Ven. Mag 3rd, 2024

Nicola Celentano e le sue battaglie contro le mafie

Nicola Celentano, 23enne di Mercato San Severino, è un ragazzo come tanti altri…

Studioso, ma anche scherzoso. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza (all’ateneo di Salerno), ha tanti interessi. Socievole e incline ai rapporti umani. Quello che potrebbe “differenziarlo”, in un certo qual modo, dagli altri; ciò che potrebbe renderlo un “modello”, e un esempio da seguire, per molti coetanei è – senz’altro – l’impegno civile. E la passione verso la giustizia ed i suoi ideali. Sta di fatto che Celentano ha già scritto – pur essendo così giovane – dei libri sulle mafie e le camorre. A monito dei ragazzi di oggi, per i quali egli mostra di poter cambiare “qualcosa” – nell’ambiente che frequentano. Anche essendo parte di famiglie malavitose. Anzi, il suo messaggio – se così possiamo affermare – è diretto, rivolto particolarmente ai “rampolli” di nuclei delinquenziali. I libri scritti – finora – dal giovane sono tre: “Per caso”, “Rialziamoci e lottiamo” e “Io sono come te”. Presenti sulle principali piattaforme web, nonché in alcuni book-store “fisici” di San Severino – e non solo. Ma addentriamoci nell’argomento, effettuando una piccola intervista all’autore: alla domanda su cosa può spingere un giovanissimo ad affrontare una tematica, così impegnativa e importante quale la camorra e la mafia, egli risponde: “In tanti me lo chiedono, ed è un argomento difficile da studiare. In continua evoluzione. Proprio per questo, devi combattere ogni giorno – per debellare la malavita. È la stessa voglia di lottare, che mi spinge a denunciare l’illegalità. Anche nel mio paese. L’illegalità è un tumore che invade la nostra società. Va pertanto affrontato e sconfitto, come con la chemio per quanto concerne il cancro. Le cellule tumorali vanno “bombardate”, per vincere il “male” alla radice”. Spesso, il nostro Sud viene identificato con formule stereotipate, ad esempio come il territorio di “Gomorra” (fiction tratta dall’opera di Roberto Saviano). A questi pregiudizi, ecco come risponde il Nostro: “Quando parliamo di criminalità, citiamo spesso film come “Gomorra”, oppure “Mare fuori”; altre fiction sono ancora in produzione. Ma sono proprio “strumenti” come tali film, o come canzoni altrettanto… violente, a influire sul pensiero di tanti, troppi giovani. Facendo capire loro che la vita è questa. Ma non è così. La vita è più faticosa”.

Nel libro “Per caso”, l’autore – pur giovanissimo – analizza l’escalation della criminalità nel corso degli anni. Come è cambiata, e perché; come si è evoluta la camorra – in tutto questo tempo, ad arrivare ai nostri giorni? “Negli anni, la camorra e la mafia hanno influenzato le modalità di essere adolescenti e giovani. Affascinando i ragazzi, alla stregua di miti. C’è – però – attualmente un cambiamento nel reclutare, da parte dei malviventi, i giovanissimi. Ma anche gli stessi giovani possono cambiare, ed è ciò che mostro nel testo “Rialziamoci e lottiamo”. Cambiare si può, uscire dagli schemi malavitosi è realtà. Leggendo si potrà capire perché e come. In maniera particolare, ho dimostrato che tutto verte sulla famiglia, nonché sui valori che essa impartisce e sulla consapevolezza che un ragazzo ha degli errori commessi”. Un grido di speranza, inoltre, si leva sfogliando le pagine di “Rialziamoci e lottiamo”. Realizzato appositamente per le giovani generazioni. Come pure “Per caso”. Che analizza come i ragazzi possano, davvero, essere “futuro”. I giovani sono il futuro, lo si dice spesso. In ambito politico, sociale, scolastico e universitario, soprattutto. Ma i giovani possono essere il “futuro”, come manovalanza, anche della delinquenza. Del mondo criminale. Sin dal 1980, ricorda il giovane Nicola Celentano, ovvero dai tempi del boss Cutolo, la criminalità ha maggiormente permeato di giovani le proprie strutture. Creando anche sostentamenti economici, atti a far compiere azioni illegali agli stessi ragazzi. Che poi, in questi ultimi anni, si sono “organizzati” in baby gang. Un triste fenomeno, sviluppatosi e presente, purtroppo, particolarmente nel nostro Meridione. Ma c’è anche un’altra implicazione, legata agli atti e alle attività criminali – compiuti dai giovanissimi: oggigiorno, i ragazzi sono maturi e coscienti già a 14 anni. Quindi andrebbero perseguiti, per legge, a partire da quest’età. Non adducendo scuse, per il fatto che “sono minorenni”. Il codice penale, secondo Celentano, dovrebbe inasprire le tante attenuanti nei confronti dei micro o baby criminali. Punendoli alla stessa stregua dei malviventi adulti. Solo così si può sradicare il “problema” dalle origini. “L’educazione va attuata dal principio” – dichiara il Nostro. Altrimenti si danneggerebbe ulteriormente il nostro sistema giuridico e sociale. Un altro aspetto, stigmatizzato dal giovane studente, è l’importanza della rieducazione del condannato. Perché occorre venire incontro a chi ha sbagliato, cercando di comprenderne le più intime ragioni di vita. Anche in caso di crimini ed azioni delittuose gravi. A proposito di un gravissimo atto di criminalità, cioè il femminicidio, il 22enne afferma: “Per quanto concerne i delitti con violenza di genere, confluenti nei femminicidi, esorto le donne a denunciare; a denunciare sempre”. I maschi che picchiano tentano di sentirsi superiori, ma non è così. Solo la denuncia può offrire una soluzione accettabile, per poter venire fuori da questo stato di cose. È l’opinione di Celentano. Sopra tutto, occorre avere la “fiducia nelle istituzioni”, sebbene – il più delle volte – la voce delle donne rimane inascoltata. Però il pensiero di Celentano è improntato all’ottimismo, il suo messaggio è di confidare nelle istituzioni stesse. Che garantiscono il rispetto dei diritti, afferenti a ciascuno e a ciascuna. Le forze dell’ordine daranno una mano alle vittime, che potranno così tranquillizzarsi. Meglio denunciare, allora, per il giovane. Comunque lo Stato interverrà. Non ci resta – dunque – che guardare al futuro con fiducia, ma anche con tanta solerzia e voglia di fare. Il bene vincerà sempre sul male; la vita prevarrà sulla morte; le lotte “sacrificate” porteranno risultati. Si spera anche sul breve termine. Ecco quello che il giovanissimo, ed entusiasta, laureando in discipline giuridiche intende far comprendere ad un mondo – vissuto dai giovani, a contatto con l’illegalità – ancora confuso e tentennante. In cui sembra che le cose cattive abbiano la meglio sull’onestà di tantissimi. Della stragrande maggioranza della Penisola; delle nazioni, dell’intero pianeta, ma non è così – e da San Severino, per la cronaca, è tutto! Non si dimentichi di acquistare e leggere, tutte d’un fiato, le opere realizzate da Nicola Celentano.

ANNA MARIA NOIA

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