Dom. Mar 16th, 2025

Alla ricerca delle radici sarde: un viaggio tra miti e realtà

Intervista a Giorgio Saba sui legami misteriosi tra la Sardegna, l’arcipelago del Sulcis, i miti antichi e le civiltà mediterranee nei suoi libri “Scusi, dov’è l’Ade?” e “Sardegna: dimora antica degli dei… e di altri condomini”


Recensioni, approfondimenti, interviste agli autori e uno sguardo agli eventi del mondo letterario. Uno spazio per scoprire i libri di oggi e i classici senza tempo, in un dialogo che arricchisce il nostro sguardo sul mondo


Intervista a Giorgio Saba

a cura di Antonello Rivano

Giorgio Saba, architetto e ricercatore, ha dedicato anni di studio alla storia e alla mitologia della Sardegna, proponendo teorie inedite su come l’isola fosse un nodo centrale per il mondo antico. Con due opere, “Scusi, dov’è l’Ade?” (2016, Edizioni Amico Libro) e “Sardegna: dimora antica degli dei… e di altri condomini” (2024, Edizioni NOR), Saba approfondisce la relazione tra la Sardegna e i miti del Mediterraneo, suggerendo che molte tradizioni, tradizionalmente legate alle civiltà greche, sumere e cananee, abbiano radici nell’isola sarda. Le sue teorie si inseriscono in un filone di ricerca che vede la Sardegna come un crocevia di culture antiche, in cui civiltà sconosciute o trascurate hanno avuto un’influenza profonda sulla storia del Mediterraneo.

Nel 1983/84, Saba ha frequentato un anno del Corso di Perfezionamento in Archeologia e Storia della Sardegna, con i docenti Giovanni Lilliu ed Enrico Atzeni, esperienza che ha ulteriormente arricchito il suo approccio alle ricerche sulla storia antica della Sardegna. In particolare, l’arcipelago del Sulcis, con la sua particolare posizione geografica e il patrimonio storico, è un tema ricorrente nei suoi libri. Saba analizza la funzione strategica e simbolica di quest’area, proponendo che potesse essere un centro cruciale per i contatti tra le diverse culture mediterranee.

Abbiamo intervistato Giorgio Saba per comprendere meglio le sue ricerche e le teorie che ha sviluppato su questi affascinanti temi.

Nei suoi due libri “Scusi, dov’è l’Ade?” (2016) e “Sardegna: dimora antica degli dei… e di altri condomini” (2024), esplora la teoria che la Sardegna fosse un centro culturale e mitologico fondamentale nel mondo antico. Quali teorie precedenti o evidenze storiche ha preso in considerazione per sviluppare questa visione, e quale ruolo specifico attribuisce all’arcipelago del Sulcis in questo contesto?

Dopo aver frequentato per un anno il Corso di Perfezionamento in Archeologia Sarda, mi capitò tra le mani un libro di Sabatino Moscati, considerato forse il più profondo conoscitore di storia “fenicia”. In questo volume, dal titolo “L’enigma dei Fenici”, scritto dopo aver completato scavi sull’isola di S. Antioco, Moscati si mostrava sorpreso per la grande quantità di reperti definiti “fenici”, rinvenuti nell’Isola del Sulcis. In particolare, mostrava stupore per la grandissima quantità di stele funerarie che poi venivano distribuite dai mercanti in numerose località Mediterranee, le troviamo ancora oggi nella stessa Cartagine. Considerata la difficoltà del trasporto marittimo, queste stele dovevano necessariamente avere un valore peculiare; secondo il mio parere, un valore sacrale.

Trascorso qualche anno ascoltai su Radio 3 un’intervista a Sergio Frau che raccontava del suo libro “Le Colonne d’Ercole – Un’Inchiesta “che prendeva spunto da due libri di Platone: Il “Timeo” e il “Crizia”. Letto anche questo corposo volume, decisi di voler approfondire l’argomento, partendo da quella che è la pietra di paragone (Platone appunto); ebbi la conferma che i numerosi detrattori di Frau, colpevole di essersi basato su Platone (a loro avviso inaffidabile, in quanto filosofo), con ogni probabilità non avevano letto i testi che criticavano; il “Crizia”, in particolare, era di difficile reperibilità e non era disponibile nemmeno nella Biblioteca Universitaria. Ignoravano, inoltre che Platone e i filosofi greci avevano una cultura logico-scientifica. Procurai e studiai anche Platone e poi tanti altri come Esiodo, Apollodoro, Omero, Pindaro, Plinio il Vecchio, e frammenti degli scritti di Euctemone, Dicearco da Messina, Stazio Seboso, solo per citarne alcuni; oltre (perché no?) a testi moderni scritti da Giovanni Ugas, Giovanni Lilliu, Attilio Mastino e altri.

In “Scusi, dov’è l’Ade?”, lei propone che i nuraghi e altre strutture megalitiche abbiano un legame con miti e credenze molto più ampie. Come si collega questo patrimonio archeologico, in particolare nel Sulcis, alla storia più conosciuta delle civiltà antiche, come quella greca o sumera?

Greci e sumeri riferivano di un’isola dell’estremo Occidente, in cui avrebbe avuto origine la prima generazione dei loro dei. Il tutto ruotava attorno a un mitico arcipelago, Le Esperidi, un vero concentrato di racconti, leggende, frutteti miracolosi, ricchi tesori, personaggi, località celebri sin dall’antichità. Queste isole, i cui abitanti erano definiti Iperborei dagli scrittori più antichi erano localizzate in Mauritania, presso il Regno di Medusa. Questa considerazione portò gli studiosi a ritenere che l’Arcipelago potesse configurarsi sulle isole Canarie, unico arcipelago vicino alla Mauritania marocchina e l’Atlante (il titano sorvegliante dell’isola di Erizia) venne collocato in una catena montuosa nel Sahara. Tutto ciò fino a ché Plinio il Vecchio, dopo aver esplorato quei luoghi, non gridò al mondo che essi non potevano qualificarsi come isole Esperidi. Veniva trascurato che  il nome Mauritania, prima di venire attribuito al Marocco, apparteneva già alla Sardegna sud occidentale. Gli abitanti maureddini si chiamavano così per la loro usanza di cacciare gli uccelli con i lacci (dall’akkadico “maum”= uccello e “redum” = cacciatore)

Nel suo secondo libro, esplora l’ipotesi che molti dei miti greci possano avere radici sarde. Ci può parlare di come ha sviluppato questa teoria e di come l’arcipelago del Sulcis potrebbe aver influenzato o ospitato le divinità e i miti legati alla Sardegna antica?

Collocate correttamente le Esperidi nell’arcipelago del Sulcis (S. Antioco, S. Pietro, Isola Piana), si apre un ventaglio di possibili ricerche. Riferendosi al Regno di Ade (isola di S. Antioco) leggiamo che sua sorella Era abitava l’isola vicina Erizia sede dell’Eliseo e del frutteto dalle “Poma” magiche (isola di S. Pietro); Poseidone lo troviamo sul “fiume Oceano”, lo stretto canale tra le due isole principali; poi giù a cascata tutti gli altri, con Demetra, Persefone e Dioniso e i loro misteri Eleusini (o elisini visto che gli storici non hanno trovato traccia di questi “Misteri” nella città di Eleusi); il tutto fino a ché il campanilismo greco non fece traslocare quelle divinità (in origine persone normalissime, forse di famiglia nobile) in un nuovo condominio sul monte Olimpo. E l’Ade venne trasferito nella valle di Amoudia, località che non corrisponde minimamente alle descrizioni dei più antichi scrittori.

Il concetto che la Sardegna fosse un centro religioso e culturale di grande importanza nel Mediterraneo è affascinante. Come interpreta il ruolo della Sardegna, e in particolare dell’arcipelago del Sulcis, in relazione ad altre grandi civiltà del tempo, come quelle egizia, sumera o greca?

Alcune leggende sumere riferiscono di un’isola, Dilmun che sarebbe stata colonizzata dopo che un loro geniale personaggio. Enki aveva escogitato un metodo per rinvenire l’acqua nel sottosuolo (Enki, dio dell’Oceano, delle acque sotterranee e, perché no, dei pozzi sacri, era in pratica un abile rabdomante). Questa e altre leggende come la cacciata dal Paradiso di chi si era nutrito del frutto sacro, o ancora la leggenda del diluvio, permettono di identificare Dilmun con il giardino dell’Eden; infatti gli storici ritengono che le antiche scritture fossero di epoca successiva alla saga sumera di Gilgamesh. L’Egitto lo ritroviamo nelle leggende riguardanti il dio Shu che si recava spesso nell’estremo occidente in visita ai defunti, presso la casa della Notte, moglie di Erebo (un altro dei sovrani del regno di Ade); anche Shu, così come Atlante e Ercole, veniva rappresentato nell’atto di sorreggere la volta decielo con le possenti braccia (colonne d’Ercole. Cf. con Esiodo e Omero).

Le sue teorie mettono in discussione alcune delle visioni più tradizionali sulla storia antica. Qual è stata la reazione della comunità accademica e del pubblico in generale alla sua proposta di un’origine sarda di alcuni miti e divinità, e in che modo pensa che il Sulcis possa essere visto come parte di questo processo?

L’arcipelago del Sulcis soddisfa con precisione assoluta tutte le più antiche descrizioni di quei luoghi che la mitopoiesi greca ha fatto trascendere al mito. Il pubblico ha risposto molto positivamente alla presentazione delle mie ipotesi, in circa 50 convegni. La prima edizione di “Scusi, dov’è l’Ade?” andò esaurita in soli otto mesi. Il mondo accademico per ora tace, i pochi esponenti che hanno assistito ai miei convegni, non hanno commentato.

Infine, ha in programma di continuare le sue ricerche su questi temi? Ci sono altre aree della storia sarda o mitologica che desidera esplorare, in particolare legate all’arcipelago del Sulcis, nei suoi prossimi lavori?

Al momento sono in pausa; voglio vedere come il mio secondo libro verrà accolto. Qualche piccolo indizio inizia a manifestarsi, ma è poco per ipotizzare una terza pubblicazione. Mi piacerebbe coinvolgere l’amico Gaetano Ranieri per una esplorazione col georadar dell’isola Piana*) (secondo Plinio sarebbe consacrata a Ercole). Ma so che l’operazione avrebbe costi non trascurabili.
Vedremo.
*L’Isola Piana, situata nell’arcipelago del Sulcis e parte del territorio di Carloforte (Isola di San Pietro), vanta una storia ricca e variegata. Attualmente di proprietà privata, ospita un esclusivo residence turistico con 200 abitazioni, il cui accesso è riservato esclusivamente ai proprietari e ai loro ospiti [NdA]

-In copertina Giorgio Saba e i suoi due libri-

Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine

image_printDownload in PDF