
OL. N°13
Spazi aperti per la poesia e la narrativa

IN QUESTO NUMERO
Poesia
Narrativa
Redazione
Poesia
“La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve” Mario Ruoppolo (Massimo Troisi) in Il postino
A Lucio Dalla
Caro Lucio, ti scrivo
grata per il mare d’emozioni
quando ascolto le tue canzoni
tramate di solitudine e sogni.
Nel Sanremo dei miei quindici anni
un uomo basso di statura
più basso del normale
cinquanta chili d’ossa
come Tazio Nuvolari,
un omino buffo e irsuto
che esibiva il suo corpo con ironia,
un lupo sensibile e buono
che al suono di un violino cantava
…compiva sedici anni quel giorno
la mia mamma e le strofe di taverna
le cantava a ninna nanna
e stringendomi al petto
che sapeva di mare…
quell’omino , d’emozione
il mio cuore ha fatto palpitare.
E com’era invece profondo,
Lucio, il tuo cuore, profondo
come il bene d’un padre,
un cuore che non aveva confini,
ma orizzonti aperti come il mare,
libero come la tua musica
sempre intrisa di poesia,
un cuore immenso come Piazza Grande
della tua città natale, grande
come il cielo dove ora tu sei l’Angelo
che ha perdonato i potenti,
i mascalzoni e i politici
al suo funerale, l’Angelo buono
a cui scrivo consolata queste parole,
e seppur sia finita la tua vita,
Lucio caro, mai finirà il tuo canto,
senza tempo come l’onda
e forte come il vento
che soffia sul mare
che luccica a Sorrento.
P.S. Naturalmente ho usato anche parole tratte dalle sue canzoni.
Danila Olivieri (Inedita ©Tutti i diritti riservati)
Narrativa
“Va’ là fuori, trova una storia che ami e poi raccontala” Ron Howard
Ad induzione riflessione
Mi furono presentati Antefatto e Consegunza
in due momenti differenti, in luoghi l’uno dall’altro sconosciuti, con vuoti interminabili e sortite estemporanee difficilmente collocabili.
Solo molto tempo dopo conobbi il Nesso e da allora sempre tutto si ricompone, come in un incastonato mosaico.
Così da quel momento capitó che lo vedessi completarsi, ben prima del suo stesso vero compimento.
Ed ora quelle variopinte tessere, alcune sbeccate altre fin troppo appuntite si sono rese sempre più flessibili ed affusolate saldandosi in fughe sempre più in avanti. Reticolari fattezze a comporre inaspettate consapevolezze. Ed è da allora che vedere un tempo troppo in avanti mi fa desiderare a volte un troppo più indietro tornare.
Così il mio tempo attuale non è altro che la strada degli andirivieni, dei bagagli leggeri disseminata da tutti queste altalenanti rifrazioni.
So però, con netta certezza che di tutte le cose conosciute e inconosciute ciò che si conserverà sempre intatta, indelebile e salvifica sarà solo e sempre l’arte che rende l’emozione effigie incancellabile.
Giueseppina Rombi (Inedita ©Tutti i diritti riservati)
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