
Museo Alto Molise_Credit Adelina Zarlenga
“Autunno ‘43”, la nuova sezione del Museo dell’Alto Molise di San Pietro Avellana diventa testimonianza dei luoghi di battaglia della linea Gustav.
San Pietro Avellana. Una nuova sezione museale multimediale, allestita all’interno del Museo dell’Alto Molise, è una testimonianza (narrata attraverso documenti, filmati, immagini anche inedite) della distruzione del paese avvenuta nell’ ottobre del 1943
L’area museale multimediale, da qualche giorno inaugurata ed aperta al pubblico, ci mostrerà gli eventi di distruzione e ricostruzione dei borghi devastati dalle truppe tedesche in ritirata durante l’ultimo conflitto mondiale.
Di Silvia De Cristofaro
L’intenzione e la sua funzione fu quella di ritardare e frenare l’avanzata degli Alleati in un tratto, quello più stretto, di una martoriata penisola italiana che nell’ottobre del ’43 in balìa delle truppe tedesche fu tracciata di una linea fortificata difensiva, disposta da Hitler, che tagliava in due il paese: la linea Gustav si estendeva dai confini di Lazio e Campania sino ad Ortona ( a sud di Pescara) attraversando le Mainarde, gli altopiani abruzzesi e la Majella le cui montagne impervie servivano a bloccare le truppe degli Alleati ed a permettere ai soldati tedeschi di rinforzare il fronte orientale.
La sua realizzazione, nel tratto lungo ben 160 chilometri, fu considerata “la più breve e forte linea di difesa approntata dai tedeschi in Italia” con i suoi cento rifugi in acciaio, 76 casematte corazzate ed un buon numero di nidi di mitragliatrice.
Proprio sul lato adriatico, il massiccio montuoso della Majella ben si prestava ad ostacolare l’avanzata delle truppe alleate. Terreni e profonde gole si dimostrarono adatte a fornire protezione e rifugi a causa di anfratti naturali, caverne che fungevano da nascondigli e vallette e burroni “adornati” di mine e filo spinato. La linea Gustav rappresentò per le popolazioni attraversate dalle truppe tedesche una linea di sangue: i civili divennero bersaglio di violenze, soprusi ed uccisioni.

E del sanguinoso autunno del ’43, il Comune di San Pietro Avellana grazie al contributo finanziario del Ministero dello Sviluppo Economico, si è prodigato a dar testimonianza di eventi che coinvolsero queste zone dell’alto Molise posizionate proprio sulla linea Gustav. San Pietro Avellana fu definita la “Cassino del Molise” per la sua completa distruzione da parte dei tedeschi.
Una nuova sezione museale multimediale, allestita all’interno del Museo dell’Alto Molise, è appunto una testimonianza (narrata attraverso documenti, filmati, immagini anche inedite) della distruzione del paese avvenuta nell’ ottobre del 1943 quando questa disastrosa vicenda costrinse i suoi abitanti sopravvissuti ad evacuare le proprie case per dirigersi verso la Puglia o nei paesi già liberati.

Aperta già al pubblico, la sezione consiste in un’area multimediale perché il visitatore possa istruirsi sul periodo della Liberazione in Italia lungo un’asse caratterizzato da un’eccessiva resistenza che da strategia di guerra si trasformò in un bagno di sangue per tanti innocenti. Di San Pietro Avellana, vengono mostrati filmati in cui i suoi abitanti sono costretti a fuggire e le vicende disastrose e terribili si possono scoprire attraverso proiezioni, schermi interattivi che mostrano gli avvenimenti tragici dell’epoca.

Distruzione e poi rinascita che può esser visionata grazie a materiali, testimonianze e documenti raccolti dagli abitanti stessi, dalla Pro loco e dalle associazioni del territorio che per questa sezione hanno operato una ricerca intensa di approfondimenti storici della Seconda guerra mondiale. La ricostruzione del borgo, ridotto in macerie, cambiò radicalmente l’aspetto originario del luogo tranne per la parte del centro storico intorno alla chiesa principale come si può osservare su foto aeree che ritraggono anche il paese prima della distruzione e poi ridotto a cumuli di macerie.

A non essere annientata è l’identità del borgo altomolisano che ha mantenuto nel tempo e fino ai giorni nostri le proprie tradizioni e la voglia di difenderle anche in periodi di pace. “Autunno ‘43”, così definita la sezione museale, rappresenta dunque un potenziamento del museo dell’Alto Molise- come spiega il sindaco di San Pietro Avellana, Francesco Lombardi, che è nato nel 2017 come museo archeologico e si potenzierà ancora per quest’estate con il nuovo Museo del Tartufo con un sistema di fruizione digitale che verrà collegato anche all’Osservatorio Astronomico grazie alla collaborazione della Provincia di Isernia. Il “sistema museale” ha intenzione di mettete in rete i luoghi della cultura storica di San Pietro Avellana e di quei comuni che appartengono alla Riserva della Biosfera Unesco Alto Molise.

Il Museo dell’Alto Molise di San Pietro Avellana ha una sezione dedicata agli usi, costumi, tradizioni, arti e mestieri del luogo ed un’altra incentrata sul mondo sannita. In collaborazione con “Dedalo-archeologia e cultura a,p.s.” e del Comune stesso, è possibile organizzare visite guidate e laboratori tematici.
Per informazioni sugli orari di apertura ed iniziative è possibile contattare gli organizzatori al numero 0865/940266 (Museo dell’Alto Molise), 346/8395325,339/8909917 (anche via WhatsApp) o contattando aps.dedalo@gmail.com
Silvia De Cristofaro
Vicecoordinatore Nazionale di redazione/Coordinatrice Centro Italia