Giuseppe Casarrubea è uno storico siciliano , figlio di un sindacalista comunista ucciso dalla mafia, che ha studiato e analizzato a fondo la strage di Portella della Ginestra e i successivi intrecci tra Potere e Mafia. L’elemento essenziale da cui parte è che la strage di Portella della Ginestra è il “punto zero” della strategia della tensione in Italia. In effetti a scorrere il lungo elenco di morti civili , che dal 43 al 47 vi sono in Italia per mano della polizia e dei carabinieri , durante manifestazioni rivendicative , oggi è più facile intravedere una precisa volontà “terroristica” statale che tendeva a bloccare una eventuale ascesa al potere dei “rossi”. Ma l’escursus del libro di Casarrubea non si ferma in Italia, nella seconda parte dello scorso secolo si sono saldate a più riprese immonde complicità tra finanza internazionale, resti del nazifascismo, intelligence “alleata” e pezzi del potere statale locale, cioè degli apparati statali dei Paesi di volta in volta coinvolti. In particolare in Italia vi è stato un altro attore che ha imperversato: il Vaticano. Noi pensiamo , e la nostra convinzione si rafforza sempre di più, che in Italia vi sia stato un “blocco d’ordine” della piccola e media borghesia , di volta in volta dominato dal fascismo, dalla DC e suoi alleati, oggi dal Centrodestra berlusconiano , che ha fatto da basamento ad un preciso intendimento del Potere : la democrazia vera non è che l’anticamera del comunismo e come tale non può essere realmente attuata. Mentre nel secondo dopoguerra e fino alla fine degli anni 80 inizi 90, questo – sempre in Italiasi è ottenuto con la “strategia stragista della tensione” ( Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Brescia , Bologna, gli attentati ai treni, fino all’uccisione di Moro, per poi arrivare a Falcone e Borsellino ) , oggi l’affermazione del pensiero dominante di un potere corrotto e profondamente antidemocratico avviene più subdolamente con il pressoché completo controllo dei meccanismi mediatici di formazione del consenso. E’ una nuova forma di “dittatura democratica” che ha avuto i suoi prodromi alla fine degli anni 60 (ricordate Springer e la manipolazione delle masse? e che trova il suo divenire sintesi perfetta nel potere mediatico, finanziario e politico del signor B.) , da cui dobbiamo difenderci creando delle sacche di “resistenza” in cui studiare e approfondire la memoria storica per renderla fruibile quando questo obnubilamento delle coscienze inevitabilmente comincerà a svanire.
Di Ubaldo Baldi