Gio. Apr 25th, 2024

VERTENZA FORNO CREMATORIO DI SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO : CONFERENZA- DIBATTITO PRESSO LA SALA CONSILIARE.

Scottante è il dibattito che vede protagonista in questi giorni la comunità di Sant’Egidio del Monte Albino: oggetto della questione la realizzazione di un tempio crematorio all’interno del progetto di riqualificazione del cimitero.

I lavori per realizzare il forno, il cui progetto era stato approvato nel 2011 insieme alla costruzione di nuovi loculi e cappelle, sono iniziati solo di recente, ma subito sospesi dal sindaco di Sant’Egidio, Nunzio Carpentieri, a causa del forte malcontento popolare. Oltre a non essere opera gradita, sembra che non siano state rispettate le distanze per la sua realizzazione: 50 metri, la distanza dal centro abitato e non 200, come previsto dalla legge.

Per risolvere la controversia e iniziare un dialogo costruttivo tra istituzioni e comunità, si è tenuta una conferenza- dibattito martedì 19 novembre presso la Sala consiliare del Comune di Sant’Egidio del Montalbino. Ha preso parte ai lavori una commissione di tecnici con lo scopo di fare luce sulle conseguenze dell’eventuale realizzazione del forno.

Ad aprire il dibattito il primo cittadino, Nunzio Carpentieri, il quale dopo aver spiegato come ha avuto origine il progetto si mostra ben disposto ad ascoltare la commissione tecnica e soprattutto i cittadini: «Arrivati a questo punto, non è una decisione che posso prendere da solo» , sostiene il sindaco, «è necessario ascoltare bene tutte le voci in campo e poi valutare».

Prende subito la parola la portavoce del movimento popolare “No Forno”, l’avv. Alessandra Petrosino, la quale in pochi giorni ha raccolto con l’aiuto dei cittadini 2000 firme per la sospensione dei lavori.

«Il comitato nasce spontaneamente dell’esigenza dei cittadini di comprendere se il forno sia utile o meno alla riqualificazione del territorio o se sia un danno per la nostra comunità e per l’ambiente» spiega, preoccupata, la Petrosino. Contrari al forno, il movimento e il suo portavoce reclamano voce in capitolo riguardo la delicata questione che coinvolge tutta la comunità.

Contrario alla realizzazione del forno anche il Sacerdote Don Aniello Manganiello, che intravede ingerenze malavitose nel business della Cremazione, smentite dal primo cittadino.

Seguono, poi, gli interventi dei tecnici: il Prof. Antonio Marfella, Oncologo presso l’Istituto Pascale e Presidente ISDE Napoli (Associazione Medici per l’Ambiente), il prof. Erasmo Venosi, fisico esperto in valutazioni ad impatto ambientale e l’Ingegnere civile Francesco Saverio Minardi.

Il contributo che Marfella vuole lasciare alla comunità di Sant’Egidio è di tipo bioetico piuttosto che scientifico: «in primis dobbiamo riflettere sul rispetto della morte e sulla scelta di ogni cittadino su come riposare nella vita eterna», afferma il dott. Marfella, per poi sollevare altre questioni scottanti: cosa si brucia? Ci saranno i giusti controlli? La sua impressione è che si sia perso il valore del rito funebre e che si dia importanza solo al business in questo momento. Conclude il suo intervento suggerendo un referendum per poter dar voce alla scelta dei cittadini e non prendere la realizzazione del forno alla leggera.

Il contributo del prof. Erasmo Venosi al dibattito, è stata una dettagliata descrizione dei fattori inquinanti dei forni crematori: «biossido di azoto, di solfo, piombo, mercurio alcuni degli inquinanti atmosferici che esalerebbero dal forno andando ad aggravare un territorio già compresso»  afferma Venosi. Inoltre, fa luce su come la normativa relativa alla Cremazione sia ormai ferma da 18 anni, senza ulteriori sviluppi. Partendo da quest’ultimo punto inizia il suo intervento l’ing. Francesco Saverio Minardi, attraverso un’accurata presentazione e dati alla mano.

Dopo aver fatto una breve panoramica sull’assenza di una chiara regolamentazione in quanto a Cremazione e comunque non aggiornata, l’ingegnere mostra come l’aumento delle cremazioni in Campania abbia dato vita ad un vero e proprio business ed ad un mercato in forte espansione.  «Il problema non è come realizzare il forno, ma come verrà gestito», i timori dell’ingegnere, « i requisiti procedurali ci sono tutti e il progetto è stato già approvato, ora bisogna ragionare in termini di convenienza ambientale ed economica, per quelle che potrebbero essere le emissioni inquinanti sono contro la sua realizzazione». 

Numerosissimi i cittadini presenti all’incontro e acceso il dibattito che è seguito alla fine degli interventi. La comunità di Sant’Egidio sembra già propensa per il NO.

Seguiremo ulteriori sviluppi.

Raffaella Grimaldi

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