Nel Giorno della Memoria, istituzionalizzato in ricordo dell’ignobile sterminio perpetrato ai danni delle varie comunità ebraiche disseminate in tutta Europa, la città di Cava de’ Tirreni ha organizzato una cerimonia in onore dei cittadini cavesi che si sono impegnati in prima persona nella Guerra di Liberazione dal regime dittatoriale nazifascista. Un’attenta ricerca condotta presso l’Archivio Storico Comunale ha portato alla luce una serie di documenti del periodo 1943-1948 attestanti l’attività partigiana svolta da uomini rimasti fino ad oggi nell’ombra. L’amministrazione comunale ha reso loro il riconoscimento mancato e manifestato la propria gratitudine per l’alto contributo dato alla costituzione dell’attuale stato democratico. Erano presenti in aula consiliare i partigiani Antonio Abate (classe 1915), dapprima internato a Kukes quindi combattente in Albania con la Divisione Gramsci e Adinolfi Domenico, classe 1923, decorato di Valle Stura; gli Internati Militari Italiani Siani Michele (classe ’23) sfruttato dall’Organizzazione Todt a Tolone e Troiano Antonio (classe ’19), deportato a Buchenwald. Erano inoltre presenti i familiari di Martino Polacco, partigiano al fianco dei comandanti Beltrami, Moscatelli, Di Dio, deportato col triangolo rosso al campo di concentramento di Mauthausen , ed i figli di Vittorio Giordano, partigiano nel reggiano, nonché nipoti di Gioacchino, finanziere deportato dapprima al lager di Bolzano, poi a Dachau dove è morto qualche mese prima della Liberazione da parte degli Alleati. La cerimonia è stata interessante e non è scaduta in una mera commemorazione. Anzi gli stessi relatori che si sono succeduti hanno ribadito più volte che il 27 gennaio è nata come appuntamento nel calendario civile per ricordare sì le atrocità che si sono consumate durante il ventennio fascista in Italia ed il regime nazionalsocialista in Europa, ma anche e principalmente come monito e riflessione per le nuove generazioni, e non solo, affinché si abbia consapevolezza della storia per evitarne il ripetersi in futuro. I relatori, iniziando dal sindaco Gravagnuolo e dagli assessori Armenante e Fasano, per passare allo storico Giuseppe Foscari, Ubaldo Baldi direttore della commissione scientifica dell’Istituto Galante Oliva, Giuseppe Vitiello presidente della sezione salernitana dell’ANPI , hanno tutti sottolineato l’importanza e lo spessore della cerimonia in questo momento in cui va prendendo piede una subdola forma di revisionismo storico e striscianti quanto preoccupanti provvedimenti discriminanti le comunità di immigrati in Italia. Nel mentre si alternavano gli interventi e le testimonianze, sapientemente coordinati dal prof. Franco Bruno Vitolo che ha ricordato anche Antonio Milito, deportato ad Auschwitz e Settimia Spizzichino,cittadina onoraria cavese, unica donna a ritornare dai lager in seguito al rastrellamento del 16 ottobre del ’43 nel ghetto ebraico di Portico Ottavia, a Roma, scorrevano sullo schermo allestito in sala le immagini dei documenti rinvenuti nell’archivio storico da Patrizia Reso e delle lettere scritte da Gioacchino Giordano dal lager di Bolzano, custodite dalla nipote Paola.
a cura di Patrizia Reso