
Oltre il tifo da stadio: politica, valori e pensiero critico
Dal confronto, non dallo scontro, nasce la politica vera

C’è un problema di fondo nel dibattito politico contemporaneo: troppo spesso assomiglia a una partita di calcio piuttosto che a un confronto di idee. Le posizioni diventano bandiere, gli avversari si trasformano in nemici e l’appartenenza conta più della sostanza. Ma la politica, quella vera, non dovrebbe essere una questione di tifo. Dovrebbe invece essere il luogo della riflessione, della costruzione e del confronto, radicata nei valori ma sempre aperta al pensiero critico.
Avere idee politiche non significa scegliere una squadra e difenderla a prescindere. Significa costruire una visione del mondo basata su principi solidi, ma anche su una capacità di analisi che non si lasci travolgere dagli slogan. La coerenza con i propri valori è essenziale, ma non deve mai diventare rigidità ideologica. Il pensiero critico impone di mettere alla prova le proprie convinzioni, di ascoltare chi la pensa diversamente, di riconoscere quando la realtà cambia e con essa le risposte da dare ai problemi.
Il vero problema non è avere idee forti, ma smettere di metterle in discussione. Un pensiero che si rinchiude in se stesso, che esclude il dubbio e il confronto, diventa sterile. È qui che si crea la polarizzazione: si smette di ragionare e si inizia a schierarsi, come in una curva da stadio dove conta solo battere l’avversario, non capire le ragioni dell’altro. Ma la politica non è una gara a chi urla più forte. O almeno, non dovrebbe esserlo.
Guardare al mondo con onestà intellettuale significa accettare la complessità. Significa riconoscere che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, che ogni scelta ha conseguenze e che non basta dire “giusto” o “sbagliato” per risolvere le questioni. Significa anche non lasciarsi trascinare dall’emotività del momento, dal bisogno di appartenenza che porta a difendere certe posizioni più per identificazione che per reale convinzione.
Oggi più che mai, servirebbe una politica che sia visione, non tifoseria. Che sia radicata nei valori ma capace di rinnovarsi, che non abbia paura di affrontare le domande difficili senza rifugiarsi negli slogan. Perché alla fine, il vero cambiamento non nasce dal rumore degli slogan contrapposti, ma dalla forza delle idee messe alla prova della realtà.
E soprattutto, la politica non si fa sui social, ma parlando tra le persone, con le persone, nel confronto reale, fatto di ascolto, dialogo e comprensione reciproca.
(Foto di Augusto Ordóñez da Pixabay)
Antonello Rivano