“Generazione ribelle” di Mario Avagliano

1

Oltre 150 testimonianze di partigiani, internati militari, donne, preti, deportati – raccolte presso archivi pubblici e privati in anni di ricerche – sono approdate in un diario “scritto” dagli stessi protagonisti per raccontare la storia della Resistenza attraverso le lettere e i diari dei protagonisti: Generazione Ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 (Einaudi Editore), a cura di Mario Avagliano, giornalista e storico cavese, membro del comitato scientifico dell’Istituto “Galante Oliva”.

Generazione Ribelle è un tentativo di ricostruire dal vivo una cronaca dei due anni, dal 1943 al 1945, della Resistenza italiana, scandita attraverso i diari e le lettere ai familiari, alle fidanzate o agli amici di partigiani, militari italiani internati nei Lager (IMI) e deportati. Una sorta di diario di quei giorni, autentico e spontaneo, ancora libero dal clima del dopoguerra e dalle varie interpretazioni storiografiche sul movimento di Liberazione. Il libro ha la capacità di trasportare emotivamente chi legge, come in un susseguirsi di vertiginosi flashback, dall’illusione del 25 luglio 1943 – con la caduta del regime fascista e dei suoi simboli – fino all’aprile del 1945 e ai festeggiamenti con le bandiere tricolori all’atto della liberazione di Milano.

Grazie al doppio registro, cronologico e tematico, i due anni della guerra di Liberazione fanno emergere lo sbandamento dell’esercito italiano all’annuncio dell’armistizio, la lotta contro i tedeschi negli avamposti all’estero, la fatica della guerra civile sulle montagne e dentro le città, il carcere, le torture e gli eccidi nazisti, la deportazione nei lager, la scelta dei militari internati di non aderire alla Repubblica Sociale.

Emergono, tuttavia, anche le divisioni – a volte violente – all’interno del movimento partigiano. Così come si palesa la linea di confine, in qualche circostanza molto labile, tra chi militava nella Resistenza e chi sceglieva la Repubblica di Salò. Le lettere e i diari dei partigiani, dei militari e dei deportati aiutano a comprendere lo spirito del tempo, i comportamenti, i timori, i pregiudizi e le speranze di una generazione di italiani che rifiutò il fascismo e si ribellò ai tedeschi in nome della libertà e dell’amor di Patria.

“Questa raccolta” spiega Alessandro Portelli, autore dell’introduzione di Generazione Ribelle “è un contributo importante e necessario non solo per documentare dall’interno aspetti concreti, quotidiani, dell’esperienza della guerra, della Resistenza, dell’internamento, ma soprattutto per dare consistenza concreta ed eloquente a quello che, con felice immagine, Claudio Pavone ha chiamato “la moralità nella Resistenza”. Per quali ragioni, con quali sentimenti, con quale bagaglio culturale e ideale ciascuno individualmente ha scelto di resistere, andando in montagna o rifiutando l’adesione alla Repubblica Sociale: di questo ci parlano le lettere, i diari, i “testamenti” raccolti con scrupolo e passione da Mario Avagliano”.

Tra le lettere e i brani di diario raccolti nel libro, figurano anche gli scritti di molti partigiani o deportati campani, tra i quali il generale Sabato Martelli Castaldi (di Cava de’ Tirreni), i partigiani Gerardo De Angelis (di Taurasi – Avellino), Ugo De Negri (di San Leucio – Caserta), Guglielmo Jervis (di Napoli), l’ufficiale dei carabinieri Romeo Rodrigues Pereira (di Napoli), l’internato militare Domenico Tulimiero (di Avellino).

di Mario Avagliano