“Questo libro parla dell’amore partendo dalla fine”: Diego De Silva racconta il suo nuovo romanzo
Intervista all’autore sul significato dell’addio e la fine di un grande amore
Di Stefano Pignataro
Diego De Silva torna con un nuovo romanzo, I titoli di coda di una vita insieme (Einaudi), che affronta la complessità dell’amore attraverso il momento della sua fine. «L’amore non è una storia, ma due». Fosco e Alice, i protagonisti, si sono affidati ai loro avvocati per dirsi quelle parole che non riescono a pronunciare direttamente, sancendo così la loro separazione. Il libro sarà presentato lunedì alle 18.30 presso la Sala Pasolini per il Fuorifestival di Salerno Letteratura. In dialogo con l’autore interverrà Marianna Esposito.
– Diego De Silva, quali sono i termini centrali per questa nuova storia d’amore?
«Forse fiducia, delusione, confronto. Questo libro parla dell’amore partendo dalla fine. Non ho voluto indagare le cause, ma occuparmi della sintassi dell’addio: le parole con cui raccontiamo i momenti più impegnativi e fatidici della vita, quando un sogno finisce e si celebra un fallimento. Paradossalmente, la sede giuridica è la meno indicata per affrontare un momento così, perché utilizza un linguaggio formale, burocratico, freddo. I protagonisti, uno scrittore e un’oncologa, percepiscono questa mancanza e la affrontano con i loro strumenti».
– Come affrontano il rimorso Fosco e Alice?
«Non hanno rimorsi. Sono una coppia che ha vissuto un grande amore e affrontano la fine con la consapevolezza di ciò che stanno perdendo. Non c’è una spiegazione alla fine di un amore, così come non c’è all’inizio: non sappiamo perché ci innamoriamo. L’amore è misterioso, nobile e gentile. È una forza fantastica che riempie la vita, ma può anche svanire. Come diceva De André: “Amore che vieni, amore che vai”».
– Alice sembra aspirare a una conclusione drammatica, mentre Fosco appare più passivo. In cosa si ritrovano?
«Fosco non vuole ridurre il loro matrimonio alla pochezza di una separazione legale, accetterebbe una separazione, ma senza l’interferenza dello Stato. Alice, invece, è più romantica: pensa che, se devono lasciarsi, dovrebbero almeno litigare. Questo atteggiamento cambierà nella seconda parte del romanzo, quando si trasferiscono nel paese d’infanzia di Fosco. Qui il tema dell’addio si intreccia con il tradimento dell’infanzia, un tema che mi sta molto a cuore».
– Crede che questo libro affronti il tema in modo diverso rispetto ai precedenti?
«Sì, penso di aver raggiunto una padronanza narrativa che oggi, a 60 anni, posso permettermi. Questo è il libro più importante che ho scritto. È un tema che mi accompagna da sempre, ma questa volta credo di aver trovato le parole giuste per raccontarlo. Sono felice che il libro stia piacendo, perché non è legato a Malinconico: non mi sono rivolto a un pubblico che già conoscevo, proponendo qualcosa di diverso, e la risposta è stata comunque significativa».
(Articolo adadatto da La Citta’)
Stefano Pignataro
Vicecoordinatore Nazionale di redazione/Coordinatore Sud Italia e Sicilia