Relazione al convegno per la difesa della libertà dei lavoratori nocerini (1953)

Quarto-statoLe grandi lotte condotte in questi ultimi mesi nella nostra provincia, per la rinascita e per la
libertà, oltre ad aver mobilitato diverse migliaia di lavoratori e ad aver rafforzato tutto il
movimento democratico, hanno dato chiarezza nella prospettiva per la conquista di un governo di
pace e di democrazia che rispetti ed applichi la Costituzione.
Oggi si pone il compito di sviluppare e portare innanzi con maggiore decisione e aggressività,
questa azione generale di rinascita ponendo in particolare la lotta in difesa della libertà nelle
fabbriche e per il diritto della dignità umana.
I motivi che hanno indotto a fare a Nocera questo convegno, nel quadro della lotta generale, è per
l’inchiesta sulle libertà nella nostra Provincia, e il fatto che recentemente si sono registrati
gravissimi illegalismi e soprusi padronali e dove la lotta dei lavoratori per il rispetto della dignità
ha assunto notevoli proporzioni.
Conservieri, perché fanno una politica di speculazione e di rapina, c’è il contrasto tra la media
industria ed il monopolio, quest’ultimo per accaparrarsi migliori mercati, accaparramenti di
campagne per la compra del pomodoro a poco prezzo e l’altra per cercare in qualche modo di non
essere chiusi nella morsa, per non essere soffocati, per mantenersi in vita, e questo tutto a danno
dei lavoratori, creando un vero e proprio fascismo nelle fabbriche, sfruttandoli al massimo per
accumulare il massimo profitto.
A Nocera c’è sempre stata più reazione di tutta la Provincia e di altri posti, e non a caso c’è
qualche sciopero, o qualche manifestazione, la P.S. è molto più feroce, più accanita, zelante, contro
i lavoratori per difendere la reazione locale, i padroni.
Sono violati i diritti più elementari dei lavoratori e di conseguenza di tutti i cittadini.
Sono violate tutte le leggi, i contratti collettivi di lavoro, le leggi sociali, la Costituzione, violazione
completa della personalità umana, della dignità dei lavoratori e delle donne in particolare.
Ci sono fatti eclatanti che testimoniano la ferocia di questi signori, che nelle fabbriche di conserve
succedono ogni giorno, una donna è costretta a lavorare 15 e più ore al giorno con i piedi in acqua
e con un minimo guadagno; in questo anno sono stati querelati due padroni che avevano bastonato
due operaie, ma di episodi come questi ce ne sono a decine e a decine che succedono ogni giorno
quando si lavora. Al lavoratore è proibito chiedere il rispetto della sua paga che viene licenziato,
anche se la paga che percepisce è inferiore a quella di donna generica.
Si calcola che il numero dei sorveglianti nelle fabbriche è di circa un terzo dei lavoratori occupati
(tra maestri, capi reparto, assistenti, etc.).
Per questa gente non esiste né legge, né Costituzione Repubblicana, né contratti di lavoro, né
dignità, non esiste niente per loro, esiste solo la loro legge che è quella dell’arbitrio, della
rappresaglia, del licenziamento, del supersfruttamento bestiale.
C’è stata una fabbrica di conserve (Gambardella) che qualche mese fa ha obbligato i lavoratori
suoi dipendenti a farli scrivere al suo partito, pena licenziamento, tenendosi i contributi mensili
nella busta (cosa questa molto grave), non esistono le C.I. e quando si tenta di farla, si licenziano i
nostri candidati come nel 1953 (Gambardella), in queste fabbriche in una parola esiste lo stato
d’assedio, il terrore.
Le M.C.M. giustamente sono state definite “campo di concentramento” per il regime di terrore che
esiste, per gli agenti che vigilano (ne sono circa 300) al servizio delle direzione, per la minaccia
continua di licenziamento della sospensione, anche quando sono state costrette ad essere assente
per qualche giorno per il supersfruttamento bestiale.
Non si rispettano i diritti della C.I. violando gli accordi interconfederali.
Non si accettano quasi mai sue proposte nell’interesse dei lavoratori, non si dà mai il nulla osta
per l’assemblea in mensa, ma al prete si ci dà ben volentieri e si ci concede anche col microfono.
Si perseguono i lavoratori più avanzati, rei di appartenere al P.C.I. al P.S.I. alla CGIL o comunque
tutti quelli che difendono gli interessi dei lavoratori.
Infatti abbiamo avuto il licenziamento del segretario della C.I. (comp. Manzo, illegalmente, e
diceva il direttore che anche se Manzo fosse stato D.C. lo avrebbe licenziato) perché chiedeva i
contributi sulla mensa durante l’ora di riposo, un’altra operaia è stata licenziata pochi giorni fa
già sospesa dal giorno 26 marzo in occasione dello sciopero.
Senza parlare poi di poter portare la stampa democratica all’interno della fabbrica.
All’Ospedale Civile per lavorare si deve essere iscritti alle ACLI, alla CISL o alla DC.
La stessa situazione è in altre fabbriche senza distinzione, la Buscetto, la Di Florio, ecc.
Collocamento a Nocera, poi, è nelle complete mani dei padroni che assumono al lavoro chi
vogliono e come vogliono, per andare a lavorare si è costretti ad andare fuori alla fabbrica, e dopo
essere stati anche per settimane c’è il pericolo di non entrare se al padrone non piace, si fanno le
assunzioni con discriminazioni politiche e di altro genere, si viola l’art. 15 della legge sul
collocamento: non tenendo conto il nucleo familiare, le condizioni ecc. nell’avviamento al lavoro.
Si è avviati al lavoro solo con raccomandazioni delle Acli, della Cisl, dei parroci, della DC e dalla
P.S. ecc.
A questo punto si deve ricordare che già è stata fatta una querela sin dal mese di agosto per
violazione alla legge sul collocamento contro l’ufficio di collocamento, e contro la ditta
Gambardella, è stata fatta una lettera al ministro Vigorelli, all’Ufficio Regionale del Lavoro…..
….. si mettono più agenti di P.S. al servizio del collocamento per mettere a tacere quelli che
chiedono giustizia e per dare man forte a quelli che devono violare la legge.
Il Commissariato della P.S. che aiuta gli industriali in tutti i modi con la legge, e fuori della legge,
facendo delle rappresaglie, delle intimidazioni, delle minacce, arresti, contro i lavoratori, e contro
i dirigenti sindacali, si ci sequestrano volantini, ci fanno causa, ma si guardano bene di intervenire
qualche volta a favore dei lavoratori e contro gli industriali che pure hanno sempre torto.
Si è vietato l’affissione del manifesto “per una più forte CGIL”, manifesto che in tutta Italia è stato
affisso.
Sono stati denunciati 4 compagni perché facevano sottoscrivere per il I° Maggio ecc. ecc.
Tutto questo mentre i fascisti il 25 aprile distribuivano volantini non autorizzati, che insultavano la
Resistenza italiana, senza denunziarli nemmeno per apologia al fascismo e guarda caso dovemmo
intervenire noi per fare osservare la distribuzione mentre noi subito siamo stati visti.
Per questo la nostra C.d.L. ha lanciato la petizione “per la difesa della libertà dei lavoratori e del
popolo nocerino”, ha raggiunto 7000 firme.
Per chiedere: elementi della commissione parlamentare d’inchiesta per la libertà dei lavoratori
nelle fabbriche a Nocera Inferiore che constata le condizioni dei lavoratori.
Il ritiro del licenziamento del compagno Manzo perché illegale.
Una commisiione d’inchiesta sul collocamento.
Che si faccia un governo nuovo con una politica nuova, che corrisponda alle esigenze dei
lavoratori, e che rispetti ed applichi la Costituzione Repubblicana.
Questo nostro convegno è solo l’inizio, è solo una tappa per la nostra azione in difesa della libertà,
della Costituzione, e per un collocamento democratico e giusto che nei prossimi giorni si deve
sviluppare e portare avanti con tutti i mezzi mobilitando tutte le nostre forze.
Segna questo nostro convegno un passo in avanti per la difesa dei diritti dei lavoratori, per la
difesa della Pace, per il lavoro, e per la libertà.

Galante Oliva