Dom. Mar 16th, 2025

La strage invisibile – La tragedia dei senzatetto continua a mietere vittime

Il numero delle morti tra i senza dimora cresce, con una preoccupante incidenza di giovani. Le istituzioni non riescono a fermare questa emergenza che si fa ogni giorno più drammatica.

Nel 2024, il numero dei senza fissa dimora deceduti ha raggiunto i 434, un dato che riflette una realtà tragica e, purtroppo, in costante crescita. Dal 2020, anno in cui è iniziato il monitoraggio, il numero delle vittime della strada è aumentato gradualmente ma senza sosta: circa 200 decessi nel 2021, 250 nel 2022, 399 nel 2022 e 415 nel 2023. Nonostante gli sforzi delle associazioni che si occupano dei senzatetto, le istituzioni non sembrano ancora aver compreso la gravità del problema, che continua a scivolare nell’indifferenza collettiva.

Le vittime di questa tragica condizione sono principalmente uomini (91%) e stranieri (61%), con un’età media di 44,9 anni, dimezzando di fatto l’aspettativa di vita (81,6 anni). La strada diventa per loro un luogo di morte, dove picchi stagionali si alternano tra l’estate e l’inverno. Le grandi città come Roma e Milano restano le principali aree di concentrazione, ma a destare preoccupazione è il crescente numero di giovani tra le vittime. I ragazzi tra i 17 e i 29 anni sono sempre più numerosi, costituendo il 18% del totale, una fascia d’età che una volta sembrava immune dalla marginalità sociale, ma che oggi vive tragicamente all’ombra della solitudine e dell’abbandono. Nel 2024, 76 giovani di questa fascia di età sono morti, rappresentando la seconda più colpita, subito dopo i 40-49enni. Si tratta principalmente di giovani uomini (89%) e di nazionalità straniera (92%).

2024. Tabella decessi dei senza dimora in Italia per regione_fonte: fiopsd.org

Molti di questi giovani non sono solo vittime della povertà estrema, ma si trovano in una condizione di grave vulnerabilità psicologica. L’isolamento e l’incapacità di gestire le difficoltà della vita li espongono al rischio di suicidi, che sono sempre più frequenti. Una parte di loro ha vissuto per anni senza una dimora stabile, segno di una marginalità che si è consolidata nel tempo. Le cause dei decessi sono spesso legate a malesseri fisici che, in un contesto di estrema povertà e indigenza, diventano fatali: una caduta, un malore, un incidente o anche le condizioni atmosferiche avverse, come il caldo e il freddo. Inoltre, quasi la metà dei decessi (47%) è attribuibile a eventi traumatici e accidentali, come aggressioni, incidenti e suicidi.

Un altro aspetto che emerge drammaticamente è l’impossibilità di risalire all’identità di molti dei deceduti. Senza nome, senza un riconoscimento ufficiale, restano invisibili anche nella morte, privi di quella dignità che ogni persona dovrebbe ricevere. L’assenza di un’identità è un altro segno del totale abbandono di questi individui, che diventano delle ombre in un sistema che non li considera nemmeno più esseri umani.

Tra le ragioni che alimentano questa emergenza, si sottolinea la difficoltà di rispondere in modo adeguato ai bisogni dei giovani senzatetto. L’abbandono scolastico, la rottura dei legami educativi e l’aggravamento delle problematiche mentali, a partire da quelle causate dalla pandemia, sono tutte concause che contribuiscono al fenomeno della “giovane marginalità”. In Italia, come in Europa, non si è ancora trovato un modello efficace che risponda in modo adeguato a questa nuova ondata di senzatetto giovanissimi.

L’approccio attuale, purtroppo, continua a ignorare una verità fondamentale: la strada non è solo un luogo di sopravvivenza, ma di morte. Gli sforzi per aiutare i senzatetto si limitano a interventi sporadici e a lungo termine il loro impatto risulta insufficiente. È urgente un cambiamento di rotta, che parta dalla consapevolezza che la soluzione non è solo quella di offrire cibo e rifugi temporanei, ma di affrontare la causa del problema: la mancanza di case e il disinteresse delle istituzioni verso le persone più vulnerabili.

Un approccio che ha dato risultati concreti in alcuni paesi è quello dell’Housing First, che parte proprio dal principio che per risolvere il problema dei senzatetto bisogna partire dalla casa, non dalle emergenze quotidiane. Fornire una residenza stabile e dignitosa a chi vive in strada è il primo passo per ricostruire la vita di queste persone, per restituirgli la speranza di un futuro diverso.

Il numero delle morti tra i senza dimora cresce, con una preoccupante incidenza di giovani. Le istituzioni non riescono a fermare questa emergenza che si fa ogni giorno più drammatica.

Il totale complessivo delle morti tra i senza dimora, aggiornato al 17 febbraio 2025, ha già raggiunto i 56 decessi, con una media giornaliera, arrotondata per difetto, di un morto al giorno (1,19). La strage invisibile non sembra arrestarsi, e la situazione diventa ogni giorno più drammatica.

La strada è diventata il punto di partenza per tante vite perse. È ora che le istituzioni e la società capiscano che solo incontrando queste persone nei luoghi dove vivono, ascoltandole e agendo in modo integrato tra sociale, sanità e comunità, si potrà fare la differenza. Non è più tempo di lasciare che la “strage invisibile” continui.
(Foto di apertura di Ben Kerckx)

Redazione

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