
OLtre gli ostacoli: La vita di Sammy Basso
Un viaggio straordinario oltre i limiti del tempo

La vita di Sammy Basso
di Sara Piccardo
È stata breve, insopportabilmente breve, la vita di Sammy Basso. Ma allo stesso tempo è stata ricca, straordinariamente ricca di avvenimenti ed esperienze.
Nei suoi ventotto anni su questa terra, Sammy ha conseguito due lauree – una delle quali in lingua inglese -, pubblicato tre libri, intrapreso un viaggio negli Stati Uniti documentato dal canale NatGeo People. E non un viaggio come potremmo fare tutti noi. Durante la sua avventura americana, il giovane neodiplomato veneto ha incontrato amish, predicatori, capi indiani, nonché personalità come James Cameron, regista del suo film del cuore, “Avatar”, e Matt Groening, il papà dei Simpson. Per non farsi mancare proprio niente, ha anche dato il via a una partita di baseball a St. Louis, effettuando il primo lancio, o first pitch, per usare il termine tecnico.
E dire che, al casinò della vita, il banco gli aveva dato carte bruttissime. Una carta, per la precisione, con su scritto Progeria. La Progeria, o sindrome da invecchiamento precoce, è una rara malattia genetica che porta, come si evince dal suo nome, le persone che ne sono affette a sviluppare, fin dai primi mesi, patologie tipiche delle persone anziane, il che ne riduce drasticamente l’aspettativa di vita, che si aggira attorno ai vent’anni. Solo la mente non viene alterata dalla Progeria. Ed è proprio grazie alla sua mente e al suo carattere che Sammy Basso ha potuto fare della sua breve vita un viaggio straordinario.
La sua mente era curiosa, infinitamente, immensamente, indicibilmente curiosa. Era interessato alla fisica, alla storia, alla scienza, ai viaggi.
A volte, come per Anne Sullivan di cui abbiamo parlato la volta scorsa, la chiave della resilienza è la caparbietà, la determinazione. In questo caso, invece, è stata l’insaziabile curiosità di tutto quello che gli girava attorno a salvare Sammy da una vita di autocommiserazione e ripiegamento su se stesso. E le ragioni di darsi per vinto le avrebbe avute eccome! Dando un’occhiata all’elenco di patologie collegate alla Progeria, ognuno di noi direbbe: “se toccasse a me, alzerei bandiera bianca”. E in molti lo farebbero, e in molti lo avranno fatto. Ma non puoi farlo se hai un mondo da scoprire, ed è proprio questa insaziabile voglia di scoperta che ha sempre guidato Sammy Basso.
Ci ha lasciato lo scorso ottobre, a poco meno di ventinove anni, ma, parafrasando una canzone in voga una decina di anni fa, se potesse mandarci un messaggio ci direbbe: “I swear I lived” (Giuro che ho vissuto).
Sara Piccardo