Sab. Dic 7th, 2024
Barbuti Festival

Salerno. Presentata, la quarta edizione di “Aspettando i Barbuti”

Grazie alla preparazione, al sacrificio ed alla professionalità dei professionisti dell’Accademia Scena Teatro e de “La Bottega San Lazzaro”, anche quest’anno, costellato di incertezze e di precarietà in particolar modo per un settore come quello dello spettacolo fortemente penalizzato e vessato dall’Epidemia da Coronavirus, Salerno avrà non solamente il suo storico Festival Dei Barbuti, ma anche la quarta edizione del Festival “Aspettando i Barbuti”.

 L’Edizione 2020, presentata ieri mattina all’esterno dell’ex chiesa di Sant’Apollonia a Salerno, si preannuncia ricco e variegato. Otto le serate in programma (costo del biglietto 10 euro facilmente prenotabile sul sito www.postoriservato.it) che avranno inizio sul palco di Santa Maria dei Barbuti (nel cuore della città vecchia) il giorno quattro luglio alle ore 21. Ad inaugurare il Festival sarà l’attrice e cantante Lalla Esposito che si esibirà in “Concerto blu”, un omaggio a Domenico Modugno a ventisei anni dalla sua scomparsa.

Ad accompagnarla, al piano, Antonio Ottaviano. Le serate proseguiranno con un omaggio ad un Maestro ed ormai un classico della Letteratura italiana e non solo, Andrea Camilleri, scomparso quasi un anno fa; “Caro Camilleri”, il recital in onore del creatore del Commissario Montalbano si terrà il 12 luglio e vedrà protagonista il conduttore televisivo e regista Pino Strabioli. Ed ancora, domenica 5 luglio Teatro Novanta presenta “Napoli that’s amore” per la regia di Gaetano Stella e giovedì 9 luglio la compagnia “Arcoscenico” presenterà “Nu surdato sbruffone”, un testo di Plauto diretto da Rodolfo Fornario. Venerdì 10 luglio, Scena Teatro Laboratorio presenta “Na Mmesca Frangesca” di Antonio Petito per la regia di Antonello De Rosa e sabato 11 luglio, con l’Associazione “Alba” diretta da Giovanna Di Sarno, Giò di Sarno sarà il protagonista de “Napoli e…non solo”. Gran finale con, oltre il recital “Caro Camilleri” diretto da Antonello De Rosa, un omaggio al commediografo stabiese Annibale Ruccello a cura di Rino De Martino e con Antonello De Rosa che porterà in scena, venerdì 17 luglio, il capolavoro dello stesso Ruccello “Jennifer”.

Alla presentazione, molto seguita da stampa e pubblico e, contemporaneamente da migliaia di appassionati collegati tramite l’apposita pagina Facebook, sono intervenuti, sotto la moderazione del giornalista Alfonso Maria Tartarone, l’Assessore alle politiche giovanili ed all’Innovazione Mariarita Giordano, il Direttore artistico di Scena Teatro Antonello De Rosa, Chiara Natella della “Bottega San Lazzaro” ed il Direttore organizzativo Pasquale Petrosino.

“Siamo felici di tornare a respirare teatro-afferma il Direttore De Rosa-dopo un periodo così lungo e complicato.  A dire il vero, non abbiamo mai smesso ma farlo con la gente e tra la gente è una cosa completamente diversa rispetto ai social ed i cellulari”. “Sarà una quarta edizione di grande spessore e ricca di emozioni per noi tutti ed il pubblico-continua De Rosa- Un vero e proprio omaggio alla cultura ed al teatro con in primo piano lo straordinario maestro, Andrea Camilleri. “Sono onorata e lieta di presentare la quarta edizione de “Aspettando i Barbuti, un’edizione che è nata con me, nel 2016. Un’edizione preparata e studiata in un periodo non facile, di reclusione e di paura, che merita ogni successo”-ha affermato l’Assessore Giordano dopo aver ringraziato, anche a nome del Comune, gli organizzatori.

Commozione e riconoscenza da parte di Chiara Natella della “Bottega di San Lorenzo”, figlia dello storico Patron del Festival Giuseppe, scomparso quasi cinque anni fa a cui ogni anno il Festival porge il dovuto omaggio come in questa edizione  a cui gli organizzatori hanno dedicato la suggestiva illustrazione visibile sulla locandina realizzata da Gelsomino D’Ambrosio. “Un Festival che è legato indissolubilmente a mio padre ed Antonello De Rosa, continua Chiara Natella. Lo stesso De Rosa ha tenuto a ribadire che “un virus non può assolutamente fermare l’arte e la cultura. Occorre, dopo aver sconfitto il virus (cosa che ci auguriamo avvenga il prima possibile), sconfiggere la paura e la diffidenza verso l’altro”.

Stefano Pignataro

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