Mar. Lug 8th, 2025

Fake news, se le conosci le eviti. Informazioni per il disuso

Come riconoscere le notizie false e perché è fondamentale non condividerle

La tecnologia non è mai neutra. In questa rubrica raccontiamo il suo impatto sulla cultura, sulla politica, sull’etica e sui legami umani

Viviamo immersi in un flusso ininterrotto di contenuti: notizie, video, articoli, meme, opinioni. Ogni giorno scorriamo decine, a volte centinaia di informazioni, molte delle quali vengono condivise con un semplice clic. Ma quanto di ciò che leggiamo è davvero vero? Le fake news – notizie false, manipolate o fuorvianti – si diffondono a una velocità impressionante, sfruttando algoritmi, bias cognitivi e la nostra naturale tendenza alla conferma.

Che cosa sono le fake news

Con il termine fake news si intendono contenuti informativi creati deliberatamente per ingannare, disinformare o manipolare l’opinione pubblica. Non si tratta semplicemente di errori giornalistici o di interpretazioni soggettive: la fake news nasce con l’intento di ingannare. Esistono vari livelli e forme di disinformazione: dalle bufale satiriche, spesso innocue, fino a vere e proprie campagne coordinate di propaganda o destabilizzazione.

Le fake news sfruttano i meccanismi delle piattaforme digitali, dove ciò che è virale ha spesso più visibilità di ciò che è verificato. Titoli sensazionalistici, immagini forti, contenuti polarizzanti: tutto concorre a farci cliccare, leggere, indignarci e… condividere.

Perché sono pericolose

Non si tratta solo di una questione di “verità”. Le fake news possono avere effetti concreti sulla vita delle persone. Hanno influenzato elezioni, alimentato movimenti negazionisti, messo in pericolo la salute pubblica (basti pensare al ruolo delle bufale durante la pandemia da Covid-19), creato panico e confusione. In casi estremi, sono state persino causa di violenze e disordini.

Ma c’è un rischio ancora più sottile: la perdita progressiva di fiducia. Quando tutto è messo in discussione, quando ogni fatto può essere ribaltato da una “verità alternativa”, allora anche le istituzioni, la scienza, il giornalismo vengono percepiti come “una versione tra le tante”.

Come riconoscere una fake news

Fortunatamente, esistono strumenti – e buone abitudini – per difendersi. Riconoscere una fake news non è sempre immediato, ma ci sono alcuni indizi che dovrebbero farci accendere un campanello d’allarme:

  • Fonte sconosciuta o poco affidabile: attenzione a siti senza autore, con nomi simili a testate vere o senza riferimenti verificabili.
  • Titolo sensazionalistico: frasi urlate, scritte tutte in maiuscolo, con punti esclamativi o toni allarmistici.
  • Assenza di fonti: l’articolo riporta affermazioni senza indicare chi le ha dette o da dove provengono i dati.
  • Errori grammaticali o grafici: un contenuto scritto male è spesso un segnale di scarsa attendibilità.
  • Immagini modificate o fuori contesto: è utile usare strumenti di reverse image search per verificare l’origine di una foto.

Esistono anche portali di fact-checking che si occupano di smascherare le bufale più diffuse, come Butac, Bufale.net, Pagella Politica, Facta.news.

Strumenti utili per verificare:
Google Reverse Image Search
Tineye
Butac – Bufale un tanto al chilo
Pagella Politica
Facta.news

L’importanza di non condividerle

Anche quando una notizia ci sembra assurda, anche se la condividiamo “per ridere” o “per far vedere che assurdità”, il semplice gesto di rilanciarla la rende più visibile, più virale, più credibile. Gli algoritmi non distinguono tra chi condivide per sostenere e chi lo fa per criticare: ogni clic, ogni condivisione, è un segnale di popolarità.

E allora la responsabilità è anche nostra. In un ecosistema digitale dove ognuno di noi è, di fatto, un piccolo media, è fondamentale adottare un comportamento critico, etico, responsabile. Non dobbiamo diventare esperti di debunking, ma cittadini consapevoli.

Non condividerle: neanche per scherzo:
Condividere una bufala, anche “per ridere”, aumenta la sua visibilità. Gli algoritmi non distinguono tra chi approva e chi deride: ogni condivisione conta.


⚠️ ATTENZIONE ⚠️
Ogni clic è una spinta all’algoritmo. Condividere una bufala la fa crescere. Ignorarla, o segnalarla, la isola.

E se ci cadiamo anche noi?

Può capitare a tutti. Anche le menti più scettiche ogni tanto cadono nella trappola di una notizia falsa. L’importante è riconoscerlo e rimediare: cancellare il post, informarsi meglio, magari avvisare chi l’ha letto. E soprattutto, imparare per la prossima volta.

Segnalare una fake news:
Facebook – Segnala notizia falsa
Instagram – Segnala contenuto
X/Twitter – Segnala notizie ingannevoli

Esistono anche strumenti educativi e percorsi formativi dedicati al pensiero critico e all’educazione digitale, pensati per studenti, genitori, insegnanti. Alcuni progetti a livello europeo e italiano – come Media Literacy for All, Generazioni Connesse, Fact-checking in classe – puntano proprio a questo: formare utenti attivi e consapevoli, non passivi e manipolabili.

Progetti dedicati all’educazione digitale:
Generazioni Connesse
Fact-checking in classe – Openpolis
Media Literacy for All – EU

La lotta alle fake news non si combatte solo con le leggi, né può essere affidata unicamente ai social network. È una sfida culturale, educativa, sociale. E comincia da ciascuno di noi. In un mondo dove tutti possiamo scrivere, condividere e commentare, il primo passo per non essere ingannati è diventare lettori più attenti. Le fake news si diffondono con la velocità del clic. Ma con altrettanta rapidità può diffondersi la consapevolezza. E, per fortuna, quella è contagiosa in senso buono

Redazione

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