Il libro traccia in modo preciso e dettagliato il bilancio della vita dell’autore Silvano Bozzo. Da operaio diviene responsabile dei giovani metallurgici, la dura scelta della politica rispetto a quella sindacale, la formazione alla scuola di partito di Frattocchie, gli importanti incarichi politici, fino a diventare Presidente di Legacoop Liguria. Bozzo scrive con la passione di chi ha ancora nel cuore e nella mente persone, vicende e lotte, gratificazioni e amarezze. In ogni pagina e in ogni episodio del libro raccontato si nota la sua convinzione politica, i rapporti di amicizia istaurati nel suo lungo percorso di vita e mai dimenticati, gli ideali condivisi. Un libro a tutto tondo in cui non potevano mancare le proprie vicissitudini familiari in cui si mescolano i momenti negativi con quelli positivi. La passione e la nostalgia, notati in certi passaggi del libro, con cui narra episodi di vita politica e personale non lascia dubbi, su un uomo che appartiene ad una generazione che non esiste più, una generazione fondata sui sacrifici dove l’unica certezza, in quel periodo di ricostruzione, era quello in cui si credeva.
L’autore si dichiara un “Proletario Cosciente”, proletario perché è orgoglioso delle sue origini operaie, “cosciente” perché consapevole delle scelte fatte nell’arco della sua attività politica. Nonostante la storia e le storie che racconta si riferiscano alla regione Liguria, è possibile ritrovarsi in molti passaggi del suo libro, basta cambiare i nomi delle città, delle persone oppure mutare il nome delle fabbriche occupate, rimangono invece inalterate, la vita sacrificata alla passione politica, alle problematiche e alle amarezze di appartenere ad un partito che non sempre è riuscito a dare le giuste risposte, rimane con rimpianto la certezza di appartenere ad una generazione, che ha scandito per decenni i tempi della modernizzazione, una generazione, di cui dicevo prima, che non è più ripetibile.
Di Alfonso Oliva