
“Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine”: nel nuovo libro di Avagliano e Palmieri le storie dimenticate
Mario Avagliano e Marco Palmieri danno voce alle vittime della strage del 24 marzo 1944 in un libro che esce oggi per Rizzoli
Di Antonello Rivano
Il 24 marzo 1944, nella cava sulla via Ardeatina a Roma, avvenne uno degli eventi più tragici e significativi della storia italiana durante la Seconda guerra mondiale, un atto che avrebbe segnato profondamente il destino dell’Italia e la memoria collettiva del dopoguerra: l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
In quella giornata di inizio primavera, 335 civili e militari italiani, tra prigionieri politici, ebrei e detenuti comuni, furono brutalmente uccisi dalle truppe di occupazione tedesche. Questo atto di rappresaglia fu una risposta diretta all’attentato partigiano di via Rasella avvenuto il giorno precedente, il 23 marzo, quando membri dei GAP romani attaccarono e uccisero 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca. In seguito, come rappresaglia, vennero rastrellati 10 italiani per ogni soldato tedesco ucciso. Trascinati in una cava di pozzolana alle porte di Roma in quel giorno di inizio primavera, furono freddati con un solo colpo di pistola alla testa, con i loro corpi gettati sui cumuli di quelli che li avevano preceduti nella morte. L’ingresso alla cava venne poi sigillato con un’esplosione, illudendosi di cancellare cosi ogni traccia dell’orrore perpetrato. La strage delle Fosse Ardeatine non fu preceduta da alcun avviso da parte dei tedeschi.

Ma dietro questo terribile episodio si celano storie umane, destini intrecciati e ideali di libertà che continuano a vivere nel ricordo degli italiani. Qui prende vita il libro “Le Vite Spezzate delle Fosse Ardeatine“, curato da Mario Avagliano e Marco Palmieri, che oggi vede la luce grazie alla pubblicazione da parte di Einaudi.
I due autori, studiosi di storia contemporanea e membri attivi delle istituzioni dedicate alla memoria della Resistenza, hanno compiuto un’impegnativa opera di ricerca e ricostruzione biografica. Attraverso lettere, diari, interviste ai parenti e documenti d’archivio, hanno riportato in vita le 335 vittime, una per una, restituendo loro l’onore e il riconoscimento che meritano.

Gli autori
Mario Avagliano è un giornalista professionista e un esperto di Storia contemporanea, membro attivo dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza e della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO). Inoltre, ricopre il ruolo di direttore del Centro Studi della Resistenza dell’Anpi di Roma-Lazio. Tra le sue opere più rilevanti, spiccano “Roma alla macchia. Personaggi e vicende della Resistenza” (Avagliano Editore, 1997) e “Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945” (Einaudi, 2006), quest’ultimo curato insieme a Marco Palmieri. Siamo inoltre estremamente onorati di averlo come Direttore Responsabile della nostra rivista online, Polis SA Magazine.
Marco Palmieri, invece, è un giornalista pubblicista e studioso di Storia contemporanea. Ha contribuito con numerosi articoli e saggi sulla deportazione, l’internamento e le vicende militari italiane durante la Seconda guerra mondiale. Collaboratore attivo del Centro Studi della Resistenza dell’Anpi di Roma-Lazio, ha co-curato insieme a Avagliano opere come “Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945” (Einaudi, 2009) e “Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia” (Einaudi, 2010).
Il libro
Attraverso una meticolosa ricerca storica e biografica, Avagliano e Palmieri ci conducono nel mondo delle vittime, una per una, restituendo loro la dignità e l’onore che meritano. Dai partigiani veterani ai giovani idealisti, dalle famiglie ebree perseguitate ai cittadini innocenti, ogni storia racconta un pezzo dell’Italia di quel tempo, un’Italia divisa ma unita nella lotta contro l’oppressione.
Tra le voci che emergono dal libro, c’è quella di Giovanni Frignani, il coraggioso carabiniere che, dopo aver arrestato Mussolini nel 1943, si unì alla Resistenza solo per essere ucciso alle Fosse Ardeatine l’anno successivo. La sua storia, come tante altre, ci ricorda il coraggio e la determinazione di coloro che hanno scelto di combattere per un’Italia libera e democratica.

Ma “Le Vite Spezzate delle Fosse Ardeatine” non si limita a raccontare la storia della Resistenza. È anche un tributo alle vittime dell’Olocausto, alle famiglie distrutte dalle leggi razziali e dalle deportazioni. Attraverso le pagine del libro, conosciamo le storie dei Di Consiglio e di tanti altri, vittime di un odio che non conosceva confini.
Eppure, nonostante la tragedia e il dolore, emerge anche un senso di speranza e resilienza. Come dimostra il messaggio di un martire, un grido di amore per la patria che continua a risuonare nei cuori degli italiani. Il messaggio è stato ritrovato in tasca a una delle vittime ed è stato scelto dagli autori Avagliano e Palmieri come dedica del libro: “Sono Italiano e mi vanto di appartenere alla Nazione più bella del mondo, a questa bella Italia così martoriata! Se non dobbiamo più rivederci ricordate che avete avuto un figlio che ha dato sorridendo la sua vita per la Patria guardando in viso i carnefici!“.


Mentre l’Italia si prepara a commemorare l’ottantesimo anniversario della strage delle Fosse Ardeatine, questo libro ci ricorda l’importanza di onorare il sacrificio di coloro che hanno dato la vita per la libertà e la giustizia. E ci sprona a non dimenticare mai il passato, affinché possiamo costruire un futuro migliore per le generazioni a venire.
Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine