
Isernia. Una staffetta per l’autismo: insieme contro l’indifferenza
Scuole, istituzioni e associazioni uniscono le forze per promuovere l’inclusione e sostenere famiglie e studenti nello spettro autistico
[Di Flavio Pezzella, a cura di Silvia De Cristofaro]
“Una staffetta per l’autismo”: una sinergia tra istituzioni scolastiche e politiche ed associazioni promette di realizzare programmi per il benessere degli studenti con sindrome da spettro autistico e delle loro famiglie.
In seguito alla Giornata internazionale per la sensibilizzazione sul tema dell’Autismo, la cittadina di Isernia si confronta sulle strategie di interazione sociale contro l’indifferenza e la non conoscenza.
Sembra sia un termine così diffuso tanto da entrare a far parte del nostro quotidiano, abituale linguaggio. Dovunque e comunque la “sensibilizzazione” ed immediatamente dopo “il dovere alla sensibilizzazione” sta diventando una condizione troppo comune ai tanti. Si gonfiano discorsi e programmi sulla “sensibilizzazione”, vengono organizzate giornate e progetti sulla consapevolezza nei confronti di una determinata problematica, sulla necessità di creare inclusione.
Ma la costruzione di una società più giusta e benevola, progettata sull’uguaglianza e mai sulla diversità, dev’essere basata su fatti e non parole. E quando ci troviamo di fronte ad eventi organizzati per confrontarsi su determinate problematiche come la gestione dell’autismo e la progettazione di strumenti in grado di fornire un concreto aiuto a chi soffre di disturbi dello spettro autistico, ci si augura davvero che questi discorsi si trasformino in realtà.
“Una staffetta per l’autismo” è stato appunto un evento, organizzato dall’istituto comprensivo “San Giovanni Bosco” di Isernia e ad Isernia, allo scopo di accendere una luce sulle necessità delle persone autistiche, soprattutto bambini e ragazzi, considerando le difficoltà ed i disagi delle loro famiglie.
Perché disagi? Perché, che dir si voglia, queste famiglie portano il peso dell’indifferenza (della società), della compassione (della società) del compatimento e, più gravemente, della commiserazione (sempre della società). E vivono con un peso sul cuore perché la diversità la sentono quotidianamente.
Per abbattere questo stato di cose bisogna agire per la costruzione di un’efficace interazione sociale. Per questo diverse scuole dell’isernino, in questo caso “la staffetta” ha riguardato anche i plessi scolastici della “Giovanni XXIII” di Isernia e dell’istituto comprensivo di Colli a Volturno (plesso di Macchia d’Isernia), sono scese in campo ad affrontare una vera e propria battaglia contro l’indifferenza.
La referente del CTS di Isernia, Angela Di Burra, che ha moderato il convegno negli spazi della San Giovanni Bosco anche alla presenza di diversi alunni e studenti, ha introdotto l’argomento esortando proprio a prestare attenzione al saper interagire con le persone autistiche a partire da bambini.
Per questo è fondamentale l’educazione all’accettazione del diverso che dev’essere impartita da genitori ed insegnanti sin dal principio. Il bambino che poi diventa ragazzo e dopo adulto dev’essere capace di interpretare i bisogni dell’altro, dell’amico, del compagno, rispondere ai suoi problemi.
Come pure ha aggiunto il dirigente scolastico della San Giovanni Bosco, Giuseppe Posillico, è un nostro dovere individuare tempestivamente casi di isolamento, e peggio ancora di bullismo, nei confronti dello studente affetto da spettro autistico e fare squadra, ha continuato Anna Paolella dirigente scolastico per la Provincia di Isernia per costruire competenze in grado di gestire queste problematiche.
E ci consola davvero ascoltare le intenzioni del primo cittadino del capoluogo pentro, Piero Castrataro, che si impegna per la realizzazione in città di un centro interamente dedicato agli studenti autistici da usufruirne in un contesto di “doposcuola”.
A questo s’aggiunge la bella notizia da parte della consigliera regionale delegata alle Politiche Sociali, Stefania Passarelli, che ha annunciato da parte della Regione Molise lo stanziamento di circa tre milioni di euro per tre anni devoluto alle famiglie che hanno al loro interno persone con disabilità autistica.
Il sostegno per costruire un progetto basato su interventi a sostegno di adolescenti e famiglie è nell’interesse di tutti gli intervenuti e di chi crede ed ha sostenuto questo programma che parte proprio dalle scuole: Maria Chimisso, dirigente titolare dell’USR Molise, Roberto Di Baggio, consigliere regionale delegato all’Istruzione, Angela Perpetua, assessore comunale all’ Istruzione e d alle Politiche Educative, Maria Antenucci, referente del CTS Molise, Vincenzo Grande coordinatore ATS di Isernia, Rosa Giancola presidente dell’associazione “Una luce sul buio dell’autismo”, Fabio Iannucci presidente dell’associazione “Stop bullismo Odv”, Massimiliano Matticoli referente regionale della “Federazione italiana Gioco Calcio”.
Ed infine l’importante testimonianza della dottoressa Monia Gabaldo, diventata autistica in età adulta che ha avviato una discussione on line in diretta con gli alunni sulle sue esperienze con studenti, famiglie e docenti.
Le associazioni hanno presentato appunto una lista di interventi per contrastare le difficoltà di chi soffre di autismo per trasformare il disagio in abilità. Si prospettano supporti permanenti nel campo della didattica, personalizzazioni nel programma di studio e persino interventi nelle strutture turistiche creando un turismo “accessibile” (camere appropriate, animazione, spazi idonei).
Quel che però conta più di tutto è modificare non tanto una stanza d’albergo più confortevole od uno spazio all’interno di una scuola o realizzare oasi più o meno felici per questi bambini e ragazzi.
Modifichiamo noi stessi, la nostra mentalità così piena di pregiudizi. Fatti e non parole. Comprendiamo il linguaggio dell’altro, manteniamo il contatto, interessiamoci alle loro esigenze, realizziamo qualche loro desiderio.
“Io come te” è stato uno dei primi brani scelti e cantati dai ragazzi del coro “Piccole Voci InCanto” della San Giovanni Bosco per ribadire che non c’è differenza tra un’abile ed un disabile. Un disabile vale quanto un abile e viceversa.
E che siano proprio le nuove generazioni ad insegnarci comportamenti più giusti.
A Gabriel
Flavio Pezzella, Silvia De Cristofaro