
L’Archivio di Stato di Genova: un tesoro millenario minacciato dal declassamento
Italia Nostra lancia una petizione per fermare il declassamento dell’Archivio, minacciato nella sua autonomia dirigenziale, con gravi conseguenze per la tutela e la valorizzazione di oltre 30 chilometri di documenti storici
Di Antonello Rivano
Nel cuore della città di Genova si trova uno scrigno di storia che abbraccia quasi un millennio: l’Archivio di Stato, luogo dove il tempo è custodito sotto forma di pergamene, atti notarili, mappe e registri. Fondato nel 1817 per raccogliere le memorie della Repubblica di Genova, l’Archivio è diventato negli anni un simbolo del patrimonio culturale italiano. Tuttavia, oggi affronta una minaccia senza precedenti: il rischio di declassamento che potrebbe compromettere la sua funzione e il suo ruolo nella tutela della memoria storica.
Una memoria lunga più di mille anni
Istituito nel 1817 con decreto del Re di Sardegna, l’Archivio di Stato di Genova ha cura della conservazione degli atti degli organi centrali e periferici della Repubblica di Genova, dalla metà del X secolo all’annessione all’Impero francese, e degli atti degli organi periferici del Regno di Sardegna, del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana, con sede nella provincia di Genova. Grazie all’espansione commerciale di Genova nel Medioevo, nelle sue carte si conservano trattati di alleanza e accordi economici con i governi di tutto il mondo allora conosciuto, senza pregiudizi di razza e religione. Dai regni crociati di Terrasanta, all’Impero Bizantino, al Regno armeno di Cilicia, ai sovrani turchi e tartari, ai sultani d’Egitto, fino ai signori d’Africa e musulmani di Spagna. Questi documenti, insieme ai carteggi degli ambasciatori, permettono di studiare la politica estera della Repubblica di Genova dall’XI al XVIII secolo.
L’Archivio conserva anche gli archivi notarili, che sono il fondo più celebrato, noto per l’antichità e la quantità delle minute medievali. Si trovano registri del XII secolo, unici al mondo, oltre 150 cartolari del XIII secolo e quasi 450 unità del Trecento, per un totale di circa 1.033 filze quattrocentesche. Gli atti stipulati dai notai testimoniano ogni aspetto della vita sociale, politica, culturale ed economica della Repubblica di Genova, con una portata che abbraccia territori dal Levante al Mar Nero.
L’Archivio di Stato custodisce inoltre l’Archivio della Casa di San Giorgio, fondamentale per lo studio delle vicende politiche ed economiche dal 1407, quando fu istituita per riordinare il debito pubblico genovese e svolse un ruolo bancario pubblico fino al 1805.
Due sedi e un progetto di tutela
L’Archivio opera in due sedi principali: l’ex convento di Sant’Ignazio, un edificio storico che trasuda fascino e storia, e il complesso moderno della Darsena, più funzionale e destinato alla consultazione e alle attività di valorizzazione. Qui, studiosi e cittadini possono immergersi nella memoria collettiva, consultando materiali che spaziano dal Medioevo al Novecento.
Nonostante la sua storicità, l’Archivio è un’istituzione viva, che promuove conferenze, mostre e visite guidate per avvicinare il pubblico al suo patrimonio. Grazie alla sua autonomia tecnico-scientifica, ha la possibilità di stipulare convenzioni con enti pubblici e istituti di ricerca, rafforzando il legame tra passato e futuro.
Il rischio del declassamento
La proposta di declassare l’Archivio di Stato di Genova eliminerebbe la sua autonomia dirigenziale, un unicum tra i nove principali Archivi italiani. Questo comporterebbe una serie di conseguenze gravi: riduzione delle risorse disponibili, aumento della burocrazia, e una minore capacità di valorizzare il patrimonio. Inoltre, potrebbe compromettere l’accessibilità per studiosi e cittadini, indebolendo il ruolo culturale e scientifico dell’Archivio.
Il Fondo notarile, riconosciuto a livello internazionale, e i documenti che hanno contribuito al riconoscimento UNESCO dei Palazzi dei Rolli potrebbero subire un deterioramento nella gestione e nella tutela, con un impatto negativo sull’identità culturale di Genova.
Un appello per salvare la memoria
Italia Nostra Genova ha lanciato una petizione per fermare la decisione del Ministero della Cultura di declassare l’Archivio di Stato di Genova, unico tra i nove archivi di eccellenza italiani, e di accorparlo alla Soprintendenza, privandolo della sua autonomia dirigenziale. Questa mossa, secondo l’associazione, rischia di compromettere non solo l’efficienza della struttura, ma anche il valore culturale e storico dell’archivio stesso, su cui lo Stato ha recentemente investito notevoli risorse.
Il Presidente Stefano Fera ha sottolineato l’importanza di preservare la memoria storica di Genova, essenziale per comprendere non solo la storia locale, ma anche quella d’Italia e dell’Europa. La petizione, lanciata su Change.org, chiede al Ministero di annullare questa decisione, invitando i cittadini e le istituzioni culturali ad esprimere il loro sostegno per mantenere viva l’autonomia dell’Archivio di Stato di Genova, patrimonio inestimabile della memoria collettiva e della cultura italiana. L’associazione evidenzia che senza memoria non esiste cultura, libertà o dignità, e che la decisione di depotenziarne l’autonomia potrebbe minare le fondamenta stesse della storia di questo territorio.
La storia di Genova e la sua proiezione futura si intrecciano nei corridoi dell’Archivio di Stato. Difendere questo luogo significa proteggere l’eredità di una città che ha fatto del mare la sua forza e della memoria la sua identità. È un impegno che spetta a tutti noi, per garantire che la voce del passato continui a risuonare nel futuro.
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Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine