Dom. Mar 16th, 2025

Su Nuraxi di Barumini: un capolavoro eterno della civiltà nuragica

Alla scoperta del sito archeologico sardo che racconta una civiltà millenaria, un’opera straordinaria di ingegneria e simbolismo che attraversa i secoli



Su Nuraxi di Barumini

Nella fertile regione della Marmilla, circondato da colline ondulate e vasti campi dorati, si trova uno dei siti archeologici più straordinari al mondo: Su Nuraxi di Barumini. Questo complesso monumentale, emblema della civiltà nuragica, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997, un riconoscimento che celebra non solo la sua eccezionale conservazione, ma anche il suo ruolo nella comprensione delle culture mediterranee preistoriche.

La scoperta: dalle macerie alla rinascita

Fino alla metà del XX secolo, Su Nuraxi giaceva nascosto sotto metri di terra e vegetazione, quasi dimenticato dal tempo. La sua riscoperta si deve all’archeologo sardo Giovanni Lilliu, che nel 1950 iniziò una campagna di scavi pionieristica. Lilliu e il suo team riportarono alla luce non solo la struttura centrale del nuraghe, ma anche l’intero villaggio circostante, rivelando un complesso architettonico e sociale di straordinaria complessità.

Anno 1951: lo scavo di Su Nuraxi (da MURRU 2000, p. 17)

Nel 2011, Luisanna Usai ha riportato in un articolo pubblicato dalla Nuova Sardegna una riflessione del professor Giovanni Lilliu riguardo alla sua scoperta del nuraghe di Barumini. Lilliu descrive il suo impatto iniziale con il monumento come un’esperienza infantile e quasi magica, legata alle tradizioni locali. La scoperta avvenne durante la festa di Sant’Antonio de su fogu, celebrata a Tuili nel caldo luglio, un evento che vedeva la partecipazione della popolazione locale e che aveva come simbolo la campanella legata ai maiali, interpretata come simbolo di morte e resurrezione. Lilliu ricorda che il suo interesse per il nuraghe si è sviluppato proprio in quel contesto di festa e tradizione, un ambiente che lo portò a riflettere sulla ricca stratificazione culturale di Su Nuraxi. La collina dove il nuraghe si ergeva, infatti, nascondeva un tesoro archeologico che il giovane Lilliu non poteva ancora comprendere appieno.

Anno 1954: area archeologica di Su Nuraxi (da MURRU 2000, p. 45)

In un passaggio toccante, Lilliu racconta come il villaggio e la musica leggera del tempo accompagnassero le sue prime scoperte archeologiche. La sua descrizione rivela l’incontro tra il mondo moderno e quello antico, un “quasi sogno” che si svela sotto le stelle di quella collina, oggi riconosciuta come uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo occidentale. La scoperta del nuraghe di Barumini, secondo Lilliu, non fu solo un processo scientifico, ma anche un’esperienza emotiva e culturale che lo ha legato profondamente a quel luogo, portandolo a diventare uno dei maggiori esperti della civiltà nuragica.

Questo racconto personale, denso di sentimenti e ricordi, dimostra come la ricerca scientifica possa intrecciarsi con la memoria storica e popolare, arricchendo il lavoro di una dimensione più umana e universale. Lilliu, infatti, riconosce che la storia del nuraghe e del suo villaggio si è stratificata nei secoli e continua a vivere nelle voci e nelle tradizioni di chi, come lui, ha contribuito a farne conoscere il valore.

Un complesso monumentale senza pari

Il fulcro di Su Nuraxi è il nuraghe centrale, una torre megalitica costruita con blocchi di basalto perfettamente incastrati senza l’uso di malta. Originariamente alta fino a 20 metri, questa torre è composta da più livelli, collegati da scale a spirale interne che conducono a camere circolari sovrapposte. Queste stanze, con i loro soffitti a volta e nicchie laterali, testimoniano la capacità dei nuragici di sfruttare lo spazio interno in modo funzionale ed elegante.

SU NURAXI – BARUMINI – RICOSTRUZIONE 3D

Intorno alla torre principale si sviluppano quattro torri angolari, collegate tra loro da bastioni che formano una struttura a pianta quadrilobata. Questo sistema difensivo è circondato da un villaggio di circa 50 capanne circolari, molte delle quali conservano dettagli incredibili: pavimenti in pietra, sedili integrati, vasche per la raccolta dell’acqua e resti di focolari.

Una società evoluta e interconnessa

Gli scavi hanno rivelato che Su Nuraxi non era un insediamento isolato. La sua posizione strategica permetteva di controllare un ampio territorio, collegandosi visivamente con altri nuraghi sparsi nella Marmilla. Questa rete di torri suggerisce una società interconnessa, che utilizzava sistemi di comunicazione visiva, forse basati su segnali di fumo o luce.

Il villaggio dimostra anche un alto grado di specializzazione economica. Tra i reperti rinvenuti figurano strumenti per la tessitura, resti di ceramiche e segni di una lavorazione avanzata del metallo. La presenza di oggetti provenienti da altre regioni del Mediterraneo – come ambra e ceramiche micenee – indica che i nuragici commerciavano con altre culture, rendendo Su Nuraxi un nodo cruciale nelle rotte commerciali antiche.

Il mistero del simbolismo e della funzione

Nonostante le numerose scoperte, il significato esatto di Su Nuraxi rimane avvolto nel mistero. Era una fortezza militare, un centro politico o un luogo sacro? Forse era tutte queste cose insieme. La presenza di pozzi e vasche suggerisce che l’acqua avesse un ruolo centrale, forse legato a culti religiosi o riti di purificazione.

Alcuni studiosi ipotizzano che il nuraghe fosse anche un osservatorio astronomico. Le aperture e l’orientamento della struttura potrebbero essere stati progettati per allinearsi con eventi celesti, come i solstizi, testimoniando la profonda connessione dei nuragici con i cicli naturali.

Su Nuraxi oggi: un’esperienza immersiva

Visitare Su Nuraxi oggi significa immergersi in un passato remoto, camminando tra le stesse pietre che, millenni fa, furono scolpite e posate con cura da mani antiche. Le guide esperte offrono un racconto vivido della vita nuragica, intrecciando dati archeologici con leggende locali che aggiungono un tocco di magia alla visita.

Il sito non è solo una meraviglia storica, ma anche un luogo di straordinaria bellezza paesaggistica. Da qui si possono ammirare le colline della Marmilla, i paesini circostanti e l’infinita distesa di campi che cambiano colore con le stagioni.

A completare l’esperienza, il Centro Giovanni Lilliu, situato a breve distanza, offre un’esposizione di reperti e pannelli interattivi che approfondiscono la storia di Su Nuraxi e della civiltà nuragica.

Un’eredità che parla al presente

Su Nuraxi non è solo un monumento del passato: è un messaggio universale di resilienza e ingegno umano. In un’epoca in cui la sostenibilità e il rispetto per il territorio sono temi cruciali, i nuragici ci ricordano che è possibile vivere in armonia con l’ambiente, costruendo comunità durature e interconnesse. Il simbolo di una Sardegna antica, fiera e senza tempo. Un luogo che ci invita a riflettere sulle nostre origini e sulla nostra capacità di lasciare un’eredità positiva per le generazioni future.

Per maggiori informazioni e prenotazioni visite è consigliabile consultare il sito web della Fondazione Barumini.

Redazione Cultura

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