La Sardegna in difesa del territorio: l’incontro del 19 agosto a Portoscuso e la raccolta firme per proteggere l’isola
A Portoscuso si discuterà dei rischi della speculazione energetica, mentre continua la raccolta firme per la legge Pratobello 24. Il sindaco di Carloforte invita i suoi concittadini a firmare per salvaguardare il territorio.
Di Antonello Rivano
La lotta contro la speculazione energetica in Sardegna ha raggiunto un momento cruciale, con una mobilitazione popolare in continua crescita che si oppone fermamente all’installazione indiscriminata di impianti eolici e fotovoltaici sull’isola. Questo movimento, che coinvolge cittadini, comitati locali e amministrazioni comunali, riflette un crescente malcontento verso le politiche energetiche nazionali e sottolinea la necessità di una gestione territoriale che rispetti l’autonomia regionale.
Un appuntamento di grande importanza in questo scenario è l’incontro intitolato “Pale a mare. Come salvare l’Isola?”, previsto per il 19 agosto alle ore 19:30 presso l’antica Tonnara “Su Pranu” di Portoscuso. L’evento, organizzato dal comune di Portoscuso in collaborazione con il comitato “No speculazione energetica Carloforte”, vedrà la partecipazione di figure chiave della comunità e delle istituzioni locali. Tra i partecipanti, Don Antonio Mura, parroco di Portoscuso; Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso; Stefano Rombi, sindaco di Carloforte; Salvatore Obino, presidente del comitato “No speculazione energetica Carloforte”; e Rolando Marroccu, portavoce del comitato tecnico “Sardegna sostenibile”. Il dibattito sarà moderato dalla giornalista Susanna Lavazza, e si concentrerà sulle criticità legate al progetto di parco eolico flottante proposto da Ichnusa Wind Power.
Questo progetto ha sollevato allarmi significativi tra i residenti e i rappresentanti locali, che paventano gravi e irreparabili conseguenze per l’ambiente marino, in particolare per le specie ittiche e la flora marina, come la posidonia, che svolge un ruolo essenziale nell’ecosistema costiero. Le preoccupazioni non si limitano all’ambiente naturale: i rischi comprendono anche danni irreversibili al paesaggio, alla cultura e al patrimonio archeologico della Sardegna sud-occidentale. Questi impatti potrebbero compromettere profondamente l’identità e le tradizioni storiche della regione, causando un grave danno immateriale che si rifletterebbe negativamente anche sulle storiche Tonnare, simbolo della tradizione locale, sul turismo, e sulle nuove attività economiche ad esso legate. La realizzazione del progetto, quindi, rischia di alterare in modo significativo l’equilibrio tra sviluppo economico e conservazione del patrimonio culturale.
Nel frattempo, cresce anche la mobilitazione attorno alla legge di iniziativa popolare “Pratobello 24”, che ha già raccolto oltre 10.000 firme, superando il numero necessario per essere presentata al Consiglio regionale. Questa proposta di legge è stata concepita per regolamentare l’espansione degli impianti eolici e fotovoltaici sull’isola, con l’obiettivo di evitare una proliferazione incontrollata e di proteggere le aree di alto valore paesaggistico, culturale e ambientale. Il nome “Pratobello 24” richiama la storica resistenza della popolazione di Orgosolo, che nel 1969 si oppose con successo alla militarizzazione del proprio territorio, e oggi rappresenta simbolicamente la determinazione dei sardi a difendere il proprio territorio da iniziative percepite come invasive e speculative.
Il sindaco di Carloforte, Stefano Rombi, ha recentemente espresso la sua posizione in merito a queste problematiche attraverso il suo profilo Facebook, sottolineando che “le comunità locali hanno il diritto di essere coinvolte e di esprimere la propria opinione su progetti che potrebbero avere un impatto così significativo sul territorio.” Ha inoltre ribadito l’importanza di non permettere che decisioni di tale portata vengano prese “senza il consenso delle popolazioni direttamente interessate“. Rombi ha anche invitato i suoi concittadini a partecipare attivamente alla raccolta firme per “Pratobello 24”, sottolineando che è possibile firmare presso il Comune di Carloforte. “È fondamentale che la voce dei cittadini e delle istituzioni locali venga ascoltata e rispettata,” ha aggiunto, evidenziando la necessità di una gestione autonoma delle scelte che riguardano il futuro della Sardegna.
Queste dichiarazioni risuonano fortemente nel contesto dell’incontro di Portoscuso, dove il sindaco sarà uno dei protagonisti del dibattito sulla difesa del territorio contro la speculazione energetica. Le sue parole riflettono un sentimento diffuso tra le comunità locali: il desiderio di avere un ruolo attivo nelle decisioni che influenzano il loro ambiente e la loro cultura.
L’incontro di Portoscuso e la raccolta firme per “Pratobello 24” rappresentano due manifestazioni di una battaglia più ampia per la difesa del territorio sardo. In un momento in cui la transizione energetica è vista come necessaria, la Sardegna chiede di poterla gestire in modo autonomo, nel rispetto del proprio ambiente, della propria cultura e delle proprie tradizioni. Attraverso un’azione collettiva e determinata, i sardi stanno cercando di affermare il loro diritto a decidere il futuro della propria isola, con un equilibrio tra sviluppo sostenibile e tutela del patrimonio unico che caratterizza questa regione.
Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine