Mer. Ott 1st, 2025

“Radici di vite”: un festival a Calasetta che intreccia cultura, viticoltura e identità tabarchina

La quinta edizione di Raìxe d’@mare celebra la storia, il territorio e la sostenibilità attraverso le tradizioni vitivinicole dell’isola di Sant’Antioco
[di Antonello Rivano]

Un arcipelago di storie, culture e radici che si intrecciano tra i filari delle vigne e le rotte del mare: è questo il cuore del festival “Ràixe d’@mare”, che torna il 6 luglio 2025 con la sua quinta edizione per celebrare le Radici Tabarchine. Il titolo scelto per quest’anno – Radici di vite – è un gioco di parole che unisce terra e memoria, cultura e coltura. Un filo rosso tra l’identità di un popolo e la vite, simbolo antico di appartenenza, trasformazione e resilienza.

La manifestazione si svolgerà presso l’Archivio di Ràixe – Spazi digitali per la cultura Tabarchina , a Calasetta, e metterà al centro il tema della viticoltura nel territorio dell’isola di Sant’Antioco, in un dialogo continuo tra saperi accademici, esperienze locali e pratiche sostenibili.

Ad aprire l’incontro saranno i saluti istituzionali dei tre comuni di Calasetta, Carloforte e Sant’Antioco, a sottolineare la dimensione corale e intercomunale che coinvolge il territorio e le sue diverse identità culturali. Seguiranno gli interventi di esperti e studiosi: Luca Mercenaro dell’Università di Sassari offrirà un inquadramento storico della viticoltura sull’isola, mentre Andrea Vallebona per Italea Sardegna esplorerà le potenzialità turistiche legate ai paesaggi vitati e ai territori delle radici.

Non mancherà uno sguardo all’economia esperienziale con Walter Secci (Consorzio L’Altra Sardegna), e al tema sempre più centrale dell’agricoltura biologica, grazie all’intervento di Ignazio Cirronis per il Biodistretto Sud Sardegna. Giuseppe Grosso, in rappresentanza dell’Associazione Terre Tabarchine, chiuderà la prima parte con un focus sull’influenza piemontese nello sviluppo della viticoltura a Calasetta, a ricordare i molteplici innesti culturali che hanno plasmato l’identità agricola dell’isola.

Cuore pulsante del festival sarà la tavola rotonda con i viticoltori locali, testimoni diretti di un sapere che si tramanda tra generazioni e che oggi si confronta con le sfide della sostenibilità, della qualità e dell’inclusione sociale. Tra loro: Luisa Camoglio, medico e viticoltrice per “La Casa di Sophia”; Paolo Balia, di Andaras; e Ovidio Marongiu, dell’Azienda Agricola omonima. Le loro voci racconteranno come il recupero delle radici possa diventare leva di sviluppo economico, coesione comunitaria e valorizzazione territoriale.

In chiusura, un laboratorio esperienziale a cura di Italea Sardegna e dell’Associazione Ancilla Domini, con il contributo del Panificio Mario Aste, offrirà la possibilità di partecipare alla preparazione della capunadda calasettana, piatto simbolo della tradizione locale, accompagnata da una degustazione di vini autoctoni. L’iniziativa sarà guidata da Alessandra Guigoni, antropologa del cibo e giornalista enogastronomica, in un percorso che unisce gusto, narrazione e memoria.

L’evento, gratuito ma con prenotazione obbligatoria, si conferma come un appuntamento di rilievo non solo per il Sulcis e per la Sardegna, ma anche nel panorama nazionale delle buone pratiche culturali legate alla valorizzazione delle identità locali. Raìxe d’@mare continua così a essere un laboratorio diffuso dove le radici diventano futuro.

Antonello Rivano

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