San Severino (SA). Criticità all’ospedale ‘Fucito’: Sindacalisti chiedono intervento urgente
Incontro sindacale del 5 febbraio evidenzia carenze strutturali e di personale medico, sollecitando intervento immediato per il miglioramento delle condizioni sanitarie a Mercato San Severino
Di Anna Maria Noia
Ancora criticità, per l’ospedale “Gaetano Fucito” di Mercato San Severino: in data 5 febbraio 2024, gli esponenti delle rappresentanze sindacali locali – particolarmente la Cgil funzione pubblica (tra San Severino e Salerno) – hanno convocato un’ulteriore conferenza stampa, per discutere del da farsi. In vista del prossimo atto aziendale, che dovrebbe essere emesso dal presidio ospedaliero “Ruggi d’Aragona” di Salerno. Da cui il nosocomio sanseverinese dipende, amministrativamente. Preoccupati per il futuro del “Fucito” soprattutto i delegati Cgil Fp Gerardo Liguori, Gerardo Sessa e altri. Assieme al segretario generale, Antonio Capezzuto.
Tante sono state, negli ultimi anni, le battaglie condotte da queste combattive sigle rappresentative – per migliorare le condizioni di un presidio (quello, appunto, di San Severino) molto accorsato; anche grazie alla presenza, sul territorio, del bacino d’utenza afferente all’università di Salerno/campus di Fisciano. Grazie alle lotte di tali operatori sanitari – condivise, nel tempo, da associazioni spontanee (il comitato “Pro Fucito”, l’associazione “Gatto”, il sodalizio “La magnifica gente do Sud” – tanto per enumerarne qualcuna) – si sono ottenuti molti miglioramenti.
Ma il meglio deve ancora venire, secondo i rappresentanti dei dipendenti del “Fucito”. Le lotte hanno interessato e toccato le condizioni del “Fucito”, soprattutto è stata stigmatizzata – più volte – la carenza di personale medico (anche dirigenziale) nonché di parasanitari e Oss. Ma non solo: i sindacalisti citati, oltre a molti cittadini e referenti di realtà associative sanseverinesi, deplorano le carenze strutturali dei vari padiglioni, in cui è suddivisa la struttura; analizzano una sorta di “abbandono”, da parte del “Ruggi”, verso le strutture periferiche quale San Severino stessa.
Un tempo, il nosocomio era l’orgoglio del comprensorio – per quanto riguarda dipartimenti altamente efficienti e professionalmente specializzati, come erano considerati i reparti di Ginecologia e di Pediatria. Ancora, sotto la lente delle sigle sindacali le annose questioni inerenti al Pronto Soccorso, coi suoi problemi e con le difficoltà di gestione di tutti questi anni. Insomma, tante criticità, puntualmente espresse – da Capezzuto, Liguori e Sessa – in numerose iniziative. Ad esempio, altri incontri coi giornalisti e con le radio tv o web – sparse per il territorio; oppure con manifestazioni di protesta dinanzi al presidio.
Condotte con grande impegno dai succitati sindacalisti. A tali battaglie, si è unita – da moltissimo tempo – la voce di protesta del cardiologo Carmine Landi. Referente – anche – dell’associazione “Grazie di cuore”. Sempre in prima fila; punto di riferimento per altre negatività, attinenti alla sanità campana e sanseverinese in primis. Grazie a lui e all’associazione, sono state vinte tante guerre. Tra le ultime: la localizzazione del presidio del 118 a Mercato San Severino. Ottenuto dall’impegno degli enti, privati e pubblici, del Sanseverinese. Sebbene sia stato messo su carta che, a San Severino, il 118 sarà realtà a brevissimo, si deve tuttavia constatare che il protocollo – relativo al 118 – ancora è fermo al palo.
L’incontro con le parti sociali di lunedì 5 febbraio verteva sulla necessità – espressa dalla Cgil Fp Salerno – di poter incontrare il direttore generale Vincenzo D’Amato. Per affrontare – dichiarano i sindacati – “il tema della pianificazione dei servizi e della programmazione delle attività”. In una nota, Liguori; Sessa; Capezzuto e tutti gli altri, rendono note le cose che non vanno. Pur esprimendo i ringraziamenti “al personale sanitario e medico, che tra mille difficoltà riesce a garantire i livelli essenziali di assistenza – in una struttura dove, negli ultimi anni, molti sono stati gli interventi migliorativi; dal punto di vista tecnologico e strutturale”.
I sindacalisti hanno accolto positivamente le attenzioni da parte dei vertici del “Ruggi”. Infatti, lo precisano nel documento – stilato appositamente per la conferenza del 5 febbraio: “Vi è stato l’incremento del personale autista, addetto al trasporto delle autombulanze, con il relativo rinnovo del parco macchine a disposizione dei lavoratori; che garantiscono i servizi da e per la struttura ospedaliera di San Severino”.
Occorre anche affermare che sia il sindaco precedente di Mercato San Severino, Giovanni Romano, che (soprattutto) il successore – l’attuale primo cittadino Antonio Somma – hanno effettuato svariati incontri con le autorità del “San Leonardo” (ovvero il secondo nome dell’azienda ospedaliera salernitana: il “Ruggi”). A volte, questi incontri istituzionali sono stati percepiti – da alcuni cittadini – solo come una “passerella”. “Il presidio – affermano i sindacalisti – necessiterebbe di un intervento complessivo, che renda meno incidenti le problematiche derivanti dalla divisione in padiglioni. A tutt’oggi è necessario un nuovo edificio, al fianco della palazzina destinata alle attività di Pronto Soccorso”.
Ancora: “Urge una discussione elaborata – è ciò che i lavoratori chiedono alle autorità amministrative dell’ospedale di Salerno – e non limitata a una riduttiva informativa,
a lavoro già compiuto, essendo l’atto aziendale lo strumento principe per regolamentare la gestione del Fucito. Rendendo efficienti i servizi esistenti – attraverso il loro riordino”. Ma l’emergenza vera e propria, che attanaglia l’ospedale di Mercato San Severino, è ancora una volta la carenza del personale medico. Soprattutto riguardo i dirigenti.
Occorre – dunque – “reclutare un numero ingente di dirigenti medici, per evitare la contrazione dei servizi assistenziali”. In margine alla nota del 5 febbraio, le Rsu Cgil snocciola dati – circa l’attuale carenza e/o necessità di risorse umane di livello dirigenziale, appunto. Sono necessari almeno tre nuovi “manager” (diciamo così), per esempio, in Cardiologia e Utic (Unità operativa intensiva cardiologica): lo stato delle cose prevede, attualmente, sei cardiologi e un responsabile; quindici infermieri, un coordinatore e sei Oss. Questo, per un totale di sette posti letto di Cardiologia e quattro Utic; più un posto/barella.
Dei sette cardiologi, sopra citati, uno è esonerato da turni di guardia e dalla presenza nei giorni festivi; tre – invece – usufruiscono di congedi, a norma di legge. Sempre a Cardiologia, inoltre, da settembre è stato stabilito il servizio di Angiologia Medica – che vede la presenza di tre infermieri. Quindi ci vorrebbe più personale, nonché maggiormente specializzato. Anche per evitare il ricorso a turni in Alpi – attività libero-professionale intra muraria (o intra moenia).
Si richiedono, pertanto, almeno altri tre dirigenti. Per quanto concerne Medicina, l’organico è di sei dirigenti medici, ma uno è in malattia “lunga”; uno in congedo, fino ad aprile; uno prossimo alla quiescenza. Carenze anche dal punto di vista degli operatori sanitari. Urgono altri sette professionisti (sempre a dirigere) pure per Rianimazione, costituita da otto medici e un primario. Il fabbisogno di figure “manager” per Urologia, invece, è maggiore: vi sono solo due medici – di cui uno è il primario. Qui occorre un reclutamento straordinario, altrimenti si rischia la chiusura.
Negatività anche in Radiologia e al Pronto Soccorso. Per tutte le motivazioni esposte, si rende necessario un confronto con il Dg D’Amato. Coinvolgendo tutti i sindaci del territorio, affinché le iniziative promosse dal sindacato non vengano derubricate. Il dialogo dovrà essere fattivo, portando a risultati ancor più concreti rispetto al passato. Allo scopo di consentire lo sviluppo ulteriore per tutte le strutture comprensoriali – partendo da quelle più periferiche.