiva volantini in Piazza Principe Amedeo. In carcere come risulta dalla cronaca riportata dal giornale amendoliano “Il Mondo” gli arrestati furono selvaggiamente picchiati, per aver osato fischiettare l’inno dei lavoratori, e Luigi fu gettato ferito in cella d’isolamento.
Dopo la scarcerazione Cacciatore fu costretto a trovare rifugio a Napoli sotto falso nome e dove tra innumerevoli difficoltà (il padre Diego non avendo aderito al Fascismo fu costretto a lasciare il lavoro) conseguì la laurea in ingegneria . Solo nel 1935 trovò lavoro , grazie alla magnanimità per conoscenza familiare dell’imprenditore D’Agostino, in una azienda laterizia. Scampato all’arresto in occasione di una perquisizione dell’esercito in fabbrica alla ricerca di una radio clandestina, riesce a rientrare in contatto con i gruppi clandestini socialisti di Napoli. Dopo l’8 settembre e lo sbarco di Salerno, riprende l’attività di riorganizzazione del movimento operaio e del PSI, riprende infatti la pubblicazione de “il Lavoro” e nel gennaio 1944 al congresso di Bari dei CLN rappresenta i socialisti salernitani. Nel settembre del 44 diventa vicesegretario nazionale del PSI e nell’ultimo governo De Gasperi di coalizione fu Ministro delle Poste e Telecomunicazioni. Cacciatore partecipa alla redazione sia del manifesto che del programma elettorale del Fronte. Viene eletto deputato prima alla costituente nel 46 e poi nel 48 al primo parlamento repubblicano. Tra il 48 e il 51 sviluppa il suo impegno meridionalistica quale dirigente nella Costituente della Terra e del Fronte Democratico del Mezzogiorno. Ebbe inoltre un ruolo fondamentale nella storia del sindacato italiano partecipando alla elaborazione del famoso “Piano del Lavoro” assieme a Foa, Di Vittorio, Lama e altri. Nel congresso di Genova della CGIL del novembre 1949 fu nominato segretario aggiunto al fianco di Di Vittorio. Nell’ottobre del 1951 muore improvvisamente, sul suo feretro pronunciarono accorate parole di cordoglio Nenni, moranti, Di Vittorio, Pertini, Longo, Lizzadri, Santi.