Mer. Apr 24th, 2024

Giorgio Borghetti: “Nel mio lavoro passione e continua voglia di studiare, di formarmi e di migliorarmi”

Giorgio Borghetti incanta il pubblico della rassegna “Il gioco serio del teatro” rassegna teatrale diretta artisticamente da Antonello De Rosa e organizzativamente da Pasquale Petrosino

Di Stefano Pignataro

Il celebre attore il cui eclettismo è noto (volto di televisione, teatro e fiction) si è cimentato lo scorso 22 Luglio presso il Museo Diocesano di Salerno,con uno dei testi più complessi di Dostoevskij ,”Il sogno di un uomo ridicolo” ambientato a San Pietroburgo e pubblicato nel 1877. Accompagnato musicalmente da Silvia Fasciano e diretto da Antonello De Rosa, Giorgio Borghetti interpreta con maestria il dramma del protagonista partorito dalla geniale mente di dello scrittore russo, un uomo che a cavallo tra lucidità e follia arriva a meditare il proprio suicidio pensando e rimuginando la stessa idea che sognandola gli darà occasione di constatare con i propri occhi cosa sarebbe la sua vita dopo la sua morte; il protagonista si ritrova catapultato in una vita parallela in cui giustizia e legalità sono valori condivisi e naturali e che purtroppo solo la sua presenza Paradossalmente può far inquinare.

Da Sinistra: Pasquale Petrosino, Antonello De Rosa, Giorgio Borghetti, Silvia Fasciano, Lia De Blasio

La presenza di una bambina piccola ed indifesa che chiede aiuto aveva portato lo scrittore a desistere dal suo insanogesto; la stessa bambina, forse per il protagonista simbolo dell’altruismo e dell’attivismo autentico del come orientare la vita verso il bene, porterà lo scrittore, destatosi dal sogno, a ricercare il bene lottando contro la corruzione il male resosi conto che essi sono il male del mondo e la degenerazione dell’animo umano

Maestro, Lei porta in scena un testo in cui il tema della morte, della distruzione individuale e di una nuova rinascita è fortemente presente come anche in molti altri testi della Letteratura russa. Affrontando il testo di Dostoevskij, già complesso e completo di suo, Le è capitato di volersi o doversi confrontare, comparatisticamente, con altri testi? Ad esempio un Checov, (nei cui drammi adopera spesso la pistola..), pur naturalmente conservando lo stile di uno scrittore capostipite di un genere?
In verità, è la prima volta in cui mi cimento personalmente in uno di questi fantastici classici. Ho visto Cechov molte volte interpretato da altri colleghi, ma non ho ancora mai avuto il piacere di affrontare questo autore.

– Che cosa simboleggia questo “Paradiso terrestre” in cui il protagonista del dramma viene e si ritrova catapultato? Una completa evasione terrena o un mondo in cui è possibile restare umani?
Io ritengo che sia il sogno di un mondo in cui è possibile restare umani. Certo, l’autore per arrivare a questo ha dovuto far in qualche modo “evadere” il pubblico da questo mondo, da questo pianeta terra per catapultarlo in un paradiso terrestre.

Qual è, secondo il Suo studio, il messaggio ed il destino degli uomini del testo di Dostoevskij e quanto la componente biografica ed autobiografica sia incisiva?
– La componente biografica e autobiografica è decisamente presente in questo testo. In questo testo l’autore cerca di dare al pubblico gli strumenti per far sì che gli uomini possano migliorare il loro destino, raccontando loro la “verità” che lui ha visto nel suo sogno. 

Come è stato lavorare con il Maestro De Rosa? Quali caratteristiche della sua regia lo hanno impressionato?
Lavorare con Antonello è stato meraviglioso. Un incontro professionale che durerà a lungo. Mi ha molto colpito l’empatia con la quale si è approcciato a me fin dall’inizio. È uno straordinario attore è un regista colto, attento e raffinato. 

– Lei ha dato prova di estro e di maestria in ogni forma di arte, dal cinema alla televisione ed al doppiaggio (su quest’ultimo campo artistico ha spaziato dal cinema all’animazione Disney e Manga). Trova un filo rosso che si potrebbe approfondire nelle sue eclettiche intepretazioni?
Il filo rosso è la passione che metto nel mio lavoro e la mia continua voglia di studiare, di formarmi e di migliorarmi sempre di più. 

Foto da profilo FB di Pasquale Petrosino

Stefano Pignataro
Sezione Cultura
Vice coordinatore nazionale Polis SA magazine

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